Prologo

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2001
A Giancarlo Minardi piacevano le gare di kart. Ogni volta che il lavoro glielo permetteva si rifugiava tra il pubblico di qualche kartodromo, e guardava quei ragazzini che se le davano di santa ragione. Era una bella via di fuga dalla Formula 1, ogni tanto. Non c'erano tutte quelle regole, tutta quella tensione, tutto quel rigore. Era quanto di più vicino ci fosse alla competizione pura.

Quell'afosa domenica di agosto, Minardi osservava con attenzione un ragazzino in particolare; aveva un kart quasi tutto bianco, anonimo, e stava scalando la classifica con abilità sorprendente, dopo essere partito dal fondo. Superava i compagni come fossero birilli, ostacoli, oggetti fermi in mezzo alla pista. Scattava a sinistra, poi a destra, e quando l'avversario andava in protezione eccolo che si ributtava di nuovo a sinistra e si prendeva la posizione. Gli ricordava un po' il suo pilota titolare, Fernando Alonso, quando lo vide per la prima volta in Formula 3000. E proprio mentre il ragazzino, con una manovra spettacolare, artigliava la seconda posizione una manciata di metri prima del traguardo, Minardi decise che quel talento andava coltivato, e non poteva permettere che lo facesse qualcun altro.

Così si fece largo tra la folla di genitori e parenti festanti che scendeva dagli spalti per congratularsi con i rispettivi figli, che stavano parcheggiando i kart a bordo pista. Il ragazzino che aveva adocchiato se ne stava un po' in disparte, chino sul suo kart come se ci stesse parlando, il casco ancora in testa. Anche la tuta, così come il mezzo, era prevalentemente bianca e anonima, fatta eccezione per qualche macchia d'olio, a differenza di quelle sgargianti e piene di loghi degli altri.

Minardi gli posò una mano sulla spalla, e il ragazzo sussultò. Si voltò di scatto, e da sotto al casco un paio di iridi azzurre si dilatarono dallo stupore quando vide chi aveva davanti.

-Complimenti, ragazzo- Minardi gli sorrise e gli tese la mano -Guidi davvero bene. Posso sapere il tuo nome?-.

Da sotto al casco provenne un mormorio indistinto, e Minardi gli fece cenno di toglierlo, sfoderando un sorriso incoraggiante.

Il suo interlocutore tentennò un istante, poi con una lentezza esasperante slacciò il cinturino e se lo sfilò tenendo lo sguardo basso, quasi si sentisse in colpa.

Minardi dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non far trapelare quanto effettivamente fu sorpreso di trovarsi di fronte il volto di una ragazzina, incorniciato da una cascata di capelli nerissimi.


Spazio autrice
"Autrice" è una parola grossa quando si parla di me, ma vabbè, ci tenevo a dire un po' di cose su questa specie di storia che ho finalmente deciso di iniziare a pubblicare.
L'idea di una pilota donna in Formula 1 mi ronza in testa da circa 6 anni, ma non sono mai riuscita a concretizzarla seriamente, ho cominciato un mare di storie che poi non ho mai finito o proprio cestinato. Adesso ho finalmente deciso di provare a pubblicare qualcosa... e vedremo come va.
Questa è una storia senza nessunissima pretesa, che sto scrivendo di getto così come viene, quindi chiedo scusa in anticipo se sembrerà sconclusionata o incasinata.
Mi inizio a scusare adesso anche per il fatto che a volte ho dei periodi di blocco che possono durare anche mesi, e che non sono proprio velocissima ad aggiornare, salvo periodi super ispirati in cui scrivo come un treno.

Grazie a chi mi seguirà nonostante tutto xx

LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora