2 - Un aiuto dal passato

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Discesi una scala a pioli e mi trovai in un vasto locale di forma regolare. Le pareti erano occupate fino al soffitto da ampi ripiani, sui quali era stipata una quantità incredibile di oggetti. Al centro della stanza altri scaffali, con a fianco tavoli dotati di ruote, che davano al rifugio l'aspetto di uno stravagante piccolo emporio.

Scorrendo il dito sulle mensole, lungo il perimetro del locale, rimasi impressionata da quello che aveva trovato posto in quel magazzino segreto. Disposti con ordine meticoloso erano immagazzinati alimenti in scatola e in bottiglia, essiccati e liofilizzati.

Ad altezza occhi c'erano cibi semplici per i quali era possibile una conservazione molto lunga, come riso e altri cereali che riconoscevo dalle etichette sulle confezioni.

Nei ripiani sottostanti trovai gallette e biscotti secchi, latte in polvere, cacao, caffè e tè. Più in basso ancora conserve di pomodoro, vasetti con verdure sottolio, barattoli di fagioli e di differenti legumi.

Su altre mensole erano conservate carne, pesce e frutta in scatola. Bottiglie e lattine con varie bevande trovavano posto poco più avanti. Seguivano pacchi di farina, sale, olio, zucchero e burro di arachidi; spezie e condimenti. Poi marmellate in grandi vasi e miele, solo per parlare dei prodotti riconoscibili a prima vista.

Agli scaffali erano appese liste che inventariavano con grande attenzione i prodotti e le loro scadenze. Il lavoro puntiglioso e preciso di chi vuole sempre avere le scorte sotto controllo, di qualcuno che ritiene la cosa essenziale.

In un mobile dedicato c'era un'intera selezione di sementi in buste sigillate, riportanti i nomi delle piante da frutto e degli ortaggi contenuti. A fianco semi di piante medicinali comuni e altre dai nomi mai sentiti.

Hanno pensato anche a procurarsi cibo fresco, non solo a resistere con quello in scatola.

Continuai l'esplorazione del locale, con un crescente senso di ansia alla bocca dello stomaco.

In un'altra parete erano immagazzinati farmaci di uso frequente, fra cui antidolorifici, antibiotici e disinfettanti, bende e siringhe.

Sembrava che i miei genitori avessero accumulato scorte di tutto quello che poteva servire a una famiglia di dimensioni colossali e che sarebbe bastata per settimane, forse mesi, per me, mia nonna e il fido Joe, gli attuali occupanti della casa.

Decisi di non soffermarmi sul fatto che tutta quella roba risalisse a otto anni prima. Era un problema che ci saremmo posti eventualmente in un secondo momento, anche perché, pensai, i cibi in scatola restano commestibili molto a lungo.

Proseguendo nell'esplorazione scoprii una rastrelliera che conteneva utensili dall'aspetto inquietante, fra cui asce e accette, un piccone, un tronchese di dimensioni esagerate, probabilmente utile per tranciare catene e grossi lucchetti, e una cassa che, dai macabri simboli riportati sul legno, poteva soltanto contenere esplosivi. Un brivido mi percorse la schiena nel constatare che sotto casa mia era conservata una bella riserva di dinamite. Mi domandai come se la fossero procurata i miei genitori. Non era il genere di prodotti che si vendono al supermercato, neanche in Illinois.

Completavano l'armamentario da maneggiare con attenzione alcuni grossi coltelli con i foderi, un arco con le relative frecce, due pistole, un fucile da caccia e uno di foggia militare, con varie scatole di munizioni. Non mancavano una serie di accendini in acciaio, razzi di segnalazione, borracce e barattoli contenenti prodotti per potabilizzare l'acqua. In basso due canne da pesca, con galleggianti e ami.

In una cassa nell'angolo erano ordinatamente accatastati sacchi a pelo invernali, pentolame e stoviglie da campo, fornelli e lampade a gas. Di fianco, a terra, il voluminoso involucro di quella che sembrava una tenda da alta montagna.

Operazione Carrington - Primi capitoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora