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S A M

La prima cosa che feci quando tornai a casa fu andare in cucina a cercare del gelato, ma non ne avevamo. Sbattei il portello del congelatore e ci posai contro la fronte. Allora guardai in basso e mi resi conto che stavo ancora indossando la sua maglietta.

Senza pensarci due volte la tolsi e la lanciai per terra, schiacciandola con la mia scarpa. Lo odiavo, lo odiavo, lo odiavo. E anche se continuavo a dirmi così, sapevo che sotto sotto quello che mi faceva provare era vero ed era ancora qui. Sapevo di amarlo ancora e non sapevo quando avrei smesso, fino al allora avrei odiato ogni secondo passato ad amarlo.

"Gesù, Sam, cosa c'è che non va? Sei entrata sbattendo la porta e, merda, adesso sei-"

"India!" Dissi e sollevai lo sguardo, sollevando una mano. "Non. Adesso."

"Oh, no." Disse Becca. "Che succede? Che cosa ha fatto?"

Io rimasi ferma lì, in reggiseno e strinsi le braccia intorno al mio corpo. Prima che potessi dire qualcosa Becca mi strinse a se ed io mi feci scappare un singhiozzo. Non volevo piangere, ma le parole di Luke erano bloccate nella mia testa. Quindi piansi e non ricordavo neanche quando fosse stata l'ultima volta in cui avevo pianto così tanto. Mi faceva male la testa e sentivo di non poter respirare. Lo odiavo per avermi ferito così tanto, ma avrei dovuto aspettarmelo, giusto? Si era allontanato da me così tante volte prima, cosa mi aveva fatto pensare che non l'avrebbe fatto di nuovo? Solo che non pensavo che se ne sarebbe andato per sempre.

Mi aveva così convinto che ci teneva davvero a me ed era questo che faceva più male, perché per tutto il tempo lui sapeva che era niente; che alla fine se ne sarebbe andato. Era per questo che non aveva mai stabilito niente tra di noi. (forse non avrei dovuto dire così visto che non c'era mai stato un noi.) Lui non voleva che lo trattenessi dal fare le cose che era abituato a fare.

Adesso mi sentivo un'idiota, perché tutto aveva perfettamente senso e non potevo credere di essere rimasta per così tanto. E adesso ero rimasta con tutti questi maledetti sentimenti che non significavano niente per lui. Sapevo che mi importava ancora e questo era quello che rendeva la cosa peggiore, perché sapevo che ci avrei messo tanto per dimenticarlo. Dio, lo odiavo.

Quando Becca mi fece calmare mi portò in camera mia, dove mi aiutò a mettere un maglione e mi fece stendere. Si stese accanto a me mentre mi stringeva e mi lasciò piangere mentre lei giocava con i miei capelli.

"Va tutto bene, Sam." Sussurrò. "Sfogati."

India entrò nella stanza, con un cipiglio sul viso. Aveva difficoltà a capire le cose e a volte poteva essere pesante, ma era comunque una buona amica. Era presente quando c'era bisogno e ascoltava.

Anche India si stese accanto a me e mi ritrovai in mezzo a loro. Sapevano che di solito non piangevo, quindi quando lo facevo il meglio che potevano fare era confortarmi ed esserci per me. mi lasciarono piangere per un po' e quando mi stesi sulla schiena mi faceva male la testa.

"Mi stava usando." Dissi. Faceva male anche dirlo e mi misi a piangere di nuovo. "Mi stava usando per il sesso. Era tutto quello che voleva da me."

Non potevo essermi sbagliata di più su Luke Hemmings. Era il peggiore dei bugiardi.

"Va tutto bene, Sam, non sei costretta a parlarne." Mi assicurò Becca mentre giocava con i miei capelli.

"Si, devo." Mi lamentai. "Devo parlarne perché devo accettare il fatto che è vero e che se n'è andato."

Se n'era andato. Mi aveva lasciato.

Mi aveva lasciato senza pensarci due volte.

Quindi ne parlai, dissi loro esattamente cosa era successo prima e avevo detto loro quanto lo amassi. Mi sentivo così patetica perché a lui non importava neanche che io ero qui, a piangere a letto e a sentirmi miserabile mentre lui si stava facendo chissà chi. Non volevo neanche pensare a quello –o a chi- stava facendo adesso.

Il pensiero di lui con un'altra mi faceva venir male nel petto e piangere ancora di più. Maledizione, Luke Hemmings sapeva di sicuro come far piangere una ragazza.

"Avevi ragione, India." Riuscì a dire tra i singhiozzi. "Mi ha rovinato e io gliel'ho lasciato fare. L'aveva detto anche lui. Aveva detto che non avrebbe funzionato."

"Sam-" All'improvviso qualcuno bussò alla porta ed io mi congelai.

Il respiro mi si fermò in petto. Il cuore mi batteva così forte che sentivo il battito nelle mie tempie.

India sospirò e si alzò. Non pensavo fosse lui, ma comunque non avrei lasciato che fosse India a combattere le mie battaglie al posto mio, non importava quando fossi messa male adesso.

Quando la sua mano sinistra si allungò verso la maniglia io afferrai la sua mano destra perché sentivo che stavo per svenire. Ma non era Luke e ne ero grata. Non pensavo di poterlo affrontare adesso.

Era Calum, fermo lì con uno sguardo di panico sul suo bel viso. Feci quello che mi aspettavo di meno. Superai India e lo spinsi. L'impatto lo colse alla sprovvista e inciampò indietro prima di riprendere l'equilibrio.

"Tu lo sapevi, vero?" Urlai mentre continuavo a spingerlo. "Hai sempre saputo che stava giocando con me e non hai detto niente!" Lo spingevo, ma lui rimaneva in silenzio. "Dovevi essere mio amico!"

Continuai a spingerlo finchè non finì contro il suo petto e iniziai a piangere di nuovo. lui posò la testa sulla mia e mi strinse a se. Glielo lasciai fare perché sapevo che non era colpa sua.

"Scusa." Dissi mentre ricambiavo il suo abbraccio e posai il viso contro il suo petto. "Cosa ci fai qui?"

Calum sospirò mentre mi accarezzava la schiena. "Sono venuto a salutare." Sussurrò e il mio stomaco si contorse. "Parto domani mattina."

Le sue parole mi portarono a stringerlo più forte. Non volevo che andasse via.

"Ascolta, Sam." Iniziò a dire. "Non ho idea di che diavolo abbia fatto Luke per ferirti così tanto, non vuole dircelo, ma io sono ancora tuo amico, va bene? Puoi anche aver chiuso con Luke, ma non hai chiuso con me. Io non ti lascerò."

"Grazie, Calum." Sussurrai e sentì più lacrime scivolarmi sulle guance. Ormai la sua maglietta doveva essere zuppa. "Scusa, ti ho rovinato la maglietta." Dissi dopo essermi allontanata.

Lui fece spallucce e sorrise. "Va tutto bene." Disse.

"Beh, immagino che sia un saluto." Dissi e Calum mi tirò per un altro abbraccio.

"Per adesso." Sussurrò e mi lasciò andare. Lo guardai andare via e prima che potessi tornare dentro lui mi chiamò. "Starai bene." Disse Calum con tono gentile e poi se ne andò.

Sapevo che aveva ragione. Solo che non sapevo quando mi sarei sentita di nuovo bene.

Mrs All American -luke TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora