Il Test

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- Vieni avanti!

L'istruttore è una donna alta e sui vent'anni: un'amazzone in nero:  tuta gilet di cuoio e smalto delle unghie.  Salgo sul tappeto la bionda mi colpisce al viso con un calcio. Ha gambe tanto lunghe e snodate, che non ha dovuto fare neppure un passo avanti per raggiungermi con "un uncino" al naso.

Non ho visto il calcio arrivare, ho solo sentito il rumore del mio setto nasale che si è incrinato colpito dal piede nudo di taglio, e gli occhi mi si sono riempiti di lacrime, un riflesso condizionato della rottura del naso, lo so.  Sento il sapore ferrigno del sangue sulle labbra, il sapore del fallimento. Un'ondata di disperazione mi annebbia le vista più che non il dolore, fin da bambina la paura di fallire mi toglie il fiato nei momenti più delicati.

Con grande sforzo mi trattengo dal toccarmi il naso, per verificare se è rotto.

- Che c'è piccola hai sbagliato set? Perché non ti iscrivi ad un corso di lapdance? È meno pericoloso, e magari rimedi qualche euro.

Nonostante il dolore mi rimetto in guardia, pronta a colpire. La odio. Non credevo di poter provare tanto rancore, è la rabbia che ho accumulato in questi mesi, giorno dopo giorno più consapevole che non ho possibilità di cambiare le cose. E' solo la rabbia che mi impedisce di sentirmi inutile.  

L'amazzone fa una finta con il pugno destro e subito dopo attacca con un calcio che mi colpisce sopra i reni, probabilmente incrinandomi una costola.

Gemo di dolore, ma non alzo le braccia in segno di resa. Non andrò a fare la cubista in discoteca, sono disposta a morire su questo ring.

Con il terzo attacco la bionda potrebbe finire l'incontro: intende sferrarmi un calcio alle gambe con tutte le forze, per farmi cadere.
Tuttavia mi aspetto questa mossa e faccio ciò per cui mi sono preparata per tutta l'estate con l'istruttore privato, pagato con i risparmi di una vita: mi sposto di lato e con una giravolta piombo con tutto il peso sulla gamba protesa dell'amazzone, che cade a terra con un urlo disperato, tenendosi il ginocchio.

A quel punto, tra i lamenti della bionda, dalla tenda esce London. Sono due anni che non lo vedo, da quando ha lasciato la scuola e rimango colpita da quanto è bello, più di quanto non ricordassi, ma anche da quanto è veloce. In un attimo London è sul ring e mi aggancia con una presa da lotta libera, immobilizzandomi a terra.

Sento il suo fiato sul collo mentre mi dice:  - Sei pazza? Le hai rotto una gamba! Dove hai imparato a colpire con tanta violenza?

June La RibelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora