Alabaster

116 11 6
                                    

Appena Iris si fu allontanata, Alabaster lasciò che la frustrazione prendesse il sopravvento. Si alzò in piedi, camminando avanti e indietro accanto al fuoco come un animale in gabbia. Perché lo metteva così in difficoltà la gentilezza di Iris? Forse perché non ci era abituato, era praticamente sempre rimasto solo. Forse perché era un esiliato e si sentiva tale e non aveva più avuto occasione, negli anni, di fare amicizia con altri semidei.

Anche se non tutti gli altri eroi la vedevano dal suo punto di vista, nessuno gli aveva impedito di fare gruppo, se lo era imposto da solo. Quando stai nella solitudine per troppo tempo, poi ti ci abitui. In questo modo, si era trasformato in un misantropo, mal sopportava i mortali e il suo uovo prossemico si era drasticamente ristretto. Per questo, probabilmente, aveva reagito bruscamente quando Iris aveva tentato di avvicinarsi per lui troppo, non certo per cattiveria. E poi, quale idiota non sarebbe stato lusingato dalle attenzioni di una ragazza bellissima? Se si fermava a pensarci, non poteva non ammettere che le attenzioni della ragazza fossero comunque piacevoli. Iris Marygold era certamente una persona dolce e sincera e splendida, con quei capelli biondi e vaporosi che profumavano sempre di fiori freschi e quei bellissimi occhi nocciola... stava divagando sull'aspetto della semidea, ma del resto era umano anche lui e ancora non cieco.

- Non ti riesce proprio di essere un po' più cortese con lei, eh? Ci sono diversi modi per dire la stessa cosa, tu continui a usare sempre quelli sbagliati, una capacità incredibile-

Voltandosi, Alabaster vide tornare Donovan, l'arco in spalla.

- Preferisco essere onesto, visto che lei lo è stata con me- replicò, sulla difensiva.

- Apprezzabile, ma Iris è una persona estremamente sensibile e credo che tu abbia già afferrato la questione. Si sta innamorando di te, quindi o mantieni la linea brusca e la respingi brutalmente, oppure la lasci entrare. Ma non la via di mezzo, la farà solo soffrire, perché lei non smetterà mai di preoccuparsi per te-

Il senso di frustrazione di Alabaster aumentò. Sapeva che Donovan aveva ragione, ma era combattuto, non voleva farle del male, ma al contempo rischiava di peggiorare le cose.

- Non posso farla entrare- disse.

- Allora sai cosa fare- concluse Donovan, che subito dopo si voltò bruscamente. Afferrò una freccia, incoccandola- qualcosa si avvicina-

Iris sbucò da alcuni cespugli con l'espressione allarmata e il suo fioretto sguainato. Alabaster si preparò a combattere con gli altri, ma quando videro cosa li attaccò, rimasero tutti abbastanza di stucco, tanto da rischiare di venire fatti a pezzi. Dal buio emersero tre enormi tori metallici che sputavano fiamme e, dalle fronde, piombarono giù come proiettili degli uccelli dalle affilate piume metalliche e i becchi lucenti.

- Tori della Colchide e Uccelli di Stinfalo!- esclamò Iris.

Sapevano di essere seguiti, ma quell'ammasso di ferraglia era davvero potente. Alabaster sollevò la propria spada in oro imperiale e affettò un uccello metallico che voleva cavargli gli occhi. Con un balzo, i tre si dispersero appena in tempo, i tori caricarono e sradicarono alcuni alberi, gettandoli lontano o incenerendoli. Donovan scoccava frecce ripetutamente con una velocità e una precisione impressionanti, abbattendo più uccelli di Stinfalo possibili. Alabaster era impressionato dalla sua abilità con l'arco, lui non era mai stato una cima. Dall'altra parte del laghetto, Iris non sembrava essere la classica fanciulla in difficoltà. Teneva testa ad un toro di bronzo celeste facendo guizzare la lama flessuosa del suo fioretto, che pareva una frusta. Alabaster, dal canto suo, faceva saltare in aria uccelli e tori che era una meraviglia grazie ai suoi incantesimi, ma erano comunque in un certo svantaggio.

Si ritrovarono ben presto accerchiati, tutti e tre schiena contro schiena.

- Sto finendo le frecce- annunciò Donovan.

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora