1997: L'incontro

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«Che ne dite?» chiese il rosso guardando i due

«Per me non c'è problema H, anzi mi fa piacere conoscere tua figlia. Magari possiamo diventare amiche. Sono poco più grande di lei d'età, quattro anni di differenza non sono molti, ma sono fiduciosa, potremmo fare un po' di shopping, chiacchierare e cose così» disse Calleigh con un sorriso, guardando da lontano la ragazza bionda china sul libro

«Perché no? Va bene, ci sto. Grazie per la fiducia» disse con tono grato Tim

Horatio ricordò a Speed di andarci con "i piedi di piombo" per quanto riguarda il contatto fisico dato che non sapeva bene come avrebbe reagito, ma comunque di essere sé stesso, sicuro che sarebbe andato tutto bene.

«Abby, tesoro, voglio presentarti due persone» disse mettendo la mano sulla spalla della figlia, che si girò a guardarli e si alzò, riconoscendoli sorrise e si lisciò lisciato il vestito che doveva avere due invisibili pieghe «loro sono Calleigh e Timothy, i primi ragazzi che ho assunto nella scientifica qualche tempo fa. Non so se ricordi che te ne parlai a cena»

«Certo che mi ricordo! Ciao ragazzi, io sono Abigail Grace, ma per favore chiamatemi Abby. È un piacere conoscervi, ho sentito parlare molto di voi» sorrise

Speed li guardò con attenzione, la somiglianza tra i due era impressionante: gli occhi di entrambi i Caine per un istante erano puntati su di lui, erano assurdamente azzurri: quelli di Horatio erano profondi come quello di un mare in tempesta, quelli di Abby sembravano invece il cielo più limpido che si poteva vedere.

«E così tu sei la piccola Caine di cui ho sentito tanto parlare, piacere di conoscerti. Io sono Timothy Speedle, anche se tutti mi chiamano Speed, tu puoi chiamarmi Tim se preferisci.» disse il ragazzo allungandole la mano, che la ragazza strinse. Tim adorava il suo soprannome, Speed, ma comunque la biondina non era una sua collega e lo sarebbe stata solo dopo qualche anno, in senso molto largo del termine dato che sarebbe andata a lavorare al fianco di Alexx in obitorio. Tim era molto informale e non gli dispiaceva.

«Io sono Calleigh Duquesne, purtroppo non è un nome storpiatile. Piacere di conoscerti Abby» disse con una punta di imbarazzo, stringendole la mano per poi chiedere con entusiasmo «Ragazzi ho un'idea, perché non andiamo a farci un giro al centro commerciale? Il Bayside Marketplace è fantastico.»

«Va bene, io ci sto» disse Tim con aria fintamente disinteressata e poi guardarono entrambi Abby, poi il ragazzo chiese «Tu che fai, vieni?»

«Veramente io dovrei studiare...» disse Abby con tono incerto

«Dai vieni con noi, staccare per qualche ora dallo studio, non ti farà male anzi.» disse Calleigh incoraggiante indicando il libro, così Abby si girò verso suo padre e ancora prima che aprisse bocca, Horatio le sorrise incoraggiante

«Tesoro vai e divertiti un po', non esci mai di recente. Lascia a me i libri, li porto a casa io. Riportatemela per cena, siete invitati anche voi e non accetto un no come risposta» disse Horatio guardandola, per poi mimare con le labbra ai due quando Abby non guardava "grazie"

«Va bene allora. Devo ammettere che non ho avuto molto modo di esplorare la città da quando sono qui ad essere sincera» ammise

«Allora saremo le tue guide per la città! Ti mostreremo nelle prossime settimane la città e ci inventeremo qualcosa, per farti vedere tutto nei minor tempo possibile, così ti ambienterai prestissimo. Ovviamente se avrai qualche idea di cosa visitare, diccelo così ti ci portiamo» le disse con un sorriso mentre le faceva cenno di seguirla. Presero la macchina di Calleigh, dirigendosi verso il centro commerciale e il pomeriggio volò in un batter d'occhio. Mancava almeno ancora un'ora prima che bisognasse rientrare per andare a cena, dato a casa Caine si era sempre piuttosto puntuali, ma si trovarono tutti e tre con un caffè da asporto tra le mani.

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