10 - Ah! L'amor, l'amore ond'ardo

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Il balen del suo sorriso

D'una stella vince il raggio!

Il fulgor del suo bel viso

Novo infonde in me coraggio!...

Ah! l'amor, l'amore ond'ardo

Le favelli in mio favor!

Sperda il sole d'un suo sguardo

La tempesta del mio cor.

(Il trovatore – G. Verdi)


Il giardino che s'intravedeva dal cancello era assolutamente delizioso. La villetta, protetta da due enormi tigli, sembrava quasi una casa di bambole. La luce del pomeriggio rendeva l'atmosfera di quel luogo assolutamente magica.

«Posso esserle utile?» chiese d'un tratto una signora distinta, ma vestita da giardiniere, con i capelli biondi raccolti in uno chignon e le mani protette da spessi guanti di gomma.

Ethan le sorrise divertito, «Lydie è in casa?» chiese senza presentarsi.

«Chi la cerca?» domandò Annette curiosa. Quel ragazzo parlava molto bene il francese, ma il suo accento lo tradiva, era inglese.

Ethan mise la mani in tasca e fece spallucce.

«Nessuno» rispose tranquillo, come se fosse normale non presentarsi.

Annette rimase pensierosa un po', poi decise di aprirgli il cancelletto che dava accesso al giardino.

«È al primo piano. Ultima stanza in fondo al corridoio» rispose scrutandolo con attenzione.

Ethan entrò e si avviò lungo il vialetto che conduceva al piccolo portico, dove l'uscio di casa era stato lasciato aperto.

«Ah» lo richiamò la donna divertita, con uno sguardo malizioso. «È stato un piacere conoscerti Ethan».

Il ragazzo si voltò e fece un vistoso inchino. «Il piacere è tutto mio, madame», poi entrò in casa e si avviò al piano di sopra cercando di non far troppo rumore.

Finalmente era di nuovo libero. Il biglietto aereo lo aveva acquistato settimane prima, perciò appena gli arresti domiciliari erano finiti, era salito sul primo volo per Marsiglia.

Lydie era seduta sul letto, intenta a leggere un libro, aveva lasciato la porta aperta, perciò Ethan appena fu al piano di sopra riuscì a vederla. Sorrise divertito, la sua mente che ricordava tutto, non la ricordava così bella. Da quando i capelli erano così lucenti. Quei riflessi ramati li aveva sempre avuti? Mosse qualche passo verso la camera in fondo al corridoio, cercando di non farsi notare.

E la pelle era sempre stata di quel magnifico candore?

Lydie si passò una mano sul collo, spostando i capelli di lato. Un neo. Un neo sotto l'orecchio. L'aveva sempre avuto? Ethan s'appoggiò alla porta della sua camera, ammirandola curioso, c'erano così tanti piccoli particolari che gli erano sfuggiti, mille luoghi da esplorare e venerare, da mordere e baciare, da graffiare e accarezzare. Non ne sarebbe stato mai pago.

Lydie sentendosi osservata si voltò un attimo e vedendo Ethan appoggiato allo stipite della porta della sua camera da letto rimase senza parole. Soddisfatto della sua espressione allibita, attraversò la stanza e andò a sedersi sul letto, poggiando la schiena contro il davanzale dell'ampia finestra che dava sul giardino.

«Che ci fai tu qui?» chiese ancora stupita, guardandolo come se avesse dinanzi a sé un fantasma.

«Che domande!» fece divertito, studiando con attenzione la sua camera. Sentendo gli occhi della ragazza fissi su di sé, si girò a guardarla. Sorrise compiaciuto dell'espressione incredula che aveva sul volto. Pensava davvero che l'avrebbe lasciata andare così?

Bruciare ||Harry Styles ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora