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Pov Kendall

Mi sveglio. Apro gli occhi e anche se è buio, so di non trovarmi nella mia stanza.
Sono in camera di Logan, sdraiato nel letto in cui di solito dorme il mio ragazzo, coperto dalle sue lenzuola ancora profumate di lui.
Il ricordo di ieri notte è ancora vivissimo nella mia mente, testimoniato dal fatto che non ho niente addosso.
L'unica cosa che manca è proprio lui, Logan, l'altra persona che in questo momento popola i miei pensieri. Mi sembra impossibile pensare ad altro ora.
Dove sarà? Cosa starà facendo?

Non ho nemmeno il tempo di rispondere a queste domande che la porta si apre ed entra lui. O almeno, penso che sia lui anche perché è l'unico in casa, deve essere lui.
Appoggia qualcosa sulla scrivania e apre la finestra per far entrare aria e luce, che mi ferisce gli occhi.
Senza guardarmi, torna a prendere quello che aveva messo sulla scrivania, mentre io mi stropiccio le palpebre, e si siede vicino a me sul letto.
Apro finalmente gli occhi e lo guardo in faccia. Standomi di fronte mi copre il sole, che lo fa splendere.
«Buongiorno» mi dice con un sorriso bellissimo grazie al quale gli appaiono le fossette sulle guance.
«Mmh, buongiorno» rispondo quasi mugolando, toccandogliene una con il dito. Ha delle guance così morbide.
Non è affatto infastidito dal mio gesto, anzi lo fa sorridere ancora di più. Quel sorriso che è ormai indelebile nella mia mente.

Sono talmente distratto da lui che non mi accorgo subito del vassoio che ha in mano, lo noto solo quando se lo appoggia sulle gambe.
Sopra c'è una caraffa di succo d'arancia con due bicchieri, del pane con la Nutella spalmata sopra e dei biscotti.
«Wow, come mai tutto questo?» gli chiedo affamato.
«Beh, ho pensato che avremmo dovuto riprenderci per bene dalle fatiche di ieri sera» mi risponde abbastanza maliziosamente.
«A proposito, sei ancora nudo lì sotto?» aggiunge senza darmi il tempo di rispondere.
«Certo, lo chiedi anche?» gli sorrido strizzando l'occhio.
«Allora vestiti, su, che poi facciamo colazione qui, insieme» mi ordina quasi.
«Perché non ti spogli tu invece?» gli chiedo.
Mi piacerebbe rifare quello che abbiamo fatto ieri, lo rifarei per tutta la settimana, per tutto il tempo, perché poi di tempo da soli non ne avremo più molto.
«Non mi spoglio perché sappiamo come andrebbe a finire, e io ho altri programmi per la giornata» non gli credo fino in fondo, ma decido di non replicare, mentre davanti a lui mi infilo boxer e canottiera.
«D'accordo, almeno sdraiati qui vicino a me bel culo, sono vestito, non mordo»
Arrossisce al mio complimento, solleva le lenzuola e si appoggia a me.
Mi metto il vassoio che ha portato sulle gambe, mentre lui mette la testa sulla mia spalla. Faccio arrivare la mia mano sulla sua spalla, e restiamo così per un po, finché non decidiamo di cominciare a fare colazione.

Per tutto il tempo vedo Logan pensieroso, ogni volta che gli chiedo se c'è qualcosa che non va mi risponde che va tutto bene, che è solo un po stanco.
Per la prima volta ci credo, ma poi quando lo vedo tornare immerso nei suoi pensieri, a fissare un punto nel vuoto, comincio a dubitarne.
E con dubitare, intendo che cominciano ad affiorare nella mia mente i legittimi dubbi da fidanzato: "non è che ieri sera l'ho fatto stare male?"
"Non sono abbastanza dolce con lui?"
"C'è qualcosa che non va nella nostra relazione?"

Running empty, running out of time
Thought i lost my mind

Mentre divento sempre più pensieroso anche io, mi accorgo che siamo entrambi in silenzio, vicinissimi ma lontani allo stesso tempo, ognuno per conto suo.

Decide lui di rompere il silenzio, prima che io possa pensare a qualcosa di intelligente da dire.
«Bene, porto giù il vassoio» quasi esclama, alzandosi dal letto e prendendo il vassoio ormai vuoto dalle mie gambe.
Annuisco in risposta e gli sorrido. Accenna un sorriso anche lui, ma vedo dai suoi occhi che non è un sorriso pieno, quei suoi occhi color nocciola che oggi si perdono più del solito.
Decido di seguirlo in cucina, voglio una spiegazione.
Lo raggiungo correndo per le scale, e lo blocco mentre sta risciaquando i piatti sporchi. Lo prendo per le braccia e lo costringo a girarsi verso di me, i nostri visi a pochi centimetri di distanza.
«Ma cosa...?!» esclama subito, sentendosi preso con forse un po troppa forza.
Spalanca gli occhi quando mi vede.
«Scusa se ti ho spaventato Logan, ma dobbiamo parlare» gli dico, cercando che la nostra vicinanza non mi distragga troppo.
«Ehm.. dimmi» arrossisce leggermente.
«Non so se lo hai notato anche tu, ma è da questa mattina che sei pensieroso, e io ho paura di averti fatto qualcosa di sbagliato ieri sera» confesso tutto d'un fiato.
Lo vedo rilassarsi impercettibilmente, forse aveva paura che gli chiedessi qualcos'altro.
«No, no, tu non hai fatto assolutamente niente di male, davvero» cerca di rassicurarmi.
«Allora perché questa mattina non hai voluto metterti vicino a me finché ero nudo?» chiedo ancora, cercando di non sembrargli troppo severo, anche se non mi pare di stare ottenendo risultati in questo senso.
«Spero che tu capisca Kendall..» comincia.
Se dice così mi preoccupo ancora di più.
«Il fatto è che, dopo ieri sera, ho capito che il nostro rapporto è arrivato a un punto dal quale non si torna più indietro. Insomma, non possiamo più fingere di non stare insieme, perché so che ci starei male, e penso che ci staresti male anche tu. Ma il problema è che i miei genitori non sanno niente, quindi con loro saremmo costretti a fingere. In pratica, dobbiamo dirlo ai miei. È questo quello a cui penso da tutta la mattina» mi dice, tenendo gli occhi puntati nei miei.

Rifletto su ciò che mi ha appena detto. Non posso negare che ha tutta la ragione del mondo. A partire dal fatto che starei malissimo se lui si mettesse a dire che siamo solo amici, dopo tutto quello che abbiamo affrontato.
E forse i suoi genitori sono proprio l'ultimo ostacolo da superare, sempre se lo supereremo indenni.
«Hai ragione, non possiamo più fingere» dico semplicemente dopo un lungo silenzio.
«Quindi.. Glielo diremo appena tornano?» mi chiede, un po incerto stavolta.
«No!» urlo subito, facendogli quasi fare un balzo all'indietro.
«Meglio di no, ragiona... sarebbe un colpo troppo duro per loro appena tornati a casa. E poi, chissà cosa penserebbero che abbiamo fatto in questa settimana da soli, chiunque penserebbe male! Dobbiamo aspettare almeno una settimana dal loro ritorno» continuo.
Lui annuisce con la testa. Sono contento che approvi la mia strategia.

«Grazie Kendall. Grazie di tutto, grazie del tuo amore, grazie della tua pazienza nei miei confronti. Sei il migliore, l'unico che voglio con me e l'unico che vorrò sempre» mi dice di sorpresa.
Sento le mie guance scaldarsi, sono arrossito sicuramente.
Logan sorride come non l'ho ancora visto fare stamattina, facendo spuntare le fossette, poi nasconde il volto nel mio collo, abbracciandomi in vita.
È così tenero che non resisto e sorrido anche io. Gli circondo le spalle con le mie braccia, accarezzandogli la schiena piano.

Passiamo tutto il resto della giornata ad organizzare una festa con barbecue pensata da Logan, alla quale inviteremo non tutti i suoi compagni di classe, ma solo i nostri amici più stretti.
Infatti due giorni dopo...

Angolo autrice
Eccomiii! Dai che siamo quasi a 7k views, con questo capitolo ci arriviamo! Anche se gli ultimi hanno meno visualizzazioni di quelli prima, che è successo?
Dai, vi amo lo stesso, grazie mille, la storia non esisterebbe senza di voi
Anna_darkheart

My Escape || Kendall Schmidt - Logan Henderson (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora