– Stiamo girando in tondo da più di venti minuti – Gli fece notare Cassie in tono irritato.
Aveva ragione ma Nate non aveva nessuna voglia di dirglielo. Era ancora arrabbiato con lei per quello che gli aveva detto quella mattina, quando si era fatto trovare in camera sua per parlarle. Lei sembrava dispiaciuta per l'accaduto. Aveva notato come lo guardava e come gli parlava, ma questa volta non aveva intenzione di cedere.
– Basta! Chiamo Ethan e gli dico di andare via.
Nate alzò gli occhi al cielo. A volte si comportava come una bambina capricciosa e questa era una di quelle volte.
– Gli ho mandato dei messaggi ma non risponde.
Cassie posò il cellulare – E se gli fosse successo qualcosa? – chiese preoccupata.
– Ethan sa badare a sé stesso.
– Se così fosse sarebbe venuto fin qui da solo, non credi? – Riprese il cellulare e compose il numero. Pochi secondi dopo fece una smorfia che Nate non riuscì a identificare e posò nuovamente il cellulare – Vado a cercarlo.
– Sei disarmata – le disse in tono annoiata.
Cassie sorrise ed estrasse l'arco da sotto la maglia, uno di quello super tecnologici che si ripiegavano e si aprivano con un semplice pulsante. Poi alzò la gonna fino a metà coscia e tirò fuori un paio di frecce. Seppure imbarazzato, non potè fare a meno di notare che era stata davvero brava a nascondere le armi.
– Allora? Vieni con me o rimani qui a gironzolare per altri venti minuti?
– Non abbiamo controllato un piano.
– Ma chi se ne frega! Tuo fratello non risponde alle chiamate, dobbiamo vedere che cosa gli è successo.
Nate sbuffò – Non possiamo andare via se non abbiamo controllato tutto. Probabilmente quello sciocco non ha impostato la suoneria!
– Ethan risponde sempre al telefono – ribattè lei. Lo aveva detto con un tono così convinto che Nathan non poté fare altro che fidarsi, come sempre.
Estrasse un coltello dalla tasca interna del giubbotto e la guardò – Sbrigati prima che cambi idea.

Gli faceva male la testa e quel ronzio non aiutava affatto. Aprì gli occhi ma inizialmente vide solo buio pesto. Sbattè le palpebre più volte e i sensi di lupo lo aiutarono a vedere meglio.
Era una stanza sudicia, le pareti erano imbrattate di uno strano colore scuro e c'era buzza di urina, vomito e soprattutto sangue.
Non ricordava come fosse arrivato la, ma sicuramente non era entrato con i suoi piedi. Aveva mani e piedi legati e quando tentò di strattonare le catene quasi urlò per il dolore. Le guardò e capì che erano fatte d'argento. Chiunque lo avesse portato laggiù sapeva che era un lupo.
Sentì dei passi provenire nella sua direzione e quando alzò lo sguardo vide una donna. Era vestita bene, un lungo abito rosso e un giacchino nero di seta, dello stesso colore dei suoi lunghi capelli lisci. Era senza dubbio un vampiro, lo capì dal suo profumo. La donna sorrise e gli prese il mento tra le dita.
– Sei davvero un bel bocconcino cacciatore – disse girandogli la testa prima da un lato e poi dall'altro per ammirarlo meglio – Peccato che non possiamo risparmiarti.
– Risparmiarmi? – ripetè. Non ebbe il tempo di fare altre domande perché si sentì sollevare. Due uomini, altri vampiri, lo stavano sollevando e lo stavano portando verso un tavolo d'acciaio.
La donna gli puntò una grossa luce addosso e gli sbottonò la camicia – Mi sarebbe piaciuto assaggiarti, ma gli ordini sono ordini.

Nate sentì un urlo e a quel punto non ebbe più nessun dubbio che il presentimento di Cassie fosse giusto. Corse il più velocemente possibile ed entrò in quella che sembrava la sala operatoria di un ospedale.
Ethan era disteso su un tavolo d'acciaio e c'era una donna su di lui che impugnava una specie di bisturi. Non appena li vide, la donna tento di scappare. Nate prese il coltello ma poco prima che lo lanciasse, la donna urlò di dolore.
Si voltò e vide Cassie, con l'arco in mano. Le aveva lanciato una freccia sulla coscia e, proprio in quel momento ne lanciò un'altra che colpì la donna sul fianco.
– Prendeteli! – urlò la donna e poco dopo alle sue spalle comparvero due uomini. Erano abbastanza esili ma qualcosa gli diceva che erano parecchio forti.
– Vai via – disse a Cassie, ma lei era concentrata a prendere la mira per lanciare un'altra freccia. Gli mise una mano sulla spalla – Ti ho detto di andare via Cassie!
Lei non lo ascoltò e scoccò la freccia vicino al cuore di uno dei due uomini. Non lo mise al tappeto ma lo rallentò, al contrario dell'altro che ormai era a pochi passi da loro. Non potevano perdere tempo. Prese un altro coltello e lo lanciò ma il colpo andò a vuoto. Improvvisamente l'uomo si diede lo slancio e si avventò su Cassie.
– No! Lasciala stare! – urlò. Si mise davanti e l'uomo e questo si avventò su di lui.
Non fece in tempo a vedere la reazione dei Cassie. L'uomo era abbastanza forte, proprio come aveva immaginato. Lo fece cadere di schiena e si mise a cavalcioni su di lui. Nate non aveva più nessuna arma e anche se l'avesse avuta non avrebbe fatto in tempo a prenderla dal momento che era praticamente bloccato.
Alle spalle dell'uomo vide Cassie. Stava lottando contro l'uomo ferito con tutte le forze. A un certo punto sfilò la sua stessa freccia le gliela riconficcò sul petto, dritta sul cuore.
Si voltò verso di lui. Si guardarono per qualche attimo e Nate ebbe l'impressione che lei stava per correre in suo aiuto ma un momento dopo si voltò e andò da Ethan. Non avrebbe dovuto dar peso a quel gesto, e pure ci rimase male. Un vampiro gli stava puntando il suo stesso coltello alla gola eppure lui si preoccupava del fatto che Cassie avesse salvato Ethan e non lui.
Si concentrò sul suo avversario e tentò di divincolarsi. Ormai stava perdendo le forse e non oppose resistenza quando l'uomo gli tenne entrambi le mani ferme. Nell'altra mano stava ancora brandendo il coltello.
– Quali sono le tue ultime parole cacciatore? – Stava già facendo pressione sulla carotide. Di lì a poco lo avrebbe ucciso.
Improvvisamente l'uomo spalancò gli occhi e il suo petto si tinse di una macchia rossa. Si portò le mani sul punto ferito e disse qualcosa a bassa che Nate non capì. L'uomo cadde di lato e pochi secondi dopo iniziò a rangrizirsi.
Nate alzò gli occhi e vide Cassie. Aveva ancora l'arco in mano ma lo stava tenendo basso. Sapeva che avrebbe dovuto ringraziarla ma non disse nulla e lei fece lo stesso. Gli voltò le spalle e corse verso la stanza.
– Vieni a darmi un mano! – gli urlò.
Nate si alzò di colpo ricordandosi che la dentro c'era ancora Ethan. Quando entrò e lo vide lo assalì una rabbia furiosa – Che cosa ti hanno fatto?
Ma Ethan non rispose – E' svenuto. Ha perso molto sangue – gli disse Cassie.
Nate si avvicinò al fratello ferito e lo sollevò. Cassie si fece avanti per sorreggergli l'altra spalla ma lui gli scosse la testa – Faccio da solo, tu chiama Morgan.
Cassie fece come le era stato chiesto. I soccorsi arrivarono qualche minuto dopo. Un ragazzo caricò Ethan ancora svenuto su una barella e lo portò via.
Lui rimase la, immobile, a guardare la macchina che andava via e portava suo fratello nell'ala del palazzo dedicata ai soccorsi. Sapeva che non era nulla di grave, non avrebbe rischiato la vita, ma vederlo in quelle condizioni lo aveva scosso molto. Non avrebbe mai immaginato che il legame fraterno fosse così forte ma da quel momento in poi non avrebbe più avuto nessun dubbio al riguardo.

Quando rientrò in casa, Cassie si rese conto di essere quasi completamente ricoperta di sangue. Tra lo schock di aver visto Ethan in quello stato e l'adrenalina del combattimento, non si era resa conto delle sue condizioni.
Sotto la doccia notò che anche lei era rimasta ferita: un piccolo tagli sul polpaccio. Non sapeva come se l'era procurato nè le interessava. Il suo pensiero principale era Ethan.
A differenza da quanto si era immaginata, non aveva nulla di grave. Quella vampira gli stava facendo una vera e propria esportazione di organi senza nessun tipo di anestesia. Ethan aveva perso molto sangue ed era svenuto per quello e probabilmente anche per lo shock ma non aveva riportato lesioni a organi vitali o traumi gravi.
Nathan e Morgan erano rimasti insieme a lui mentre lei, che non si sentiva affatto bene, aveva deciso di tornarsene a casa. Nate era parecchio scosso ma Cassie non sapeva se fosse per via del fratello ferito o perché aveva pensato che lei lo avrebbe lasciato morire per mano del vampiro.
Sentì scattare la serratura della porta d'ingresso e si alzò di corsa. La prima persona che vide fu Morgan. La guardò per un breve istante e poi aiutò Nathan a portare Ethan nella sua stanza. Cassie si sedette nel divano del salone mentre Nate portava Ethan nella sua stanza e poco dopo Morgan la raggiunse.
– Stai bene?
Cassie annuì – Lui come sta?
– Bene. Solo un po' scosso. Non deve essere stato facile vedere suo fratello in quello stato e non c'è da biasimarlo! Se fossi stato al suo posto...
– Parlo di Ethan – lo interruppe lei.
– Ah – fece un sorriso – Deve stare a riposo per un po'.
Cassie annuì e poco dopo comparve anche Nate nella stanza – Scusate, non volevo interrompervi.
– Non preoccuparti – disse Morgan alzandosi – Devo tornare in ufficio – Poi rivolse uno sguardo a Cassie – So che non è il momento adatto, ma dobbiamo parlare della tua festa di compleanno.
Cassie sbuffò – Ancora con questa storia? Non sarebbe meglio lasciare stare?
Morgan scosse la testa – Assolutamente no! – Diede un rapito sguardo al display del cellulare – Adesso vado, ti aspetto stasera nel mio appartamento.
Quando Morgan chiuse la porta, Cassie si lasciò andare sul divano e chiuse gli occhi. Non era riuscita a dormire bene negli ultimi tempi e tutte quelle missioni la stavano stremando.
– Quindi tra poco sarà il tuo compleanno.
Trasalì. Non lo aveva sentito arrivare e sedersi al suo fianco – Da quando t'importa?
– Infatti non m'importa, era solo una domanda.
Cassie spalancò gli occhi – Se devi iniziare a fare l'arrogante è meglio che te ne vai. Anzi – si alzò – Me ne vado io!
Fece per alzarsi ma Nate la trattenne per il polso. La tirò verso di sé e la strinse contro il suo petto. Cassie potè sentire quanto batteva il suo cuore, sembrava impazzito, proprio come Nate.
Non sapeva cosa dire o cosa fare. Rimasero in silenzio fino a che lui non le accostò le labbra all'orecchio provocandole un brivido lungo tutto il corpo.
– Grazie per avermi salvato la vita – sussurrò. Poi la lasciò andare e quasi corse via, in direzione della sua stanza.

La Cacciatrice Ibrida 2Where stories live. Discover now