2. Ombre (passato)

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Una bambina sgattaiolò di nascosto per le scale, sentiva il bisbiglio dei sui genitori, sembravano preoccupati, lo erano ormai da giorni per qualcosa di cui non volevano parlare, ogni volta che la piccola Elena provava a chiedere cosa succedesse loro la liquidavano con un sorriso o una scrollata di spalle, così non le rimaneva altro da fare se non cercare di capire da se cosa stesse succedendo.
<<Non possiamo fare proprio niente?>> chiese nervoso Dimitri.
Jane negò con la testa <<Ho parlato con l'avvocatessa e con una mia collega, è il suo unico parente quindi ha il diritto di prenderlo in affido>>
Dimitri diede un pugno al tavolo facendo sobbalzare la donna <<Ma sono passati due anni! Due cazzo di anni! Dove era quell'uomo tutto questo tempo? Daniel è come un figlio per noi ormai!>> ruggì l'uomo, si sentiva impotente di fronte a tutto quello.
La donna annuì con le lacrime agli occhi <<Ma non lo è ..>> lo sussurrò soltanto ma nel silenzio della casa risuonò come un'accusa urlata <<Ed è per questo che ce lo porteranno via..>>
La bambina dal suo nascondiglio sopra le scale si tappò la bocca con le mani per impedire di farsi scoprire, mentre la verità le schiacciava il cuore in una morsa, ecco quale era la terribile verità, ecco cosa cercavano di nasconderle i genitori: volevano portargli via il suo Daniel.
Ma Elena non era la sola ad origliare, anche qualcun altro pochi metri più indietro di lei stava ascoltando, un bambino di dieci anni, con i pugni stretti e lo sguardo di chi era stato tradito.
"Ma non lo è ..." quelle parole gli rimbombavano sulle orecchie, accoltellandolo ancora e ancora, non si era mai illuso in quei due anni di far parte di quella famiglia perfetta, eppure chissà perché aveva sperato che loro lo amassero almeno un po'.
"Ma non lo è ..."
No, lui non era loro figlio e loro non avrebbero lottato per lui, perché lui non era nessuno per loro, solo uno sconosciuto che non si voleva far toccare e che non parlava mai.
E improvvisamente nacque, così veloce e così letale, un odio da sterminare il mondo, un odio tanto potente perché nato dall'amore.
Come sentendo una presenza dietro di se la piccola Elena si voltò vedendo lo sguardo di Daniel luccicante di odio e di lacrime trattenute, aveva sentito tutto anche lui.
Elena provò ad avvicinarsi per consolarlo e dirgli che avrebbe parlato con mamma e papà, che li avrebbe convinti a lottare, a non arrendersi, ma Daniel non si fece avvicinare scappò via chiudendosi in camera sua con un tonfo.
<<Daniel!>> urlò la bambina bussando intensamente <<Daniel!!>>
Lui la ignorò infuriandosi con se stesso, che si era aspettato? che lo amassero veramente? nessuno lo amava, nessuno lo poteva amare, lui non era fatto per l'amore lo sapeva.
E allora perché ci cascava? Perché ci rimaneva tanto male?
<<Daniel ti prego aprimi!>> lo scongiurò la sua rosa, il cuore del piccolo Daniel si intenerì sentendo la voce di quella dolce bambina spezzata dal pianto, e così, senza volerlo, aprì la porta. La bimbetta gli si buttò tra le braccia piangendo <<Non glielo permetterò!>> disse singhiozzando sul suo petto, avevano solo due anni di differenza ma Daniel era già molto alto per la sua età e si notava già il bel ragazzo che sarebbe divenuto dopo pochi anni.
Il cuore di Daniel prese a battere più forte del normale, non sapeva perché ma quella bimbetta gli era entrata nel cuore molto più degli altri. Non aveva consentito a nessuno di toccarlo in quei due anni, solo a lei, solo alla sua rosa aveva dato il permesso, solo lei poteva sfiorargli i capelli arricciati o posargli un dolce bacio sulla guancia.
<<Scapperemo insieme!!>> disse la bambina tirando su con il naso <<Solo io e te! e poi quando mancheremo tanto a mamma e papà loro ci chiederanno scusa e tu rimarrai con noi! Vedrai!>> disse convinta.
Per una frazione di secondo Daniel si permise di sognare, di fare il bambino e fingere che tutto potesse essere così semplice.
Per Elena lo era veramente, lei era davvero disposta a scappare con lui, e quello non andava bene, doveva farle cambiare idea.
Daniel indossò per la prima volta con Elena quella maschera di freddezza che indossava con tutti gli altri.
<<Ma che cosa dici ragazzina?>> chiese freddo allontanandola da se <<Vai a letto e smettila di fantasticare>>
Elena lo guardò ferita, perché era così cattivo con lei? Lei voleva solo consolarlo e allo stesso modo ricevere consolazione da lui.
<<Ma Daniel ...>> tentò, lui la interruppe immediatamente.
<<Non hai pensato che forse sono io a volermene andare?>> disse freddo, doveva fingersi cattivo, farla soffrire ora per non farla soffrire maggiormente dopo.
<<Ma cosa dici?>> chiese sorpresa Elena, le lacrime che non smettevano di colarle dagli occhi.
<<Forza mi sono annoiato, voglio dormire..>> disse Daniel sdraiandosi sul letto.
<<Ma ..>> tentò nuovamente Elena.
Ma lui non le diede scampo <<Basta El!>> urlò rabbioso <<Vai a letto e lavati quella faccia che così conciata sembri un pagliaccio!>> disse per ferirla, benché pensasse tutt'altro, benché in realtà pensasse che Elena era bellissima anche così: con il naso e le guance rosse, gli occhi umidi per le lacrime e le labbra gonfie e rosee.
Ma Elena questo non poteva saperlo, perché a quell'età i bambini non avevano la malizia di capire certi sentimenti, la piccola Elena non poteva sapere che ciò che quel bambino, che lei considerava più che un fratello, provava per lei fosse più forte dell'affetto.
<<Sei cattivo!>> gli urlò lei <<Io ti odio...>>
Quelle tre parole lo ferirono più di tutto quello che era già successo, fu come sentirsi strappare via tutta la felicità dal corpo, ma non disse nulla, non provò a cambiare la situazione, aspettò che lei se ne andasse per permettere a quella lacrima insolente di rigare il suo volto.

***

I giorni seguenti passarono in uno stato quasi di trans per tutti, Jane e Dimitri cercarono di spiegare a Daniel che quella non era una loro scelta, che erano stati obbligati, ma Daniel non ci credeva, Se ami qualcuno veramente non lo lasci andar via no? Lotti per lui fino alla fine, ma loro non lo avevano mai amato e di questo era convinto.
Quando infine arrivò Olivia, era questo il nome dell'avvocatessa che lo avrebbe portato da suo zio, Daniel si finse indifferente benché dentro di se urlasse.
Jane e Dimitri non riuscivano a credere che dopo due anni, dopo tutto l'amore che avevano provato per quell'anima ferita qualcuno glielo portasse via.
<<Daniel ti vogliamo bene>> disse Jane tra le lacrime chinandosi all'altezza del bambino per essere sicura che lui vedesse la sincerità dei suoi occhi.
Lei sapeva che lui non le credeva, ma aveva bisogno di dirglielo lo stesso.
<<Ti riprenderemo, mi hai capita? Troveremo un modo!>> continuò a dire, la voce ormai impastata da lacrime che non riusciva a trattenere, accanto a se il marito le stringeva la spalla cercando di darle parte di quella forza che anche lui sentiva venir meno.
Daniel guardò entrambi e improvvisamente tutto il rancore nei loro confronti sparì, forse aveva capito che non mentivano o forse aveva solamente bisogno di loro.
Daniel si buttò tra le braccia di Jane piangendo, permettendo a se stesso di essere fragile, di essere ancora bambino per un po' <<Ti voglio bene mamma>> disse per la prima volta, lo sussurrò talmente piano che Jane temette di averlo solo sognato. Un singhiozzo incontrollato straziò il petto della donna mentre stringeva a se il corpicino di quel bambino che non le aveva mai permesso di avvicinarlo e che ora le stava dando il dono più grande: non solo il suo affetto ma anche la sua fiducia.
Dimitri si chinò abbracciando entrambi colto da un'istinto più forte di lui: proteggere la sua famiglia, i suoi tesori.
<<Dobbiamo andare...>> disse imbarazzata la voce dell'avvocatessa, Daniel alzò il volto dalla spalla di Jane, si asciugò gli occhi e annuí, doveva essere forte, doveva farlo per loro, doveva renderli orgogliosi cosicché non si dimenticassero la loro promessa.
<<Non è giusto...>> sussurrò Jane tra le braccia del marito.
Olivia si sentì stringere il cuore ancora di più ma purtroppo aveva le mani legate <<Fate come vi ho suggerito...>> disse <<Io non posso far nulla e lo sapete bene, ma il giudice si... >> abbassò lo sguardo verso il bambino, non cercò di prenderlo per mano, sapeva che lui avrebbe rifiutato qualsiasi contatto fisico. <<Andiamo tesoro...>> disse soltanto cercando di guidarlo verso la macchina, il bambino annuì facendo per seguirla, ma improvvisamente una voce lo fece fermare <<Daniel!>> urlò Elena scendendo dalle scale di corsa, aveva disubbidito ai suoi genitori, che avevano vietato ai bambini di scendere, ma non le importava, che la mettessero in punizione per tutta la vita ma lei aveva bisogno di lui e non lo avrebbe lasciato andar via così.
Gli corse incontro tenendo qualcosa dentro la mano, una volta difronte a lui l'aprì mostrando a tutti il suo portafortuna, un cuore di rame, non era nulla di speciale ma Daniel sapeva quanto contava per Elena <<Ritorna da me...>> lo pregò la bambina dandogli il portafortuna, Dimitri le sorrise, era stato cattivo con lei in quei giorni, l'aveva trattata male perché era ferito e voleva ferire gli altri altrettanto sopratutto coloro ai quali teneva di più.
La sua rosa, le aveva regalato la cosa più importante che aveva mentre lui le aveva dato in cambio solo rispostacce e malumore.
All'improvviso un'idea gli lampeggiò negli occhi infilò una mano sotto la maglietta estraendo il suo piccolo segreto, la collana di sua mamma, era un ninnolo innocente, una pietra d'Ambra a forma di rosa, il tesoro più sacro che aveva, l'ultimo ricordo di colei che lo aveva messo al mondo, non ci pensò due volte: se lo sfilò dal collo mettendolo alla bambina, che lo guardava a occhi sgranati, lei sapeva quanto fosse importante per lui. A nessun altro aveva detto il motivo, solo a lei.
<<Custodiscilo per me come io farò con il tuo>> le disse con un fervore che non si pensava possibile in un bambino di soli dieci anni <<Ritornerò El! Te lo prometto!>> e quello fu il giuramento più sacro che potesse fare, sentiva il cuore battergli all'impazzata mentre si allontanava con Olivia.
<<Me lo hai promesso!>> gli urlò dietro la bambina <<Ricordati che me lo hai promesso!>> sussurrò mentre lo vedeva sparire dentro la macchina e poi per le strade infinite della città.

Angolo Autrice

Buongiorno stupende persone! Allora è un'intero capitolo sul passato quindi cercherò di aggiornare di nuovo domani! 😍😘
Piccola parentesi, so che il termine avvocatessa non è del tutto corretto in italiano ma "chissene" io lo uso perché non ha senso dire avvocato e non avvocatessa! Chiusa questa parentesi femminista, vi ho confuso le idee ancora di più con questo capitolo vero? 😏😏 lo sapete che mi piace fare la misteriosa! Un bacio! 😘

La vostra
~Debis13~

Come Acqua e FuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora