Capitolo uno

728 37 9
                                    

Era un semplice college di Londra, con i soliti gruppetti e divisioni fra ragazzi. C'erano gli sfigati, i secchioni, i nerd, quelli fissati con lo sport e gli immancabili "popolari".
Fra questi c'era un ragazzo, chiamato Louis Tomlinson, che sfortunatamente, o meglio fortunatamente, fu bocciato e dovette ripetere varie volte l'ultimo anno.
Era strano trovare un ragazzo di 23 anni in un college dove ci sono ragazzi fra i 14 e i 20 anni.
Era un ragazzo bellissimo, simpatico, divertente e dolce.. O almeno così dicevano tutte le ragazze che frequentavano quel college
Gli andavano tutte dietro, alcune addirittura iniziarono a dire di averci passato insieme una "notte di fuoco", facendogli guadagnare la fama di puttaniere, questo però durò solo per due o tre mesi, perché Louis smentì tutto dichiarando di essere gay.
Capì il suo orientamento sessuale grazie ad un ragazzo, Stan, che dovette baciare per via di una scommessa
Louis si innamorò perdutamente di questo ragazzo, ma non ebbe mai il coraggio di dirglielo e quando lo trovò, era troppo tardi.

Fu fortunato ad essere bocciato per la terza volta perché grazie alle sue continue bocciature riuscì a conoscere un ragazzo, che gli cambiò la vita.

*

Era una semplice giornata a Londra, però stranamente splendeva il sole, per alcuni quella giornata era una delle tante monotonie della vita ma per altri era il primo giorno di scuola, ciò significava abbandonare le spiagge e le piscine per ritornare a studiare e a sostenere gli esami, una cosa orribile insomma.

Louis attraversò il cancello con delle nuove aspettative, aveva deciso di superare quell'anno e di lasciar perdere le solite feste che venivano organizzate ogni weekend, per dedicarsi allo studio.
Attraversò il solito cortile, arrivando all'entrata di un enorme struttura, i dormitori.
Avrebbe cambiato nuovamente compagno di stanza, quindi non fu sorpreso nel trovare delle valige mia viste messe in un angolo della stanza, già vuote.
Per pura curiosità andò a dare un'occhiata nell'armadio nel suo nuovo coinquilino, lo aprì e quasi non pianse dalle risate alla vista di tutte quelle camicie troppo strane e stravaganti, si partiva da camice nere e bianche fino ad arrivare a camice di ogni colore con ogni fantasia possibile, e per Louis erano troppo strane per essere di un ragazzo e infatti per un attimo credette che per via di un errore del preside fosse capitato con una ragazza. Oltre alle camice c'erano ovviamente anche degli jeans, strettissimi; vide vari tipi di stivali, per la maggior parte di pelle marrone e rovinati dal tempo, non riuscì a non ridere vedendo degli stivali color oro e glitterati.
Penso che fosse stato meglio smette di farsi i fatti altrui e andò in classe, con uno strano sorriso sulle labbra, già si era fatto un'idea su quel fantomatico ragazzo, pensò a quanto potesse essere stravagante, solare, divertente ma soprattutto strano.

Entrò in classe, correndo a salutare il suo migliore amico, anche lui bocciato, ma aveva solo 21 anni.
Questo ragazzo era Zayn Malik, anche lui il solito ragazzo bello, adorato dalle ragazze e popolare.
Non ebbero tempo di fare una piccola conversazione che subito entrò il professore di chimica, portandosi dietro un ragazzo.
A Louis mancò il fiato nel guardarlo, era così bello, aveva lunghi capelli ricci, alto, molto più di lui e aveva gli occhi verdi.
Quel ragazzo guardò tutti i presenti e non appena il suo sguardo incontrò quello di Louis, quest'ultimo fu incantato dalla bellezza dei suoi occhi.
Rimase immobile a fissare quel ragazzo, per troppo tempo.
Lo scrutò per bene, da capo a piedi, osservando anche il suo minimo dettaglio.
Aveva una camicia rosa a pois bianchi, un jeans nero attillato e degli stivaletti anch'essi neri.. Quei tipi di camice già le aveva viste, ma non riusciva a collegare il dove e il quando, finché non pensò all'armadio del suo nuovo coinquilino, "è impossibile" pensò "è impossibile che il preside mi voglia così tanto bene da regalarmi un coinquilino del genere, si, regalarmi, perché quel ragazzo prima o poi diventerà mio, anche se solo per una notte, ma sarà mio" Louis potrebbe anche non essere stato un puttaniere, ma si era scopato almeno una volta ogni ragazzo gay di quel college... o almeno iniziò a farlo dopo quello che successe.
"Buon giorno ragazzi" iniziò il professore distraendo Louis dai suoi pensieri, non tanto casti
"Oggi abbiamo un nuovo studente. Forza, presentati alla classe" il professore lo guardò con un sorriso fintissimo.
Quel ragazzo aprì la bocca per iniziare a parlare ma un ragazzo, che Louis conosceva (e odiava) fin troppo bene, lo interruppe urlando "Frocio!" una parola che fece innervosire Louis, non solo perché quello era un "insulto" rivolto a quel ragazzo, uno fra i più belli che avesse mai visto, ma anche perché non riusciva a reggere la sua voce.
Tutta la classe iniziò a ridere, quel ragazzo abbassò la testa e Louis lo guardò dispiaciuto.
"Wilson! Va dal preside!" Il ragazzo si arrabbiò, si alzò ed uscì dalla classe sbattendo la porta. Louis ebbe un brutto presentimento, conosceva quel ragazzo e sapeva quanto potesse essere pericoloso, che faceva cose avventate e soprattutto senza senso
I suoi pensieri vennero nuovamente interrotti dalla voce del professore, che incoraggiò nuovamente quel ragazzo dai capelli ricci a presentarsi alla classe, fece un sospiro e iniziò finalmente a parlare
"Ehm... mi chiamo Harry... Harry Styles.... Ehm... Ho 20 anni e.." Quel ragazzo si fermò non sapendo che altro dire, iniziò ad andare nel panico. Louis allora volle aiutarlo, prima o poi gli avrebbe restituito il favore
"Professore, potremmo iniziare la lezione?"
"Si, meglio iniziare" lo sguardo del ragazzo di nome Harry si calmò, e guardò Louis, facendogli capire con lo sguardo un "grazie". Lui gli sorrise e vide che le sue guance si colorarono di rosso. Dopo le indicazioni del professore andò a sedersi vicino a quel ragazzo che prima l'aveva "insultato" con la scusa del "se ti conosce diventerete amici", altra cazzata, Louis sapeva benissimo che Harry stando vicino a Wilson, Jack Wilson, avrebbe rischiato la faccia, nel vero senso della parola.

*

Era finalmente arrivata l'ora di pranzo. Louis entrò con un sorriso sul viso, sapendo che avrebbe rivisto quel ragazzo, a quanto pare nonostante fosse dell'ultimo anno non avevano tutti i corsi in comune, questo rattristì Louis. Appena entrò nella mensa però, si accorse che del riccio non c'era traccia.
Andò a sedersi come sempre vicino al suo migliore amico.
Ad un tratto, mente i due ridevano e scherzavano, nella mensa si udì un silenzio troppo strano, i due iniziarono a guardarsi intorno, per capire quale fosse la causa di quel silenzio, a quel punto videro Harry, che era appena entrato nella mensa, tutti lo fissavano.
Louis sentì di nuovo la voce di Jack, che urlò "È arrivato il passivello! Fategli un applauso!" Iniziò a ridere tutta la mensa.
Louis si arrabbiò a tal punto da non riuscire più a controllare se stesso, questo lo spaventò, perché nemmeno nei confronti di Zayn sentiva quelle cose, quel senso di protezione che aveva nei confronti di quel ragazzo, quella rabbia per un insulto anche fin troppo infantile, certe sensazioni che aveva sentito solo con una persona.
"Wilson fai un fottuto piacere alle mie orecchie e stai zitto!" Urlò Louis
"Uh, il nostro Tomlinson si è arrabbiato? Ti abbiamo offeso la principessa? Che peccato" a quel punto Louis non ci vide più dalla rabbia, si alzò dal suo tavolo e andò verso Wilson. Con l'intenzione di tirargli un pugno, così fece, facendo iniziare una rissa, che si fermò solo con l'intervento del preside.

*

Dopo l'ora di pranzo e il quarto d'ora passato dal preside, tornò finalmente in camera. Ansioso di conoscere il suo nuovo coinquilino.
Entrò con un sorriso sulle labbra, che gli morì appena vide il suo nuovo coinquilino sul letto, rannicchiato su se stesso, mente piangeva, quel ragazzo era Harry, lo stesso Harry che poco prima era stato messo in ridicolo avanti tutta la scuola.
"Se vuoi prendermi in giro anche tu non c'è problema! Cambierò scuola, tanto ci sono abituato" disse fra i singhiozzi, Louis sentì una stretta al cuore sentendo quello che aveva appena detto quel povero ragazzo.
"Ehi, Harry, sono Louis" disse avvicinandosi al letto del ragazzo. Harry alzò lo sguardo non appena sentì la sua voce, la voce di quel ragazzo che l'aveva salvato quella mattina in classe e che l'aveva difeso nella mensa, lo guardò e cercò di sorridergli.
Louis voleva renderlo felice, da un lato perché si aspettava un ricompensa "speciale" e dall'altro lato perché voleva farlo per vedere il suo vero sorriso.
Si sedette sul letto, vicino ad Harry.
Gli mise una mano sulla spalla e lo guardò in quei grandi occhioni verdi.
"Perché stai piangendo?" Gli chiese Louis, sorridendo appena, vedendo che era riuscito a calmarlo, o almeno era riuscito a fermare i singhiozzi
"Perché mi odiano tutti" disse piangendo.
"Immagino che ora tu non voglia parlarne, ma se hai bisogno io sono qui" Harry gli sorrise e gli sussurrò un "Grazie". Harry sembrò calmarsi, ma subito dopo però iniziò nuovamente il suo pianto disperato.
Louis si sentì anche in colpa per aver deriso di lui quella mattina.
Decise di abbracciarlo, stretto a lui, Harry entrava a malapena fra le sue braccia, ma a nessuno dei due importò, infatti Louis cercò di stringerlo il più possibile, mentre Harry si aggrappava a lui stringendo le mani nella t-shirt e affondando la testa nel suo collo.
Passarono minuti, forse ore, in quella posizione.
Louis non faceva altro che pensare a come un essere umano potesse essere così bello, così perfetto. Non riusciva a reggere l'idea di vederlo e sentirlo piangere.
Harry stava iniziando ad amare quella posizione, si sentiva al sicuro, protetto e forse anche amato; non voleva staccarsi da quell'abbraccio, ma dovette farlo a malincuore. Non aveva il coraggio di guardare il più grande negli occhi ma sussurrò un "Grazie, grazie per stamattina in classe e per poco fa in mensa" Louis lo guardò con un sorriso e gli mise una mano nei capelli accarezzandoli, non volle mai ammetterlo ma li adorava, adorava quei capelli.
"Non preoccuparti, non riuscivo a sopportare i comportamenti di Wilson nei tuoi confronti, anzi, non lo sopporto in generale" gli sorrise nuovamente, ricevendone un'altro da Harry. Louis pensò che il sorriso di quel ragazzo e quelle fossette ai lati delle labbra fossero troppo per la sua sanità mentale.
Harry guardò meglio il viso di Louis, un senso di colpa lo assalì, aveva un sopracciglio spaccato e uno zigomo tendente al viola. Come se la sua mano si fosse mossa da sola, accarezzò con le sue magre e lunghe dita lo zigomo di Louis.
"È tutta colpa mia" disse con voce spezzata, in un sussurro appena udibile.
"Cosa? Il livido?" Harry annuì, facendo scappare una risata a Louis  "non è stata colpa tua, non preoccuparti, piccolo" a quel punto, Harry poté giurare di aver sentito il suo cuore esplodere

/\/\/\/\/\/\/\/\/\/\/\/\/\/\/\
Spero tanto che questa fanfiction vi piaccia
Ci sto mettendo tutto il mio impegno
Pubblicherò un capitolo a settimana, il giorno preciso è inutile dirlo visto che non sono mai puntuale
Ci sentiamo la settimana prossima col capitolo due xx

Don't touch him, he's mine {sospesa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora