MY DILEMMA IS YOU 4 (+ Cam's Pov)

Capitolo 12.

Canzoni per il capitolo:

Glades - Drive

Aquilo - Silhouette

Sono passate ormai due settimane dall'ultima volta che Matthew mi ha permesso di fare ingresso in quella stanza per vederla, due settimane da quando sento terribilmente la sua mancanza, due settimane da quando voglio solo rivedere il suo volto e i suoi occhi azzurri, due settimane da quando sono a Los Angeles dentro questo stupido hotel, due settimane da quando Trevor mi fare il giro dei posti che Cris amava di più a questo mondo.

"Cameron, io capisco la tua situazione. So che Cris è stata una parte importante della tua vita, ma qui a New York ti aspetta un lungo anno di lavoro. E se lei non si risvegliasse più? Non puoi mandare a quel paese i miei anni di lungo lavoro per poterti assicurarti un futuro." dice mio padre al telefono. I miei genitori sono a New York da davvero parecchio tempo, e in effetti non avrebbero tutti i torti per lasciarmi nella merda e andarsene via per godersi a pieno la loro vacanza.

"Ed è per questo che ti ho chiamato. Perchè ho bisogno di te"

"Sì, ma non posso passare la mia vita qui fino quando la tua bella addormentata non deciderà di svegliarsi." alzò la voce, e poi lo sentii sospirare per calmarsi. "Scusa figliolo, non volevo. Ma io e tua madre abbiamo bisogno di riposo. Sai che per lei è stato un anno parecchio difficile... Perciò dopodomani noi ce ne andiamo. Tu fai quello che vuoi."

" 'Fai quello che vuoi' ? In questo modo non mi dai alcuna scelta! Mi obblighi a tornare a New York"

"Ed è la cosa giusta da fare, figliolo. Pensa al tuo futuro." chiude la chiamata in questo modo. Mi lascia con una rabbia che sento salire sempre di più... Così tanto che lancio il cellulare, facendolo schiantare contro l'armadio della stanza.

Non posso lasciare Cris, perché sento che presto succederà qualcosa, ma non posso neanche stare qui per mesi in attesa di un miracolo. Cris non c'è più, lei non farà più parte delle nostre vite e questo è sicuro. Devo solo mettermelo in testa, cosa non facile per me.

Mi alzo dal letto e raccolgo il cellulare da terra, miracolosamente intatto, e digito il numero di Alexa. Una settimana fa abbiamo ricominciato a parlarci e lei si è anche scusata per il modo in cui si è comportata con me e per come ha parlato di Cris. Tutt'ora non sono ancora convinto della sua sincerità, ma non posso fare a meno di lei. Ho bisogno di un'amica a New York con cui parlare e Alexa è sempre stata brava a interpretare quel ruolo.

"Alexa"

"Cam, tutto bene?" domanda.

"Sì. Ti ho chiamata perché ho bisogno di un piccolo favore"

"Dimmi tutto"

"Devi prenotare un volo per New York per questa sera. Ho delle cose da fare a lavoro e non posso più restare qui. Vieni con me?" chiedo. Sono certo che lei mi seguirà, l'ha sempre fatto, probabilmente per la cotta che ha sempre avuto per me, ma non mi dispiace per questo. Proprio per niente. Magari chi lo sa, in futuro potrà succedere qualcosa, ma solo se riuscirò a superare tutte le cose che sono successe con Cris. Una cosa non riuscirò mai a perdonarmi : il fatto di averla sempre paragonata a Carly. Sono due persone completamente diverse... Ma io sono sempre stato troppo stupido per non rendermene conto.

"Ti starò sempre accanto, anche adesso. Prepara le valige. Ci vediamo domani mattina in aeroporto. " dalla voce sembra più allegra del solito, ma cerco di non dare troppa importanza a quello.

"A domani" chiudo la chiamata.

Comincio a prendere le mie magliette, i miei jeans e tutte le altre mie cose che devo mettere dentro la valigia. Sarà difficile tornare a New York e fare finta che tutto stia andando bene. Sarà difficile anche non pensare a lei mentre la mia vita andrà avanti. Ho preso da casa sua delle foto... Le conservava dentro una scatola nascosta sotto al letto. L'aveva soprannominata 'La scatola dei ricordi' e all'interno c'erano tantissime foto, per la maggior parte scattatate quell'anno di liceo a Miami. Era pieno di nostre foto, e io ho deciso di portarle via con me per conservarle e metterle al sicuro.