Chapter 8

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Laura pov.

Giovanni.

Ma che ci fa qui?
Gli corro incontro portando sottobraccio il cartellone che mi hanno regalato i miei amici appena uscita dall'ospedale, il che mi fa sembrare un po' impacciata. Arrivo da lui e mi fiondo tra le sue braccia, non so neanche perché. Profuma di buono, di casa.
"Giova che ci fai qui?" Dico affaticata per la corsa.
"Siamo venuti a portarti il cellulare che era in macchina nostra" risponde con il sorriso stampato sulle labbra.
"Oltre che mettermi sotto, rubi anche ora??" Scherzo
"Ehh, sono un ladro professionista" risponde senza che il sorriso lo abbandoni.
Lo guardo negli occhi, in quei bellissimi occhi, che, devo ammetterlo, mi sono mancati. Ho pensato spesso a lui dopo che se ne era andato.
Mi era mancato.
Forse mi piace... no ma cosa sto dicendo? Non è possibile innamorarsi in così poco tempo. Basta stupidaggini.
Ma ora, per un puro caso, è davanti a me.
Cosa faccio?
Mi stacco da lui, che sembra leggermente deluso.
"Beh allora grazie Giova" lo ringrazio con aria triste, perché so che se non faccio qualcosa ora probabilmente non lo vedrò più.
"Nulla, figurati" risponde.
Esita un attimo, e poi aggiunge:
"Senti noi andiamo a Milano ora, ti va di venire con noi per qualche giorno? Alloggiamo in un albergo, ovviamente la camera e tutto lo paghiamo noi." Arrossisce subito dopo la proposta.

Ok, riflettiamo. Mi ha invitato ad andare con loro a Milano.
Non ci posso credere.
È un'opportunità stupenda, non posso lasciarmela scappare.
Posso stare con lui e posso visitare la città, che non ho mai visto. D'altro canto non posso andare con Giova, devo restare qua con mia mamma e mia sorella, devo portare avanti gli studi e cose del genere.
Quanto mi piacerebbe però.

"Mi piacerebbe tanto.." rispondo dopo qualche secondo.
Il suo volto si illumina di nuovo.
"..ma non penso che mia mamma mi lasci venire." Finisco la frase e l'espressione di entusiasmo, comparsa poco prima sul volto di Giovanni, si attenua.
"Ma hai 19 anni, sei maggiorenne, puoi fare quello che vuoi!" Ribadisce.
"Lo so, ma mia mamma è molto protettiva, non mi manda dovunque io voglia."
"Vale la pena tentare." Mi dice, sempre positivo.
"Va bene, vieni con me a casa, così mi aiuti a convincerla."

Giovanni pov.

Forse c'è una piccola possibilità che Laura venga con noi. Se riusciamo a convincere sua madre il gioco è fatto.
Mi sono appena ricordato che Andrea è in macchina con le cuffie ad aspettare. Si sarà insospettito dal mio ritardo.
Dico a Laura di avviarsi mentre io torno frettolosamente alla macchina.
Apro la portiera dalla parte del guidatore, mentre Andrea si sfila una cuffia da un orecchio, per ascoltare ciò che ho da dire.
"Andre ho dimenticato una cosa in casa di Laura, vado a prenderla e poi si parte" mento, sempre di corsa.
Andrea fa cenno di aver capito e si porta di nuovo la cuffia all'orecchio.
Chiudo la portiera e mi dirigo davanti al portone del condominio, dove mi aspetta Laura.
Saliamo insieme le scale, provando più volte come convincere sua madre. Confabulando ci ritroviamo davanti alla porta di casa.
Laura sfila dalla tasca dei pantaloni una chiave, la infila nella serratura e apre la porta. Entro seguito da lei.
"Ciao mamma, sono a casa!" Urla.
"Ciao tesoro! Vieni in salotto, ti racconto un po' di cose!"
Ci avviamo in salotto, che ormai so perfettamente dove è.
Il primo ad affacciarsi sono io. Chiara alza gli occhi dal suo computer e, aspettandosi la figlia, assume un'aria perplessa e sorpresa.
"Ehi ciao Giovanni" mi saluta. Rispondo con un cenno del capo.
Laura entra un attimo dopo.
"Ciao mamma! Ehm ecco ti volevo chiedere una cosa.." Dice timorosa.
"Dimmi tesoro."
Mi guarda come per avere una conferma, come se le servisse un aiuto.
"Volevamo chiederle se Laura poteva venire con noi a Milano, per qualche giorno." Dico io tutto d'un fiato.
"Mi porto da studiare lì, e poi tranquilla mamma, Giovanni e Andrea sono persone per bene, non mi faranno mancare nulla" insiste Laura.
"Tesoro non so se è il caso.." Chiara scuote la testa, in segno di disapprovazione.
"Perfavore mamma," ritenta "e poi i medici hanno detto che devo stare a riposo, comunque non sarei potuta andare a scuola"
"Non so Laura... Giovanni me la tratterai bene?" Mi chiede.
"Certo, come una principessa." Laura arrossisce visibilmente, e forse un po' anche io.
Sua madre sorride. "Va bene, puoi andare." Cede finalmente. "Ma ricordati il cellulare! E chiama tutte le sere! Non fumare! Non drogarti! Non bere!"
"Mamma stai esagerando ora" ride Laura.
"Sì lo so, ma scherzavo eh." Ride anche Chiara. "Vieni qua" dice alla figlia.
Lei si avvicina a sua madre, e poi la abbraccia. Confabulano sottovoce, e Laura scoppia a ridere.
"Mamma smettila, non gli piaccio, basta fare l'adolescente in fase ormonale!" la sento dire.
"Sì certo tesoro, come no" alza un po' la voce. "Ora vai a fare la valigia, così arrivate a Milano prima di cena, corri su" la incita.
Laura corre verso di me, e mi abbraccia forte. Ricambio felice l'abbraccio.
Subito dopo corre in camera sua al piano di sopra, per fare la valigia.

Stiamo per partire.

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