Capitolo sei

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Enola

Tornai a casa e dopo aver dato la buonanotte a mia madre rovistai nell'armadio alla ricerca di una coperta. La temperatura aveva avuto un improvviso calo, tremavo come una foglia malgrado fossero i primi giorni di maggio. Vecchie scarpe da ginnastica, una racchetta da tennis, cianfrusaglie varie, vestiti di carnevale, nessuna coperta.

'Potrei accendere i riscaldamenti'.

Chiusi un'anta dell'armadio, ma prima che chiudessi anche l'altra intravidi un quaderno bianco vicino alle scatole che avevo spostato.

-Tu da dove salti fuori?-

Era il mio diario segreto. Uno dei tanti. Avevo preso l'abitudine di scrivere a soli sette anni e l'avevo persa dopo essere stata assunta per il lavoro dei miei sogni. Conservavo circa venti diari segreti, tutti rigorosamente nascosti in un baule nel mio appartamento. Quello che tenevo in mano doveva essermi sfuggito mentre impacchettavo gli scatoloni per il trasloco.

Ebbi un lampo di genio.

'Potrei rileggerli e trovare spunto per le cose lasciate in sospeso negli anni'.

Mi adagiai sul letto e aprii il diario alla prima pagina.

16 febbraio

Diego. Ho detto tutto.

Chiusi il diario di scatto senza terminare di leggere e lo scaraventai dall'altra parte della stanza. Urtò il muro e si accasciò a terra.

Ogni alba rimasta (Ex ANCHE ORA- Il castello del tempo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora