Capitolo 2

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Ho scoperto che infondo questa casa è così grande e lussuosa per una ragione precisa. Al nostro arrivo, ieri, ero troppo fuori dal mondo, ancora chiusa nella bolla che si rivela essere la mia testa per capire quello che i miei nonni hanno tirato su in questo posto: visto e considerato che non vi sono più uffici, dal momento che tutte le strutture, pubbliche o private, sono state distrutte, hanno dovuto spostare il nucleo dell'Advanced qui. Circa trenta dei tantissimi dipendenti lavorano sotto questo tetto. Nonno si è occupato di dirmi che non possono permettersi di smettere di fabbricare, anche se il nostro paese è caduto nella peggior crisi che abbia mai visto, la vita va avanti. L'America continua a pretendere la micro-tecnologia che produce l'impresa, e non solo quella.

Perciò, adesso, eccomi qui, a passeggiare per i corridoi della casa per riuscire ad arrivare nel salotto: visto che è così pieno, quello è lo spazio che ci hanno concesso per poter fare i nostri 'imbrogli' come li hanno chiamati i miei genitori. Non capiscono, e nemmeno pretendo che lo facciano, ma mi dispiace per un certo verso non avere il loro sostegno in una cosa simile. D'altro canto non posso lamentarmi di Orfelia e Peter, sono ottimi nel confabulare, e spesso, durante le ore che passano, li trovo accanto ad Harry per potergli dare una mano.

"Buongiorno signorina." Sorride una delle cameriere. Il loro numero è aumentato e, nonna mi ha spiegato, che questo è accaduto non perché abbiano bisogno di più personale, ma perché la gente là fuori, come bene so, è disperata. E fare la cameriera, o un qualsiasi altro lavoro, qui, è un modo per assicurarsi la sopravvivenza e il sostentamento, la tranquillità è inclusa. Sembra di vivere fuori dal mondo.

"Buongiorno." Sorrido in cambio.

Quando arrivo in salotto trovo Harry già lì, con davanti a se la mappa, i gomiti sulle ginocchia, un pennarello tra i denti, tanti altri fogli sparsi ovunque, i capelli in tutte le direzioni e un aria da nerd che lo rende particolarmente appetibile ai miei occhi, ad un ora così presta.

"Hey.." Richiamo la sua attenzione.

Solleva il viso verso di me con un'espressione sorpresa. Poi si toglie la penna tra i denti e la lancia sul tavolino, sopra la mappa, e mi sorride.

"Ciao piccola." Batte una mano sulla gamba per indicarmi di andare a sedermi da lui. Lo faccio. Questo, appunto, è un po' la zona che occupiamo io e lui e gli altri ragazzi, da ieri pomeriggio, e visto che gli altri non sono nemmeno ancora svegli, non corriamo il rischio di essere disturbati. Mi siedo sulle sue gambe beandomi delle sue braccia che avvolgono la mia vita e della sua testa che si appoggia sul mio petto, chiudendo gli occhi.

"Non hai dormito?"

"Ho dormito."

"Non mentirmi. Se solo avessi avuto intenzione di farlo ti saresti intrufolato in camera mia." Lo rimprovero.

"Devo controllare che tutto sia a posto. Non mi concedo errori, devo portarvi là ed assicurarmi che tutti ne torniamo interi." Sussurra stringendomi di più a se.

"Come pensi di combattere i cattivi, Harry?" Ridacchio. "Dormendo?" Gli accarezzo i ricci sistemandoglieli.

"Hmm.." Mugola mentre il suo respiro diventa più regolare e la sua presa si fa più lenta mentre il sonno lo richiama. "Posso dormire in camera tua?"

"Mia nonna si è premurata di far sistemare una stanza per ciascuno di noi."

"È un no?" Spalanca gli occhi. "Mi ripudi, dunque?" Alza il viso stanco verso il mio.

"Il bicchiere non è sempre mezzo vuoto, non guardare sempre e solo il lato negativo delle cose. Il fatto che io non ti faccia dormire con me, non implica che io non ti voglia."

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