«Daron?» lo chiamo, incerta, sperando che non abbia deciso di ignorarmi.
Lui si volta e mi guarda, inespressivo. «Sì?»
«Scusa.»
«Per cosa?»
«Non intendevo essere sarcastica, prima.»
«Ah, per quello? Oh, tranquilla, è tutto okay. Piuttosto forse sono io a dovermi scusare, ti prendo in giro e ti rompo le scatole spesso ed è normale che poi ogni tanto sbotti.»
«Sicuro?»
«Oh sì.»
Gli sorrido e lui mi sorride di rimando, poi mi pizzica una guancia. «Sono un rompipalle seriale, sono abituato alla gente che sbrocca per questo.»
«Fai così con tutti i tuoi amici?»
«Certo.»
«E io non sono esente?»
«Da amica e ora anche parte del team tecnico di tour direi proprio di no, assolutamente no.»
«Che peccato» rispondo, prendendolo in giro; lui di rimando mi fa una linguaccia e poi poggia un braccio sulle mie spalle e mi avvicina a sé in una specie di abbraccio a metà. «Dopo tutto ti voglio bene, cosina.»
«Cosa?!» scherzo di rimando e fingo di divincolarmi dalla sua presa. «Aiuto, una piovra gigante mi assale!»
«Hey, la piovra gigante ti sta dimostrando il suo affetto!» il chitarrista non molla la presa, anzi, approfittando del fatto che i ragazzi si sono fermati per via di Shavo che è andato a rifornirsi di sigarette mi abbraccia davvero, stringendomi a sé con una certa energia; avvampo e, rassegnata, abbandono per qualche secondo la testa quasi nell'incavo del suo collo, fra la clavicola e la mascella, sperando che non percepisca il mio battito cardiaco che ha sensibilmente accelerato. Ha un profumo intenso e a tratti inebriante che mi piace troppo, sto così bene fra le sue braccia... no, Nikki, basta, riprenditi e ricomponiti, da brava.
«Posso azzardarmi a chiederti che profumo usi?» gli domando, una volta sciolto l'abbraccio.
«Profumo?» Serj si intromette nel discorso, con faccia sorpresa. «Perché, Daron profuma? Di solito puzza.»
«Pensa alla tua puzza, Tankian» lo rimbecca Daron, tappandosi il naso come se ci fosse seriamente un cattivo odore nei dintorni.
«Puzzo perché sto vicino a te, Malakian.»
Io e Georgia ci guardiamo e scoppiamo a ridere mentre i due continuano a punzecchiarsi com'è loro solito, poi le dico in labiale «Ordinaria amministrazione, è sempre così», con una mano davanti alla bocca.
Circa un'ora è passata quando qualcuno dei ragazzi chiede di tornare a casa perché stanco e la mia amica e Dan si rendono conto di dover rientrare, per cui ci salutiamo; stringo forte la mia amica in un abbraccio, non sentendomi molto pronta a lasciarla andare di già.
«Ci teniamo in contatto, okay?» mi dice, sorridendo.
«Contaci.»
Una volta che i due hanno beccato un taxi al volo per rientrare torno a camminare di fianco al chitarrista, silenziosa.
«Tutto okay, cosina?» mi domanda, osservandomi di sottecchi.
«Sì, tutto okay, è solo che mi manca già la mia amica.»
«Davvero?»
«Beh, l'ho rivista oggi dopo due lunghi anni... considerato che siamo amiche da molto tempo e siamo state sempre inseparabili fino a quando non si è dovuta trasferire altrove...»
«Oh... beh, mi spiace, posso solo immaginare come ti senti.»
Tacciamo entrambi per ancora qualche minuto e nel frattempo divago con la mente, tornando all'improvviso con la mente al dubbio del giorno prima, quello sull'origine dei due cd avuti in regalo: la calligrafia in cui era scritto il mio nome sul sacchetto mi ha dato una strana sensazione a proposito di chi potrebbe avere quella grafia e poi solo ora rivedo i ricordi di quella mattina nella mente e li ripercorro, accorgendomi dunque di come solo Daron abbia risposto allo scherzo del "pacco bomba" e di come fosse molto concentrato mentre ascoltavo per la prima volta il loro primo album... la mia mente giunge ad una conclusione. Che sia Daron il mittente di quel regalo? Lo scoprirò subito.
«Posso chiederti una cosa?»
«Mh? Certo.»
«Sei stato tu a regalarmi quei cd, vero?»
Il ragazzo sgrana gli occhi per un attimo, poi annuisce. «Come ci sei arrivata?»
«Mi è parso strano che tu sia stato l'unico a parlare quando si è scherzato a proposito di quel pacchetto e ti ho visto particolarmente concentrato, se non proprio teso, mentre Shavo metteva il disco nello stereo e poi mentre ascoltavo. Inoltre, non so perché, ma avevo come la percezione che la scrittura sul sacchetto non fosse né di Serj, né degli altri.»
Daron mantiene ancora l'espressione sorpresa, poi si gratta il mento e si risistema distrattamente la barbetta. «Sei perspicace, cosina.»
«Modestamente, ogni tanto questa testolina funziona decentemente» replico, con un sorrisino, prima di abbassare di nuovo la testa.
"Sì, funziona per bene finché non c'è lui di mezzo o finché non è a dieci centimetri da te" la solita vocina nella mia mente mi corregge, impietosa.
"Taci" la zittisco, scuotendo leggermente la testa.
Per il resto del percorso né io né lui proferiamo parola, ma mi accorgo che ogni tanto mi guarda di sottecchi sorridendo appena e io faccio lo stesso... dopo tutto è alquanto divertente.
[Nota dell'autore: eccomiiii! :D fra non molto la storia dovrebbe essere al passo con la versione in inglese ma non ne sono certa... :'D comunque, come sempre grazie a chi legge, vota e recensisce <3]
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How I feel when I'm around you (System Of A Down)(IT)
FanfictionNei primi anni del ventunesimo secolo le strade di una famosa band e di una ragazza solitaria in fuga dal passato si incrociano casualmente; nasce un legame e un combattuto sentimento.
Meet the guys
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