Adam

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Quando Riley lo raggiunse, Adam stava osservando il panorama di Nuova Roma da una delle terrazze sulle colline. Giocherellava con il suo coltellino a serramanico, Riley non aveva mai capito perché se lo portava dietro, dato che non era in bronzo celeste e non tagliava neppure tanto.

- Non ho mai capito perché ti porti dietro quel coltello vecchio e dalla lama poco tagliente-

Adam sorrise.

- Me lo ha regalato mia madre, anni fa- spiegò- il manico è ricavato da non so che lancia che usava da ragazza al campo... a modo suo, credo volesse darmi qualcosa per portarmi fortuna. E' stato poco prima di iniziare a frequentare il campo-

Annuendo, Riley si sedette di fronte a lui.

- Scusami- le disse lui, guardandola- il Campo Giove non mi piace molto, lo sai. Non mi sento a casa, a dire il vero-

- Lo so, dopotutto tu sei figlio di semidei greci- rispose Riley, tranquilla- beh, come me, ma io comunque qui ci sono nata. Mi sento legata a questo posto, anche se preferisco stare al Campo Mezzosangue. Le estati più belle sono quelle che passo lì, con voi-

Adam notò il suo braccialetto nuovo e fece un fischio.

- Regalo dei tuoi, eh? Forte. Vorrei aver avuto il tempo anche io di prenderti un regalo-

- Non fa niente. Piuttosto... come va la rabbia?-

- Non bene. Continuo a ribollire dentro come fossi un vulcano e non riesco a restare rilassato più di due secondi-

- Con chi ce l'hai esattamente?-

Alzandosi in piedi, Adam iniziò a camminare avanti e indietro. Sapeva cosa stava facendo l'amica, gli stava tirando fuori le cose per aiutarlo a stare meglio e, in effetti, aveva proprio bisogno di sfogarsi o sarebbe imploso.

- Con me stesso, principalmente- spiegò, scuotendo il capo- e con gli dei, perché ho l'impressione che il fatto di essere nipote di Ares non sia un bene... non c'è mai stata una sola cosa che è mai andata davvero per il verso giusto! Anche mia madre dice che, secondo lei, i discendenti di Ares sono quelli più messi alla prova. Io direi ostacolati. Non potevo essere nella casa di... che ne so, Nemesi? Sta più simpatica del dio della guerra-

Riley sorrise.

- Ares non è mister simpatia, in effetti- ammise, alzando gli occhi e sperando di non venire fulminata.

Smettendo di camminare, Adam tornò a sedersi, mettendosi a cavalcioni del cornicione della terrazza.

- Dovresti dire a Billy quello che provi, intendi dirglielo sul serio. Non importa se ti senti insicura e pensi che siano ancora sentimenti infantili, ma rischi di peggiorare, tenendotelo dentro-

- Lo so... lui è la mia prima, vera cotta. Ci ho messo un po' a capirlo, ma mi piace sul serio, quindi credo che dovrò trovare il coraggio-

Si zittì un attimo, muovendo nervosamente le gambe, poi alzò gli occhi verdi su di lui.

- Ma per te è diverso- aggiunse- riesco a sentirlo, tu... a te non piace Donovan. Tu sei innamorato di lui-

Adam si lasciò scappare dalle labbra un grosso sospiro. Era al campo da più tempo di Riley e fin da quando aveva conosciuto Donovan, aveva capito di provare qualcosa per lui. A dieci anni forse non sai cos'è l'amore, ma dopo quasi tre anni consecutivi, in cui i sentimenti maturano... inizi a saperne qualcosa. E poi, ognuno maturava ad una età diversa, ma era risaputo che semidei e loro discendenti, spesso avevano tempi diversi rispetto ai mortali.

- Bell'affare- brontolò il nipote di Ares.

- Beh, la cosa in sé non è brutta! Anzi, sarebbe bella... sai, mi è tornato in mente un discorso fatto con mia madre tempo fa. Tu conosci bene i miei, a vederli sono perfettamente assortiti e al contempo ti chiedi come facciano a sopportarsi! Beh, lei me lo ha spiegato. Mi ha detto che, per lei, mio padre non è solo la persona che ama, il padre di sua figlia, ma è... una parte di lei. Questo lo ha capito quando ha iniziato a provare qualcosa per lui e hanno vissuto tante avventure insieme-

Riley Jackson e gli Dei dell'Olimpo [CONCLUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora