La fine di ogni certezza

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Mi risvegliai con il rumore della pioggia  e l'aria che era più fredda del solito.

Avevo dormito profondamente, e mi sentivo finalmente riposata.
Mi alzai dal letto e mi diressi sotto la doccia, dopo aver salutato mio papà che, seduto al tavolo della cucina, stava leggendo il giornale.

Finii di lavarmi, mi asciugai i capelli, mi vestii e lo raggiunsi.

Aveva preparato la colazione, come tutte le mattine.

Mi sedetti a tavola e presi un toast, quindi mi versai della spremuta.

Lo guardai e sembrava assorto nei suoi pensieri.

<<Come stai, papà?>>

Lui alzò gli occhi su di me, mi sorrise.
<<Bene, Rose. E tu? Come è andata la cena con Alex ieri sera?>>

Rimasi qualche istante in silenzio, cercando le parole giuste. Sapevo che a mio padre Alex piaceva. Era il figlio di un suo amico di vecchia data, ed era contento che uscissi con lui. O forse, più semplicemente, era contento che finalmente uscissi con qualcuno.

<<Bene, è stata una bella serata. Siamo andati da Roy's. Lo conosci?>>
<<Roy's, certo. Un locale fantastico. Carne e pesce straordinari. Come vanno le cose con lui?>>
<<Uh.. Bene, direi. Alex è ok.>>
Mi guardò, ed era uno sguardo che conoscevo bene. Quello di chi non si ferma alla superficie.
<<Credo proprio che tu gli piaccia, Rose. Sai, non sono affari miei, ma parlo spesso con suo padre.>>

Distolsi lo sguardo, finii di mangiare il toast e mi versai una tazza di caffè.

<<Lui.. Sì, papà. Lo credo anche io>> dissi, sicura di essere arrossita.
<<E per te? È la stessa cosa?>>
Esitai, mi passai una mano tra i capelli che erano ancora un po' umidi.
<<Non lo so. Se devo essere sincera.. Lo vedo come un amico, o almeno credo.>>
Mio padre mi guardò e mi sorrise.
<<C'è qualcun altro che ti interessa? Te lo chiedo perché siamo stati distanti per un po', Rose, e mi manca il tempo che non abbiamo trascorso insieme. Ho bisogno di recuperarlo. Se ti sembro troppo pesante, sappi che sono disposto a tacere. Almeno per i prossimo cinque minuti.>>
Gli sorrisi, guardandolo negli occhi.
<<Non sarai mai pesante per me, papà. Sono contenta di essere qui. Di poter trascorrere del tempo insieme. Tu piuttosto, dimmi.. A cosa stavi pensando? Mi sei sembrato turbato quando sono entrata in cucina.>>
Lui mi guardò sorpreso, come se non si aspettasse quella domanda da parte mia.
Esitò qualche istante, poi si strofinò gli occhi.
<<Sei brava a cambiare discorso, eh? Comunque sto bene, tesoro. Ho sentito la mamma, dice che anche lei sta bene. A quanto pare, per il momento tutto è tornato ad essere normale a Saint Claire.>>

Annuii, e feci finta di nulla. In realtà il fatto che dopo la mia partenza non fosse più successo niente di terribile un po' mi inquietava, ma poi pensai alle parole di Alex la sera precedente.

Esistevano le coincidenze.

Certo, c'erano cose che non sarei mai stata in grado di spiegarmi. La natura dello Sconosciuto, prima di tutto. Il desiderio ingestibile che avevo provato di raggiungere il lago. La morte di Joey e Susan.
Forse il tempo avrebbe dato una risposta a tutte quelle domande.
In ogni caso, si trattava di qualcosa che non mi riguardava più.

<<Sono contenta che a Saint Claire vada tutto bene. So che la mamma tiene tanto al posto che ha trovato a scuola. A settembre incominceranno le lezioni e spero proprio che per quel periodo avranno trovato un colpevole per quanto è capitato a quelle due ragazze.>>
Mio padre annuì, poi si versò dell'altro caffè.
Lo guardai ancora, e più attentamente.
Aveva un'espressione insolita sul viso. Qualcosa di difficile da decifrare.
All'improvviso ripensai alle parole dello Sconosciuto. Mi aveva scritto che mio padre avrebbe avuto bisogno di me.
Forse incominciava a sentire la mancanza della mamma.
<<È per lei, papà? Ti manca, vero?>>
Lui scosse la testa, si alzò da tavola e mi diede un bacio sulla fronte.
<<No, Rose. Va tutto bene, davvero. Adesso devo scappare. Ho una causa tra un paio d'ore e sarà meglio che mi sbrighi. Ci vediamo questa sera, d'accordo?>>
Annuii, non del tutto convinta.
<<Va bene, a stasera. E, papà?>>
Stava raggiungendo la porta, quando si voltò verso di me.
<<Sì?>>
<<Grazie per avermi chiesto come sto. Lo apprezzo, sul serio.>>
Mi sorrise e mi salutò, quindi uscì chiudendo la porta dietro di sé.

Rose e lo SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora