XIV

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"I try to forgive you but I'm struggling 'cause I don't know how.We built it up so high and now I'm falling, it's a long way down"- Long Way Down, One Direction



Quella mattina Harry Styles apre gli occhi consapevole di aver detto tutta la verità a suo padre.
Sono stati solo loro, una bottiglia di qualche super alcolico che probabilmente valeva più di ogni cosa che Harry possiede e tante, tantissime parole, tanti tuffi nel passato che nel petto del ragazzo sono pesati come macigni.
Così gli ha raccontato di questo ragazzo con gli occhi chiari e la risata più bella che lui abbia mai sentito, gli ha parlato del modo lento che hanno avuto di innamorarsi, delle paure del suo Louis, di quel Louis che Harry non riesce a dimenticare, quello che non avrebbe mai fatto nulla per ferirlo.
Gli ha raccontato anche della parte migliore di Louis, della sua piccola Samantha, della sua intelligenza e del suo sarcasmo appuntito quasi quanto quello del padre, Harry ha raccontato di quanto venisse facile perfino a lui sentirsi fiero di quella che, purtroppo, non è del tutto sua figlia.
Gli ha raccontato di Beth e delle sue intenzioni e in quel momento suo padre non ha avuto bisogno di ascoltare altro, non ha badato all'orario, non ha badato a nulla, si è limitato a sbloccare il suo telefono e a mettere insieme qualche buona parola che incredibilmente uno degli avvocati più bravi di Londra era al servizio di Louis.
Per Harry era stato altrettanto facile informare Louis e ignorare i suoi ringraziamenti.
O almeno questo è quello che gli piace raccontarsi ogni sera prima di mettersi a dormire su quel materasso che è davvero troppo duro per lui, troppo diverso da quello di Louis.
Quella mattina, quindi, Harry Styles apre gli occhi consapevole di aver detto tutta la verità a suo padre e sentendosi comunque tremendamente vuoto e solo.
È tutto fin troppo silenzioso fino a quando la porta della sua camera non si spalanca lasciando entrare sua sorella che "Papà mi ha detto di chiamarti, è urgente" gli comunica agitata.
Quasi ogni giorno rimane strabiliato dai dettagli di quella ragazza, sono dettagli che parlano anche di lui, sono piccoli attimi in cui Harry riesce a rivedere se stesso e deve ammettere che gli piace, gli piace sentirsi parte di qualcosa, sentirsi un pezzo di qualcuno.
È una sensazione che ha ricollegato sempre e solo a Louis.
Si alza dal letto e ringraziandola sparisce nell'ufficio del padre che non lo saluta, è troppo impegnato ad informarlo del fatto che, in quel momento, un assistente sociale è diretto verso casa di Louis.

"Hai sbagliato qui, amore" le fa notare Louis mentre osserva sua figlia fare i compiti.
La bambina osserva la frase, storce le labbra e cancella prontamente l'errore.
Louis le passa una mano tra i capelli biondi e lisci e se li rigira tra le mani notando quanto somiglino ai capelli di Lottie prima che iniziasse a tingerli dei colori più disparati.
Sam continua a fare i compiti in silenzio mentre accanto a lei Louis sorseggia il suo the lentamente sentendo una stanchezza che gli appare antica e insaziabile, la sente divorargli le ossa mano a mano che quel paio di mani si stringono attorno al suo collo.
Louis sa che il suo tempo è praticamente finito ed è sicuro di aver smesso di respirare da davvero troppo tempo, è il giorno prima dell'incontro in tribunale e l'uomo può giurare di non essersi mai sentito più vecchio e schiacciato di così.
Continua ad accarezzare la testa di sua figlia fino a quando lei non si volta a guardarlo sorridendo piano.
Sua figlia sorride e Louis davvero non sa cosa ha fatto di così buono per meritarsela.
La bambina gli accarezza una guancia e "Barba" gli fa notare pizzicandolo.
Louis si ritrova a ridacchiare, incredibilmente e a prometterle che se ne occuperà presto.
Sam sembra soddisfatta e torna a fare i suoi compiti facendosi però più vicina a suo padre in modo da ritrovarsi così quasi tra le sue braccia.
Louis le bacia la testa e "Controlla la quinta frase" le sussurra piano.
La bambina obbedisce e, ancora una volta, corregge la sua distrazione.
Sembrano essere in pace con il mondo, solo loro due, nella loro cucina, l'uno vicino all'altro, al sicuro.
Louis non riesce a pensare a quanto la situazione sia in realtà diversa, non riesce a pensare al fatto che Liam quella sera dormirà da loro perché sa, Liam sa esattamente che Louis da solo non potrebbe mai farcela.
Ma non è di Liam che ha bisogno, non questa volta.
Louis ha bisogno di un paio di occhi chiari, non potrebbe mai trovare forza altrove.
Sussulta quando sente il campanello suonare.
Sam lo guarda confusa e "Lo zio Liam?" gli domanda.
Louis guarda l'orologio ma no, è decisamente troppo presto perché sia Liam.
Si limita a dire a Sam di continuare a fare i compiti prima di dirigersi verso la porta stringendosi nella sua felpa, quando la apre non riesce a credere ai suoi occhi perché quel paio di occhi verdi a cui stava pensando neanche dieci secondi prima lo stanno guardando irrequieti.
"Harry?" domanda incerto sentendo il cuore dentro al petto iniziare a fare le capriole, il riccio si limita a spostarlo dall'uscio spingendolo dentro casa e "L'avvocato non poteva avvisare te, Louis" gli dice sottovoce per evitare di farsi sentire da Sam "Ma l'assistente sociale sarà qui a momenti per la visita domiciliare" gli dice senza smettere di guardarlo negli occhi.
Louis sente le gambe molli e la testa girare vorticosamente.
È troppo.
Troppo tutto insieme, fa per dire qualcosa ma Harry lo ferma e "E' normale" lo rassicura "Devono accertarsi che il luogo in cui vive Sam sia un luogo sicuro, sarebbe stato tutto più semplice se solo tu non avessi aggredito quell'uomo, sai?" gli domanda retorico.
"Cosa devo fare?" gli domanda confuso.
Harry scrolla le spalle e "Questo è un luogo sicuro" gli fa notare "Tu sei il padre migliore che Sam potrà mai avere" gli ricorda "Devi solo essere naturale" gli dice facendo per andare via.
Louis non riesce neanche a capire quello che sta succedendo quando si ritrova a fermarlo per un braccio e "Avresti potuto chiamare" gli dice sempre sottovoce e un lampo di dolore investe il viso di Harry, le sopracciglia si inarcano quando si ritrova a guardarlo con disgusto e "Avrei potuto chiamare" ripete.
Louis scrolla le spalle e "Sì" gli dice sicuro avvicinandosi ancora "E invece sei qui" gli fa notare "Non hai chiamato, sei corso fino a qui da MyFair, sei furioso e lo so, lo capisco, lo sarei anche io ma sei qui" continua senza riuscire a lasciarlo andare, Harry fa per parlare ma Louis lo ferma e "Lo so" lo anticipa "L'hai fatto per Sam" gli dice "Ma io non ci credo. Ti manca stare qui, ti manca tutto quello che avevamo e lo so perché manca anche a me, lo so perché se solo tu riuscissi a perdonarmi io potrei sistemare tutto, Harry, per te e per lei, non c'è niente a questo mondo che conti più di voi due per me, niente" gli dice con un coraggio che non sapeva di avere.
"Quindi ti prego, Harry" lo supplica "Perdonami e affrontiamo tutto questo insieme. Perdonami e torna da noi, perdonami e, te lo giuro, questa volta riuscirò ad essere abbastanza, riuscirò a renderti felice e rimedierò a tutto il male che ti ho fatto, devi solo perdonarmi, lo puoi fare?" gli domanda con il cuore in gola, tanto che quasi riesce a sentirlo battere ma Harry non ha il tempo di rispondere che il campanello suona ancora un'altra volta.
Louis guarda Harry congelarsi e le uniche parole che riceve da parte sua riecheggeranno nella sua mente per sempre, ne è sicuro "Asciugati gli occhi e falle vedere che questa è casa nostra".

Quasi trenta minuti dopo sono tutti e quattro seduti al tavolo della cucina e Sam sta mostrando i suoi disegni all'assistente sociale che Harry e Louis hanno conosciuto come Gwen.
Louis si ritrova ad essere piacevolmente sorpreso perché la donna non ha fatto altro che giocare con Sam e osservare i suoi disegni completamente rapita, ha accettato il the che Louis le ha offerto e ha fatto loro i complimenti per Philip che li osserva disteso sul suo cuscinone.
Louis non ha paura e probabilmente è tutto merito di Harry che se ne sta seduto accanto a lui incapace di distogliere lo sguardo da Sam che proprio in quel momento sta mostrando all'assistente sociale la tazza che avevano comprato per Louis, insieme, mesi prima, mesi che sembrano anni e scorrono davanti ai suoi occhi come un film muto in bianco e nero.
"Io e Harry l'abbiamo comprata per papà quando si è fatto male al piede per giocare a calcio, ha fatto i capricci quando volevamo portarlo al pronto soccorso ma poi Haz è riuscito a convincerlo e l'ha aiutato per tanti giorni con le stampelle" ricorda felice, presa dai ricordi fino a quando "Lo portava in camera sulle spalle perché papà non ce la faceva, quando abitava ancora con noi" continua con un accenno di tristezza nella voce.
L'assistente sociale le sorride piano mentre alle sue spalle entrambi i ragazzi si congelano guardandola.
La donna accarezza una guancia della sua bambina e "Ti manca?" le domanda.
Sam annuisce e "Con Harry io e papà siamo sempre tanto felici" dice alzando lo sguardo e incatenando i suoi occhioni nocciola a quelli del riccio che le sorride piano e "Però mi vedi ogni giorno al locale, non è vero?" le domanda sorridendole piano.
La bambina sorride e "Certo!" risponde per poi girarsi verso Gwen e "Vuoi vedere gli ultimi disegni che abbiamo fatto?" le domanda e Louis la riprende con un "Tesoro, credo Gwen ne abbia visti almeno una ventina-" fa per continuare ma Sam lo ferma con un "Sì ma non ha visto quelli che ho fatto con lo zio Liam" gli fa notare prima di prendere la mano della donna e "Sono nella mia camera" trascinarla via.
Gwen si volta verso Louis e "Non si preoccupi signor Tomlinson, è tutto ok" gli dice seguendo la bambina fino al piano superiore.
Louis si volta verso Harry che "Ti prego" lo implora nascondendo il viso dietro le sue mani "Ti prego, Louis, non dirmi niente" e così Louis rimane fermo, un mare di parole, un mare di promesse ad inondargli la gola e la stretta che sente da settimane minacciare di ucciderlo in quel momento.
Spalla contro spalla e gli sguardi in due direzioni diverse mentre il cuore di Harry, ancora una volta, capisce e ha la consapevolezza che non potrà mai chiamare casa un posto che non sia il luogo in cui vivono anche Louis e Sam.

Naturalmente Harry rimane a cena e, in modo ancora più naturale, è Sam a riempire l'aria con i suoi discorsi, è sempre lei a insistere perché Louis ordini una pizza e tra i due incredibilmente è lei a risultare serena nonostante ciò che dovrà affrontare il giorno seguente.
Harry riesce a vedere Louis spegnersi mano a mano che le ore passano, non ha più incrociato il suo sguardo neanche una volta da quando gli ha chiesto di stare zitto, da quando gli ha chiesto di non spezzargli il cuore ancora una volta.
La cena trascorre tranquilla tra Philip e Sam e Harry si ritrova a viaggiare con la testa indietro di mesi, si ritrova a dover affrontare tutto ciò che ha perso, tutto ciò che gli manca e di cui non vorrebbe mai più dover fare a meno.
In un mondo perfetto quella sera Harry stringerebbe Louis tra le sue braccia fino a farlo addormentare, lo bacerebbe per rassicurarlo e forse ci farebbe anche l'amore per sfinirlo e vederlo addormentarsi su di lui, lo accoglierebbe ancora un'altra volta dentro di sé per ricordargli che è quello il posto a cui appartiene.
Dentro di lui, sotto la sua pelle, in ogni suo più piccolo neo, è nelle sue vene e da lì non riesce ad andarsene come il più potente dei veleni.
E infatti Louis lo sta consumando, lo sta facendo a pezzi nella maniera più dolce e silenziosa che Harry abbia mai conosciuto.
Ma quello non è un mondo perfetto, l'indomani mattina Harry non lo aiuterà ad annodare la cravatta, l'indomani mattina Harry non sarà lì ad asciugargli il viso, l'indomani mattina non sarà lui a costringerlo ad uscire dal letto.
Sarà Liam, lo stesso che proprio qualche minuto dopo cena si è presentato a casa di Louis con un borsone, un sorriso stanco sul volto, un "Sono felice di vederti" per Harry e un lecca lecca per Sam che, neanche venti minuti dopo, si è addormentata tra le sue braccia.
Quando Liam si alza dal divano per portarla nel suo lettino Harry recupera le sue cose e si avvicina alla porta, Louis è subito dietro di lui e "Lascia almeno che ti accompagni fuori" gli chiede in un sussurro e Harry è davvero troppo stanco per fingere di non voler stare ancora con Louis, così si volta e gli fa segno di uscire.
Camminano lentamente lungo il vialetto fino a quando non arrivano alla fine e Harry si volta lentamente verso Louis, sospira e "Domani andrà tutto bene" dice al ragazzo cercando di convincere anche se stesso.
Louis si morde le labbra e si guarda le mani per poi "Sarai lì" dire e non è una domanda, Louis sa che lui sarà lì, lo sa come è certo di non sentire più il cuore nella cassa toracica da ormai troppo tempo.
Harry incontra il suo sguardo e "Hai l'avvocato migliore di tutta Londra" gli ricorda "E con Gwen è andato tutto meravigliosamente" cerca di continuare a rassicurarlo "Se mai potessi tornare indietro da bambino desidererei di avere un padre che mi ama tanto quanto tu ami Sam" confessa senza riuscire neanche più a capire cosa gli passa per la testa.
Louis lo guarda e non si frena, non ci prova neanche quando, in punta di piedi, poggia le sue labbra su quelle di Harry e "Mi manchi così tanto" sussurra subito dopo.
È un fulmine a ciel sereno per Harry, è una scarica elettrica dritta al cuore che lo stordisce e gli fa credere di volerne ancora, di non poterne mai avere abbastanza, così quando Louis si sporge per prendersi un altro bacio Harry non si scosta.
Ma qualcosa succede.
È nel momento in cui il bacio si fa più serio che tutto torna addosso ad Harry come una valanga, lo soffoca e gli impedisce di respirare.
Quello non è il suo Louis e per un attimo Harry se ne era quasi dimenticato.
Si scosta dal bacio e "Non c'è niente che vorrei più di questo" gli dice "Ma non ci riesco, Louis" continua lasciando andare una lacrima silenziosa e solitaria "Non ci riesco e questo mi uccide" gli dice prima di allontanarsi del tutto e andare via.
Louis è di nuovo solo e rassegnato all'idea che, per lui, quella notte non potrà mai esistere pace.

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