Capitolo 2

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Mi svegliai molto presto quella mattina...Oddio, svegliai è una parola grossa perché non ero riuscita a chiudere occhio.
Mi alzai e presi una gonna blu che arrivava sopra al ginocchio e la giacca dello stesso colore, una camicetta celeste e delle scarpe bianche con il tacco.
Uscii di casa e mi misi al volante. Arrivai al manicomio in poco tempo.
"Oggi hai di nuovo quello dai capelli verdi" disse Alex, un ragazzo della sicurezza "perché?" Gli chiesi bevendo il caffè che mi ero appena comprata "perché vuole parlarti" disse lui semplicemente bevendosi il suo cappuccino freddo.
Ripensai ai suoi lucidi capelli verdi e ai suoi occhi azzurri, non so perché ma quel ragazzo mi attirava. Oltre ad essere bello era anche intrigante, misterioso e in un certo senso intelligente.
Arrivai nel mio ufficio e mi guardai intorno, e poi vidi lui. Non so per quale motivo lui fosse già lì e non so neanche come abbia fatto ad entrare.
"Joker, cosa ci fai qui?" Chiesi io posando la borsa il più tranquillamente possibile, lui non rispose e mi guardò, si muoveva avanti e indietro e sembrava avesse uno sguardo perso. Mi misi seduta davanti a lui e sorrisi delicatamente "come stai oggi?" Gli chiesi, la mia voce sembrava turbata e intimidita "voglio raccontarti una storia, bocconcino" mi disse "bene, dimmi" presi il mio quaderno e penna e scrissi la data.
"C'era una volta un ragazzo innamorato, molto innamorato, che lavorava in una specie di fabbrica. Questo ragazzo si divertiva a passeggiare sulle rampe che davano sui discarichi chimici, gli piaceva guardare il verde e le bollicine che si creava su quel manto verde. Cosa successe, successe che un suo collega lo spinse e questo ragazzo cadde in questi discarichi." Lo guardai " è la tua storia? È per questo che sei diventato così?È per questo che sei diventato così?"Gli chiesi scrivendo tutto sul mio quaderno, sentivo il suo sguardo su di me e mi eccitava, mi eccitava veramente tanto ma quella storia rimaneva assurda "sei perspicace, tesoro" rise e poi mi prese la mano di scatto "che vuoi fare?" Lui rise "non voglio farti del male, tranquilla" guardai le sue dita affusolate "Harley-" lo guardai e lo corressi "Harleen" dissi abbassando lo sguardo "NoNo, tu sei Harley" ripensai a quel nome, era quello del sogno, era il nome di quella ragazza che mi somigliava tanto. Non aveva più la camicia di forza e mi venne dietro, io rimasi seduta immobile. Mi mise le mani sulle spalle e con i pollici mi obbligò ad alzare la testa e lo guardai dritto negli occhi. Mi sottometteva completamente e io amavo questa cosa.
Lui avvicinò il suo viso al mio e cercai di memorizzare ogni minimo particolare.
"Bocconcino, quando uscirò da qui tu verrai con me" mi disse, lo guardai e non so per quale motivo annui.
Brava bambina.
Disse la mia coscienza.
Jack lo venne a prendere e lo riporto in cella, sentivo ancora i suoi occhi su di me "guarda avanti, coglione" gli disse Jack.
Stronzo.
Parlai con altre due persone ma la mia mente tornava sempre a lui.
Quando tornai a casa mi guardai allo specchio, come era mio solito fare e notai di essere ancora più pallida. Due cose mi saltarono all'occhio.
Avvicinai il mio viso allo specchio e presi un capello, aveva un colore diverso dagli altri...sembrava blu. Strappai il capello con forza  e mi guardai per bene allo specchio.
Una macchietta nera sulla guancia, ma piccola quasi invisibile, più piccola di un neo. Mi allontani dallo specchio e mi portai le mani sulla bocca. Ripensai al sogno e spalancai gli occhi, cosa mi stava succedendo?
Forse era solo la mia immaginazione, ma si! Probabilmente si.
Scrissi un messaggio a mia madre come facevo ogni giorno e poi chiamai il mio migliore amico.
"Harleen!" Disse lui felice di sentirmi "come va?" Disse "bene! Anche il lavoro tutto ok, è strano lavorare in un manicomio...ma non lo so è figo" rido e lui fa lo stesso "beh calcolando il fatto che sei pazza" disse lui scherzando. Decisi di raccontagli del sogno e decisi anche di dirgli dei miei capelli e della macchietta che mi era apparsa sul viso "vedi che sei pazza?" Mi disse lui ridendo, me lo immaginai con le lacrime agli occhi e sorrisi per quella visione.  Dopo una mezz'ora attaccai e mi misi a dormire.
JOKER SI AVVICINAVA A ME CON SOLO UN PAIO DI BOXER ADDOSSO, ERA MOLTO SEXY E BELLO. GUARDAVA IL MIO CORPO VOME SE FOSSE UNA CARAMELLA PER UN BAMBINO E SI AVVICINAVA PIANO, PIANO.
Mi svegliai alle sei e mi preparai, decisi di cancellare il sogno una volta per tutte. Non era il momento di perdermi nei pensieri e sicuramente Joker non mi avrebbe mai più sottomessa anche se mi piaceva molto quando lo faceva.Ero io quella che comandava in quell'ufficio e dovevo farglielo capire una volta per tutte.
Mi vestii e mi lavai, poi andai a prendere la mia macchina in garage.
Macchine azzurre e rosa mi circondavano, mi guardai intorno e inizia ad urlare. Urlavo così forte che la mia voce rimbombava nel garage. In pochi secondi tutte le auto tornarono del loro colore normale e in quel momento pensai di essere una pazza assoluta.
Corsi verso la mia macchina e mi diressi velocemente verso il manicomio.
"Dottoressa Quinzel!" Disse una mia collega di nome Sophie, sembrava allarmata "Sophie! Che è successo?" Venga disse prendendomi per un braccio e portandomi verso un corridoio a me sconosciuto. Sophie mi spiegò velocemente che quella parte era il corridoio dove i 'pazzi' venivano isolati del tutto.
Urla strane e preoccupanti venivano fuori da quel corridoio "Deve parlare assolutamente con Joker" disse lei con voce tremante, entrai dentro la sua cella e lo vidi all'angolo con le braccia sanguinanti.
Mi avvicinai a lui velocemente e lo guardai "Joker!" Urlai e mi buttai vicino a lui in mezzo al suo sangue.
Mi guardai intorno e vidi che su tutte le pareti c'erano delle scritte con il sangue.
AH AH AH.
Era scritto ovunque, era la cosa più paurosa che abbia mai visto in tutta la mia vita, ma ormai quelle stranezze da parte sua non mi meravigliavano più, in qualche modo le stavo facendo mie.
Dopo averlo fasciato gli chiesi cosa volesse dire "dimmi un po' Harleen" disse lui con un sorriso inquietante in volto "che sogni fai nelle ultime notti?" Disse lui guardandomi dritta negli occhi e provocandomi una sensazione mai provata prima "cosa vuoi dire" in quel momento fu lui a prendere i miei polsi e li strinse fortemente portandoseli a se "mi hai sognato?" Rise di nuovo "si" dico io abbassando lo sguardo "Harley Harley Harley" disse lui muovendo la testa.
"Me lo fai un favore?" Disse lui sorridendo dolcemente, o almeno è quello che ha cercato di fare.
"Si...o meglio...dipende" sorrise "procurami una mitragliatore" spalancai gli occhi e lo guardai "ma-" m'interruppe "sei quella giusta Harley, sei quella giusta".
In quel momento tante domande si fecero strada nella mia mente. Giusta per cosa? E che cosa doveva farci con un mitragliatore?
Harley Quinn.
Sentii delle voci che dicevano quel nome e non so per quale motivo sorrisi. Stavo diventando pazza? Mi sentivo diversa dal solito, strana ma era una piacevole sensazione.
Arrivai a casa mi stesi sul letto, poi decisi di farmi una doccia. Mi levai i vestiti e mi girai verso lo specchio.
BAM.
Metà capelli rosa e metà blu, ero pallidissima e avevo lo stesso trucco della ragazza del sogno, anche quel fottuto cuore nero sbiadito. Mi allontanai dallo specchio e mi misi paura a guardare quello spettacolo.
Mi misi dei vestiti e andai al manicomio. Dovevo capire assolutamente cosa mi stava succedendo.
Fine capitolo.

Harley e Joker || Suicide Squad Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora