~29~ Ride out.

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Quel bisogno di lui si accentuò con una strana sensazione che mi attanagliava lo stomaco, che non riuscivo a capire, e svanì quando lui si staccò da me e si alzò.
Sorrideva. E quel perfetto sorriso era capace di riempirmi il cuore di battiti fin troppo veloci.
Protese le mani per aiutare anche me a rialzarmi, ma prima che potessi afferrarle una voce acuta e forte mi catapultò con uno strattone alla realtà. Vidi una ragazza con lunghi capelli castani, con abiti ovviamente striminziti e, ad occhio e croce, 23 anni, correrci incontro fino a saltare addosso a Dylan.
Una fitta mi colpì al petto. Ma la ignorai.

"Dylan Dylan Dylan Dylan Dylan che bello vederti!!! Vieni ci stanno aspettando!" Disse la ragazza con una voce persino più acuta di quella di Cris.
Ma per caso tutte le 'snob', chiamiamole così, nascevano con una voce così acuta?
O è un gene?
Una malattia? Potrebbe essere contagiosa? Esiste un vaccino?
Se avessi mai avuto una figlia, cosa molto lontana e improbabile, con un carattere come quello di Cris e di tutta la bella famigliola di persone amabili, probabilmente l'avrei già soppressa.
Troppo violento?
Capivo il 'non giudicare mai una persona dall'apparenza' ma diventava difficile quando la persona in questione ti ruba il ragazzo.
Non che Dylan fosse il mio ragazzo! Nemmeno in un universo parallelo... mi doveva semplicemente aiutare a rialzarmi... tutto qui.
Sarebbe stato carino da parte sua, anziché correre dietro alla prima che passava.
Lo vidi allontanarsi sempre di più e un'altra fitta mi assalì.
Maledissi i cornetti e i drink che aveva portato Max quella mattina. Dovevano avermi fatto male.
Non c'era altra spiegazione.

"Ehi Ari! Stai bene?" Chiese Sophia raggiungendomi preoccupata.
Dovevo sembrare una stupida.
Ero inginocchiata per terra da chissà quanto tempo a fissare un bamboccione che andava chissà dove a fare chissà cosa con una ragazza.
Annuì abbassando lo sguardo sulla mano circondata dal fazzoletto di Dylan.
Sarei rimasta ad osservarlo per ore e a rimuginare su quanto la mia vita sia patetica, ma due braccia mi afferrarono per la vita e mi sollevarono senza il benché minimo sforzo.

"Avanti. Non possiamo sprecare una giornata così" disse Jacob per poi rimettermi giù.
Decisi di rimuovere qualsiasi pensiero inerente a Dylan.
Non sarebbe stato così difficile.

"È così divertente sollevarmi afferrandomi per la vita?" Sbuffai stirandomi i vestiti con le mani.
Erano pieni di terra, per non parlare della maglia leggermente strappata qua e là.
Avrei dovuto ringraziare Jac per avermi aiutata.
Ma erano successe così tante cose quella mattina che mi avevano resa intrattabile.
Dal risveglio alla ragazza che portava via Dylan.
Guarda caso era tutto collegato a lui.
A quel brutto bradipo bamboccione dagli occhi di ghiaccio.
Non lo sopportavo.
Non sopportavo quel suo carattere e i suoi modi di fare.
Non si abbraccia una ragazza e le si dicono belle parole per poi correre dietro a tutte le belle ragazze che passano.
Quel ragazzo mi avrebbe fatto impazzire.
O forse già lo ero...

"Già. Sopratutto se si ha un corpicino niente male come il tuo... oh mamma guarda che boccie!!" Disse Roman prima parlando con me per poi spostare lo sguardo su una ragazza che stava passando davanti a noi.

"Ehi! Mi ci fai fare un tiro?" Continuò Rom correndole dietro e mimando un tiro a bowling verso la ragazza.
Quel ragazzo era un altro caso perso.

"Vieni Ari. Meglio darti una ripulita" disse Sophia prendendomi per mano e portandomi verso il 'bar'.
Una volta entrare iniziai a guardarmi un po' in torno. Era molto carino e senza troppe persone, a differenza della folla fuori.
Gettai un occhiata fuori da una delle finestre e rimasi piacevolmente sorpresa vedendo che Valery aveva finalmente smesso di pomiciare con il palpatore seriale.
Almeno non avrebbero rischiato di procreare per un po'.
Chissà cosa stavano facendo Dylan e quella ragazza... NO!
Ariet smettila!! Non pensare a lui!
Scacciai velocemente quel pensiero dalla testa e seguì Sophia fino al bagno.
Appena chiuse la porta alle nostre spalle mi squadrò da capo a piedi acquisendo una posizione da 'intellettuale' massaggiandosi il mento con le dita.
Dopo un po', senza dire nulla, afferrò la mia maglia, prese due strappi sui lati alla base della maglia e tirò.
Il suono della maglietta che si strappava mi fece scappare un piccolo gemito di sorpresa.
Non dissi nulla. Anche se avrei tanto voluto urlarle contro. Una maglia che prima mi arrivava fino a sotto il sedere adesso era diventata un crop top che lasciava scoperta buona parte della mia pancia.

!SOSPESA! Bad LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora