capitolo 1

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"Attenta che cadi"-urla mia madre

Un gran rumore ed eccomi per terra, come una scema.
Vabbè forse è meglio che mi presento

Piacere mi chiamo Alyson e ho 19 anni, sono una ragazza inglese con origini italiane e vivo a Londra con i miei genitori.
Ho deciso di trasferirmi a Miami da mia nonna perché ho bisogno di cambiare aria dopo tutto quello che è sucesso.

Sicuramente ora vi starete chiedendo cosa sia sucesso e quindi senza perdere tempo inizio a raccontarvi della mia vita.

Sono nata e cresciuta a Londra, sono stata sempre la cosiddetta "figlia modello", voti alti, buona, educata, ho sempre rispettato le regole o almeno così credono i miei genitori...

Ho frequentato fino a pochi mesi fa la Lady Margaret School dove ho conosciuto moltissime persone tra cui la mia migliore amica Gemma.
Io e Gemma ci conosciamo da quand'eravamo piccole e abbiamo passato i momenti più indimenticabili della nostra vita, indimenticabili si, come l'ultimo momento insieme prima che lei morisse.
Io e lei siamo come sorelle e nulla potrà dividerci, almeno così pensavo.
So che è strano parlare al presente di un morto ma lei rimarrà sempre con me, sempre al mio fianco.
Questa è una promessa e le promesse non si infrangono mai no?

Tutto è iniziato l'anno scorso quando verso la fine dell'estate si è svolta una festa per l'inizio del nuovo anno, tutta la scuola compresi gli insegnanti erano riuniti nell'immenso giardino dell'istituto.
Finalmente dopo quattro anni il ragazzo che mi piaceva aveva deciso di provarci con me, l'errore più grande che ho fatto è stato dargli corda.

Verso la metà della festa vengo trascinata da Harry nello spogliatoio maschile.
Harry è bellissimo, che dire.
Biondo ed occhi verdi, capo della squadra di football della scuola e ragazzo più popolare della città, cosa si può volere di più?
Arrivati nello spogliatoio, iniziò a baciarmi e io ricambiai, l'atmosfera cambiò e poco a poco Harry mi trascino verso le panchine presenti nella stanza.
Senza accorgermene mi ritrovai sotto di lui, iniziò a baciarmi il collo lentamente fino ad arrivare al seno dove si bloccò , poggiò la mano sulla mia coscia e iniziò a risalire e arrivò all'estremità del vestito.
Lo spinsi e mi rialzai sistemandomi il vestito.

"Che stai facendo?"-mi chiese con un respiro affannato

"Sto tornando alla festa"-dissi camminando dritta

"Ma stavamo"-cercó di finire ma lo interruppi

"Pensavi male, non sono come le tue amichette"-dissi per poi chiudere la porta e tornare da Jus, il mio migliore amico

Questa è stata la rovina della mia vita.
I giorni seguenti Harry andò a dire in giro che ero troppo piccola e che aveva preferito non toccarmi perché avevo paura, tutte cazzate ma come potevo far cessare le voci io?
Mettermi contro uno dei ragazzi più popolari della città e negare tutto, impossibile.
Chi mi avrebbe creduto? Nessuno, tranne i miei due migliori amici

I giorni passavano e le voci peggioravano, tutti sappiamo com'è, una parola tira l'altra e ognuno la dice a modo suo aggiungendo o togliendo particolari.
In pochi mesi la mia reputazione era rovinata e Gemma si stava allontanando da me.
Non era un buon periodo, io con i miei problemi e lei con i suoi.
Non riuscivamo più a contattare e le nostre vite stavano iniziando a prendere strade diverse.
Non c'erano più le chiamate il pomeriggio, le uscite il mercoledì pomeriggo dove finivamo per andare alla starbucks, non andavamo più a scuola insieme e non c'erano più i corsi in comune.
Tutto stava cambiando e l'unica persona che mi era rimasta era Jus, ma anche lui finì per andarsene.
Ero rimasta da sola e l'unica cosa che volevo era andarmene da lí.

I mesi passarono e le voci si placarono, nel frattempo avevo conosciuto Samuel e Clarissa due ragazzi della mia scuola, con Gemma le cose non erano cambiate e con Jus, bhe lui si trasferì senza dire niente a nessuno.
Ero riuscita a tornare alla mia vecchia vita, con persone diverse ma ci ero riuscita.

Vedevo Gemma cambiare e mancava tanto.
Un giorno, due mesi prima della fine della scuola la incontrai alla starbucks, sola, seduta al nostro vecchio tavolo, quello vicino alla grande finestra che si affaccia al tower bridge.
A quel punto decisi di entrare alla starbucks, prendere il solito e sedermi al nostro vecchio tavolo, di fronte a lei.

"Spiagami."-l'unica cosa che riuscì a dire

"Vattene"-disse per poi girare la testa e guardare fuori

Rimasi ferma, senza dire niente, senza provare a fare qualcosa, ferma come un manichino

"Ti ho detto di andartene"-ridisse

"Ho detto che voglio una spiegazione"-dissi finalmente

"Non ho niente da dirti"

"Invece hai molto da dirmi e hai tantissime cose da spiegarmi"-dissi fredda

"Invece no"

"Sei seria? All'improvviso non mi parli, sparisci dalla mia vita e credi che non meriti una spiegazione?"-dissi tutto d'un fiato

Silenzio, nient'altro.

"Non parli eh, almeno a guardarmi in faccia"-dissi cercando di ridere, ma l'unica cosa che volevo fare in quel momento era prenderla a schiaffi

"Smettila, non ho niente da dirti"

"Degnati di guardarmi in faccia quando parli"

"Smettila"-alzò il tono

"Dimmelo guardandomi in faccia"

"Smettila non ho niente da dir..."-girò finalmente la faccia verso di me, aveva gli occhi lucidi

"Sicura?"-dissi

"Si"-una lacrima nel frattempo le rigó la faccia

"Non credo"

"Smettila, lo capisci o no? Io non posso starti vicino."-urlò

"Perché"-alzò il tono

"Perché no, sono fidanzata con il migliore amico di Harry e non posso rovinare tutto stando con te"-ammise questa volta

"Preferisci stare con lui che con me? Con la tua migliore amica? Con la ragazza con la quale sei cresciuta?"

"Mi dispiace"-disse lasciando il conto sul tavolo e alzandosi per poi dirigersi alla porta

Feci lo stesso e la seguì.
Uscimmo dal locale e ci trovammo poco distanti una dall'altra.

"Sei seria?"-chiesi

"Smettila!"

"Come posso smetterla? Sei la mia migliore amica, mia sorella. Sei la persona più importante al mondo per me e dovrei lasciar stare tutto e far finta che nulla sia successo?"-urlai

"Ero, e poi si dovresti lasciar stare.
Addio"-disse iniziando a camminare senza guardare

Un grandissimo camion stava passando in quel momento.
Non riuscì a fermarsi in tempo.
Sangue.
Folla.
Gemma era per terra.
Non si alzava.
Urla.
Una lacrima stava scendendo e mi rigava la faccia.
Caddi per terra.
Scoppiai a piangere.
Non riuscivo a capire cosa stava succedendo.
Polizia.
Ambulanza.
Qualcuno mi chiamó.
Io non risposi.
Non riuscivo a credere.
Ancora non realizzavo.
Gemma era morta.

Spazio autrice

Ciao questo è il primo capitolo di questa storia spero che vi piaccia
Ciaoo💕
-vic

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