Chapter 24

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"I know I can't keep calling,
just every time I run
I keep on falling on you"

I know, Tom Odell

"Taylor, che cosa vuoi?" Domandai infastidita.

"Ci sono tante cose che vorrei, ma ogni cosa a suo tempo." Disse gettando la sigaretta consumata a terra e schiacciandola con la scarpa. "Allora, cos'è questa improvvisa voglia di studiare anche di domenica?" Continuò indicando la scuola davanti a noi.

"Non sono cose che ti riguardano."

"Beh, comunque è chiusa. Mi dispiace, principessa." Ghignò lui.

"Già, che peccato. Ci si vede." Cercai di tagliare corto ed andarmene.

Non volevo che Taylor, o chiunque altro, sapesse che avevo le chiavi della scuola.
Avevo già abbastanza problemi con praticamente tutti a scuola e sapere che conoscevo bene il preside non avrebbe aiutato.

"Ci vediamo oggi pomeriggio." Urlò lui alle mie spalle.

Mi fermai di scatto quando già avevo raggiunto il lato opposto della strada per allontanarmi da lui.

"Cosa?" Chiesi confusa mentre delle macchine sfrecciavano davanti a noi sulla strada che ci divideva.

"Al funerale di Nate. Sono sicuro che non vedi l'ora di esserci." Mi sorrise.

Era oggi?

"Ci sarò." Dissi cercando di non far notare il mio stupore.

"Non vedo l'ora di vedere la tua faccia quando i genitori di Nate ti vedranno, saranno felicissimi." Estrasse un'altra sigaretta e se la portò tra le labbra facendo bruciare l'estremità con l'accendino.

"Non sono stata io." Dissi rendendomi improvvisamente contro di non riuscire a respirare correttamente.

"Ne sono sicuro, Martin. Io ti conosco, ma è gli altri che devi convincere: i genitori, i suoi compagni di classe, la sua ragazza e tutta la scuola." Disse attraversando la strada e venendo verso di me. "Per quanto tu creda di essere cambiata, Martin, sappiamo entrambi che non si cambia finché non sono gli altri a deciderlo. E per loro tu sei ancora quella ragazza facile che combina casini. E, adesso, anche un'assassina." Ogni parola uscì dalle sue labbra come il sibilo di un serpente. Il suo braccio destro mi avvolse le spalle stringendomi al suo corpo.

Non cercai neanche di difendermi da ogni sua accusa. La parola assassina continuava a ripetersi nella mia testa facendomi dubitare di me stessa. Ero artefice della morte di qualcuno per la seconda volta.

"Io so chi sei. Ci sono io per te." Continuava a ripetere Taylor mentre io ancora fissavo sconfitta la scuola dall'altro lato della strada.
Sarei dovuta andare lì quella mattina, invece i miei piani andarono in fumo non appena chiesi a Taylor di passarmi una sigaretta e di portarmi via da lì.

"Tieni dolcezza." Disse porgendomi il pacchetto e conducendomi verso la sua auto parcheggiata poco più avanti in quella strada.

"Dove andiamo?" Chiese sedendosi al posto del guidatore e aspettando che io facessi lo stesso accanto a lui.

Era una pessima idea, tutto quello era una pessima idea.
Non volevo più essere una pedina nelle mani di Taylor, ma - come aveva detto lui - non sarei mai cambiata. Sarei sempre stata la solita Lena, che - in un modo o nell'altro - avrebbe sempre creato distruzione.

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