Capitolo 7

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Ormai mancano pochissime ore all'alba. Dopo la nostra conversazione sono tornata di sopra, con l'intenzione di andare al letto, così almeno ho fatto credere a papà. Non avevo voglia di dormire, ho dormito già troppo, fino ad oggi ho vissuto la mia vita come se fossi sempre una mezza addormentata. Ma come potevo essere così stupida, cosi cieca. Mi faccio pena da sola.
Come posso diventare una brava cacciatrice se non sono nemmeno in grado di capire cosa succede intorno a me.
Non cela faccio più, ho troppi pensieri per la testa, mi serve l'aria, adesso !
Esco sul balcone, subito un colpo di vento freddo e pungente mi colpisce la faccia. Mi serviva proprio questo, quel vento mia fa sentire viva e mi ricorda che questo non è un sogno, che tra poco non mi sveglierò nel mio letto avvolta da una coperta con i orsacchiotti. Quel ricordo mi fa ridere, ricordo che mia madre voleva che io buttassi quella coperta perché era troppo infantile per me e io orami non ero più una bambina, ma era l'unica cosa che all'ora mi faceva ricordare mio padre.
Dopo un po' mi sono accorta che stavo ridendo da sola come una pazza. Non dovrei più vivere con passato, devo chiudere quel libro e cominciare a scrivere uno nuovo che si chiama "futuro". Ormai questi anni non torneranno più, però il pensiero del futuro mi mette paura, e come buttarsi in un buco nero e buio, potresti atterrare senza un graffio oppure potresti morire, io potrei morire.
Basta ! Non voglio più pensare a queste cose ! Papa mi ha promesso, promesso che non mi succederà niente.
Mi guardo un po intorno, il sole non si vede ancora, ma si vedono le stelle. Non ho mai visto in vita mia un cielo così stellato, è da togliere il fiato. In lontananza si vedono le montagne coperte da neve. Le montagne sono circondate da tantissimi alberi senza foglie. Il paesaggio è bello ma macabro. Diedi una occhiata fuori dal balcone. Vidi una fontana senza l'acqua, con la polvere dentro sporca di sangue. La strada di pietra lungo la quale c'erano altre case. Non si sentiva niente, nemmeno una mosca. Era tutto così silenzioso, così spento, così senza vita.
Ho i brividi, sembra una città fantasma, un scenario perfetto per un film horror.
Ad un certo punto un rumore dei rami spezzati interrompere i miei pensieri. Mi abbassai subito, restai cosi per un paio di minuti, finché non senti un grido del lupo. Così ho deciso di alzarmi, ma quello che vidi mi fece fermare il cuore.
Sulla ringhiera del balcone ho trovato una rosa, ma non era una rosa normale, era una rosa rossa bruciata.
Ho deciso di prenderla, l'ho avvicinata al naso, il suo odore non era dolce e bello ma odorava di bruciato e di sangue, se morte potrebbe avere un odore sicuramente sarebbe questo.
In quel istante un'altro colpo di vento mi colpisce portando con sé due parole "Sarai Mia".
Feci cadere la rosa, ho cominciato a guardarmi intorno, ma quello che vidi mi fece pietrificare.
Due l'occhi blu come l'Oceano che mi fissano dal albero che si trova di fronte al balcone.
Lo so benissimo a chi appartiene questo sguardo pieno di possesso e seduzione.
Non dissi niente, non avevo intenzione di gridare l'aiuto, qualcosa mi diceva che era proprio quello che lui voleva.
Ci guardavamo così finché un colpo di vento non mi fece chiudere l'occhi.
Quando ho riaperto l'occhi, lui non c'era più. Si sentiva soltanto la sua risata malefica che il vento portava con sé, sempre più lontano finché il silenzio non cale di nuovo.

La Sposa Del Mostro (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora