Prologo

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Prima di iniziare questa storia vorrei avvisarvi che il
12 gennaio 2018
è stato pubblicato su Amazon in versione ebook e cartaceo.
Ragion per cui verranno visualizzati per il momento solo i primi 4 capitoli.

Sono sola nella mia stanza, seduta davanti alla finestra, ammaliata dallo spettacolo che si presenta ai miei occhi. Fuori una pioggia incessante scandisce il ritmo dei miei pensieri. Come rapita dal ticchettio di ogni singola goccia, quasi ipnotizzata da una sorta di rito catartico, l'acqua pare lavare via i ricordi di quella che un tempo ero per sostituirli con le poche certezze di ciò che oggi sono.

Sento la nuova me che sta arrivando come un serpente che cambia pelle. Ogni molecola del mio corpo sta abbandonando l'innocenza dei giorni passati, mutando verso una forma ben diversa da quel che mi aspettavo di diventare. Immagini di un'infanzia non molto felice affollano la mia mente. Avverto nelle ossa il freddo della solitudine in cui sono cresciuta e mi pongo mille domande, una più di tutte: "Perché mia madre e mio padre mi hanno messa al mondo? Per abbandonarmi forse ad una routine di tate e serate trascorse ad attendere il bacio della buonanotte mentre loro partecipavano alle feste di amici altolocati? Perché?"

Sono molti anni che cerco risposte alle mie domande, ma il monologo della mia esistenza va avanti inesorabilmente.

Winston Churchill diceva: mia madre ha lasciato una brillante impressione sulla mia infanzia. Splendeva per me come una stella della sera.

Io cosa potrei dire della mia?

Credo fermamente di non aver mai avuto una "stella della sera", colei che splende per far luce nella confusione che ho in testa. Non ho ricordi o immagini che abbiano lasciato memoria di qualcosa di bello e positivo. Potrei, invece, quasi scrivere un libro sulle mie molteplici tate. Annie, in particolare, è rimasta con me per otto anni. C'è sempre stata, anche nel momento in cui si ha più bisogno di una madre. Me lo ricordo come se fosse ieri. Avevo da poco compiuto undici anni e il mio corpo stava cambiando. La chiamano "metamorfosi del periodo della pubertà". Mi era cresciuto il seno e faceva male anche al tatto. Non capivo cosa mi stesse accadendo, nessuno mi aveva mai spiegato che cosa potesse succedere e il disagio che provavo era indescrivibile. Un giorno tornai da scuola piangendo perché un ragazzo più grande mi aveva preso in giro per le tette e bloccandomi in un angolo me le aveva palpate. Ero sconvolta. Fui felice di trovare Annie a casa perché mi strinse a sé facendomi sentire al sicuro. Mi spiegò che il mio corpo stava cambiando perché ero entrata nella pubertà, quella fase di transizione dall'essere una bambina al diventare una donna. Aveva appena iniziato a elencarmi tutte le variazioni fisiche ed emotive che avrei dovuto affrontare quando fummo interrotte da mia madre che doveva impartirle gli ultimi ordini prima di andare via. Quel pomeriggio non riuscimmo ad approfondire più il discorso, io avevo i compiti da fare e lei la casa da riordinare.

Come mi sarebbe piaciuto ricevere tutte quelle attenzioni, quelle confidenze e quei consigli dalla donna che mi aveva messo al mondo, invece della dipendente di turno, che di sicuro mi trattava con molto più affetto. Ma lei era troppo impegnata a vivere la sua vita per accorgersi che stavo crescendo e che la sua assenza avrebbe determinato la donna che oggi sono diventata.

Mi ridesto dall'abisso in cui sono caduta e scaccio via questi pensieri tristi con un cenno del capo. C'è già il meteo che ha pensato a rovinare quella che, dalle previsioni, doveva essere una splendida giornata. Preferisco non peggiorare il mio umore ormai altalenante da diverso tempo.

Accendo la radio e il mio gruppo preferito, i "Backstreet Boys" intonano la canzone che pare scritta apposta per me.

Il ritornello è impresso a fuoco nella mia testa e istantaneamente risveglia i miei sensi mentre un sorriso torna a splendere sul mio viso.

"Ogni piccola cosa che tu hai detto o fatto è come se fosse nel profondo di me, davvero non importa se sei di passaggio. È come se noi fossimo fatti per stare assieme..."

Queste parole le avrei volute scrivere io. Mi lascio trasportare dalla melodia e mi sento come se fossi sulle montagne russe, un'ondata di emozioni mi invade, ci mancavano solo i miei ormoni a risvegliare l'irrequietezza che mi assale. Saranno i sedici anni alle porte? La consapevolezza che non sarò più considerata una bambina? In realtà non lo sono più già da un pezzo, ma questo poco importa.

Alzo il volume dello stereo al massimo e mi abbandono in una danza di pensieri, parole e musica. Canto per scacciare via la rabbia dei momenti passati.

"Le persone dicono che sono pazza e che sono cieca che sto rischiando troppo per nulla, come mi hai fatto diventare cieca è ancora un mistero, non riesco a farti uscire dalla mia mente non importa cosa c'è scritto nella tua storia."

È strano come una canzone possa interpretare alla perfezione il turbinio di emozioni che pervadono il mio corpo e la mia mente. Non mi sento come le ragazze della mia età, ancora troppo piccole per entrare nel mondo degli adulti, ma già proiettate verso sogni di gloria.

Le mie pulsioni mi trasportano oltre un limite consentito: vizio, passione, sessualità, trasgressione, fanno parte del mio nuovo vocabolario e mi fanno quasi sentire fuori posto, strana, incompresa.

Sento il bisogno viscerale di qualcosa di più forte. Fantastico su incontri passionali con uomini più grandi di me. Ma non qualsiasi.

Uno in particolare affolla costantemente i miei pensieri.

I suoi occhi mi perseguitano nei miei sogni, il desiderio del suo tocco mi provoca un mare di brividi. Vorrei quasi disperatamente che mi facesse sua, è diventato un desiderio irrefrenabile! Il modo in cui mi guarda mi manda in delirio, il suo tocco, il suo calore quando mi sta accanto, ogni cosa di lui mi provoca pensieri lussuriosi che, sempre più spesso, si tramutano in sogni meravigliosi dai quali non vorrei svegliarmi mai.

Un sorriso malizioso si fa strada sul mio viso, mentre inconsciamente passo un dito sul vetro appannato scrivendo il suo nome, come se questo gesto potesse far avverare il mio sogno.

Chissà dove mi porteranno questi cattivi pensieri.

Chissà quale porta del girone degli inferi si aprirà per me.

A volte mi chiedo se la ragazza che sto diventando è frutto della costante richiesta di quelle attenzioni, di quel piccolo spiraglio d'amore che mi è stato negato in passato o se sono semplicemente io a essere fatta così, trasgressiva, senza freni, senza tabù.

Questa ricerca incessante di qualsiasi avventura che mi faccia sentire viva, amata, importante, potrebbe essere la mia maledizione. Oppure l'inizio di qualcosa di strepitoso che aspetta solo di essere scoperto.

Diventerò come mia madre? Una donna incapace di trasmettere amore e forse anche di provarlo?

Oppure sarò diversa, una persona che sa amare e che sa essere amata? Una persona che mette il cuore in tutto ciò che fa?

Non so ancora cosa mi riserverà il futuro, al momento ho solo la certezza che voglio andare avanti senza pensare alle conseguenze e vivere con questa insana consapevolezza di essere io, Amber Emily Carter, una cattiva ragazza.

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