capitolo 8

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Il vero problema radica nel fatto che la mente non è un dispositivo che si può sconnettere o spegnere.
Genera alcune difficoltà.
Perché è un po' complicato riuscire a far sfumare i pensieri come per magia, tenendo in considerazione che non possiamo spegnere la nostra mente quando vogliamo.
Forse c'è solo bisogno di chiudere gli occhi e prestare attenzione a quello che accade al nostro corpo, per esempio, l'aria che entra nei polmoni o la colonna vertebrale che inizia a richiedere una postura che considera migliore.
O forse c'è bisogno di ritrovarsi da soli, sperduti nel bosco.

Ripercorro la solita strada e mi fermo quando riconosco il box.
Mi è mancato tanto.
Entro dentro e inizio ad accarezzare il dorso, il mantello lucido e infine percorro con la mano "la lista", viene chiamata così la striscia bianca che parte dal ciuffo fino ad arrivare sul naso.
Prendo la "brusca", robusta spazzola di setola e inizio a passare con ampi movimenti del braccio su tutto il corpo del cavallo. Parto prima con la criniera e infine spazzolo la coda.
Dopo aver finito lo porto verso gli attrezzi. Prendo la sella e la posiziono sul dorso facendo attenzione a non strigere troppo sull'addome. Poi dopo aver preso le redini, la testiere (che consiste in una specie di imboccatura che è collegata con le redini) e infine le staffe ci diregiamo fuori la scuderia.

‹‹È stata una pessima giornata, e io ho bisogno di te.›› -sussurro.

Quando riesco a montare do un piccolo colpo e insieme andiamo verso la costa.
Perché se c'è una cosa che aiuta, quella è mare.
Max è il nome del cavallo.
Mi è stato regalato da mio padre quando avevo solo 10 anni.
Gli sono molto affezionata, ed una delle poche cose che mi ricorda lui.

Ci sono diversi tipi di libertà e ci sono parecchi equivoci in proposito. Il genere più importante di libertà è di essere ciò che si è davvero.
Ed io mi sento libera, padrone di me stessa in groppa al mio fedele compagno.
Giunti a destinazione annodo le redini ad un albero vicino.
A volte bisogna staccare, allontanarsi dal mondo e rimanere da soli allontanando i pensieri.
Fermarsi tra le onde del mare che si infrangono contro gli scogli.
Perché il mare è come la nostra anima. Ci insegna continuamente qualcosa con il suo agitarsi o con i suoi momenti di calma assoluta. La sua è l'eterna voce dell'infinito e il tempo, i millenni, non hanno cambiato nulla della sua vita di mare: le stesse onde, le stesse maree, le stesse tempeste.
E non c'è niente che possa trasformarlo.

Le lacrime mi scendono sempre più copiose.
Nessuno le può fermare.
Che cosa mi sta succedendo?
Perché me?
Perché io?
Quella voce, quel assurdo bisogno di farmi sentire viva e calda, perché io?
Non sono speciale.
Non ho nulla che mi renda tale.
Sono piena di difetti, sono paranoica, fragile.
Io sono diversa, non speciale.

Raggiungo la linea che separa la costa dal mare e osservo in basso.
Mi sento come una conchiglia sulla sabbia, in attesa del mare.
E mi domando se mai verrò travolta da un'onda improvvisa, oppure se qualcuno deciderà di raccogliermi.
Mentre mi appresto ad aprire la porta di casa, chissà perché, sono colta dal desiderio di rivedere Ank e di sentire il suo tocco sotto il mio palmo.
Forse perché mi sento al sicuro con lui, o perché semplicemente non può mentirmi.

‹‹Dove sei stata?›› -mi domanda allarmata la zia, che mi raggiunge in tutta fretta.

‹‹Sono andata a farmi una chiacchierata coi demoni. Sai, abbiamo trovato un accordo e loro rimarranno rinchiusi nel misterioso albero finchè tu la smetterai di mentirmi.›› -Esclamo dichiarandomi una mente persa.

‹‹Non ti sto mentendo. Voglio solo il tuo bene, e voglio aiutarti nell'affrontare ogni evenienza››

‹‹Vuoi dire che vuoi insegnarmi ad usare il potere che io stranamente non riesco a percepire?›› strillo, decisamente priva di controllo.

‹‹Non senti un calore sconosciuto che penetra nelle ossa, o un brivido che percorre la spina dorsale o le pulsazioni che aumentano? ›› Chiede.

Il calore.
Quello non può essere il potere.

‹‹No!›› mento e giro il capo verso altri orizzonti.

‹‹Puoi anche dirlo. So che non vuoi credere a tutto quello che hai ascoltato, ma non mentire a te stessa. Tu hai sentito qualcosa.››

‹‹Non è vero.››

Salgo le scale con gli occhi velati.

‹‹Io non ho nessun potere.›› con il mio urlo cerco di farle capire che sbaglia, che probabilmente tutto questo è uno sbaglio.

Il peso che ho nel cuore mi trascina verso il basso, è un macigno legato al corpo.
Questo calore, che persino adesso sento, non può essere dovuto alla magia.
Ci deve essere una spiegazione valida.
La magia non può esistere.
Non può!
La candela, posta sopra la mensola affianco al comodino, si autoaccende.
La fiamma divora inesorabilmente la cera.
Il controllo, la pazienza stanno scivolando via.
Scuoto il capo ripetutamente.
Non posso essere stata io.
Non può essere vero.

‹‹Lo capisco che tu ti senti persa, incompresa. Ma ricorda che non sei sola e non lo sarai mai.›› mormora la zia dall'altra parte della porta.

Tiro su col naso e asciugo le lacrime.
Mi avvicino alla candela e la osservo dettagliatamente.

L'esperienza ci insegna che mentire agli altri magari può risultare un atto da codardi, ma mentire a se stessi è un comportamento che espelle paura da ogni poro della nostra pelle.
Si cela la verità per timore perché pensiamo che, così, sia più facile andare avanti.
Ma è sbagliato.
Nella lotta tra cuore e ragione, vince sempre il cuore.
Non si può ingannarlo.
Soffio sulla fiamma ed essa si estingue con il solo respiro espulso dalla mia bocca.
Ho bisogno di risposte.

Angolo nostro 🎀

Che ne dite della storia?

-Mary 🍭

Nashell: La Guardiana (#1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora