Capitolo diciotto- Battiti per te

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Ho aggiornato! I'm here.

Voglio sentire il tuo profumo.
Voglio inebriarmi di te.
Voglio toccarti dolcemente.
Sei davvero infinito come tutti dicono?
Ti prego, allora, circondami di te.

~~~~~

Un soffio di vento accarezzò la mia pelle delicata in quella sconfinata notte, in grado di mandare in circolo sulla mia pelle mille brividi che inondavano il mio corpo sino a imobilizzarlo per una questione di attimo. Perché tutto era una questione di attimi. Perché non esiste un per sempre. Perché c'è un tempo finito a tutto. E avevo imparato che dovevi essere brava tu a cogliere quell'attimo nel migliore dei modi.

Tutto risultava così perfetto, anche se io ero la prima a dire che la perfezione non esiste, in nulla. Ma era così, in quell'attimo, davvero. Le luci abbaglianti del mio giardino illuminavo quest'ultimo ed essa -la luce- coronava tutta la piscina limpidissima.

La solitudine aveva circondato anche il mio cuore ormai, in quel momento, ed il silenzio faceva da sovrano, stando irrequieto in qualche parte della mia anima. Mi posizionai, in piedi, sopra la mia l'altalena, dove avevo costruito migliaia di ricordi, e mi dondolai lasciandomi trasportare dal dolce vento che accarezzava la mia pelle. Chiusi gli occhi, lasciando spazio ad un sorriso sincero e potevo sentire che ero in grado di volare. Stavo toccando punti indefiniti in un mare di ricordi meravigliosi.

Flashback

Era una mattina di piena estate, in cui il sole decide di penetrarti la pelle e di farti splendere proprio come lo è lui. La mamma era andata al mare con alcune sue amiche, mentre io e papà eravamo rimasti soli a casa, a goderci un po' l'aria calda del giardino. Non sapevo cosa fare, allora da brava bambina che ero, mi misi proprio a fare i capricci. L'uomo dagli occhi color nocciola, proprio come i miei, stava leggendo accuratamente alcune pagine del suo giornale, coricato su una straia a godersi la più serenità possibile.
-Papà?- mi accertai che non si fosse addormentato dietro quel pezzo di carta. Appena vidi che scosse la testa un po' scocciato, continuai a parlare. Del resto, come potevo biasimarlo, con me non sarebbe riuscito a trovare neppure un briciolo di calma e serenità. -Mi puoi spingere sull'altalena, per favore?- come se non bastasse urlai con la mia voce acutissima da bambina, interrompendo il suo momento di relax. Appena fece scivolare il giornale sul suo petto, io misi quegli occhi dolci irresistibili ai quali sapevo di non poter resistere, specialmente a lui. -Certo, tesoro mio!- mi accontentò scoccandomi un bacio sulla guancia, alzandosi lentamente dalla sedia, e camminando insieme a me verso quell'altalena. -Allora...vuoi proprio imparare come si vola, eh?- annuii troppo curiosa di provare per la milionesima volta quell'ebrezza. -Bene, stringiti forte ai tuoi lati. E....1...2...3! Ohhh.- mio papà sorrise ed io alzai gli occhi al cielo, come se volessi mostrare a quest'ultimo quanto fossi felice. -Sto volando, papà. È così bello!- esclamai, sentendolo buttare nell'aria urla di approvazione. -Ti voglio bene.- ammisi di getto e ad un certo punto lui la fece fermare, scrutandomi diritto negli occhi e parlando a sua volta con me come proprio un padre era in grado di fare -Io ti amo, invece.- e continuai a volare, ammirando il cielo infinito.

La Magia Dei Tuoi OcchiWhere stories live. Discover now