Capitolo quinto: L'assedio

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Mentre fluttuavano col velivolo verso il luogo d'interesse John disse a Lucas che lo avrebbe raggiunto al più presto e si buttò dalla macchina volante ricadendo leggiadro sul negozio "armi per sport" grazie alle sue scarpe anti-gravitazionali. Entrò di prepotenza dalla finestra dato che sia l'entrata posteriore che anteriore erano ostruite da una calca di gente ansiosa di finire qualche caricatore addosso a chi minacciava la propria abitazione, all'interno l'omone proprietario del negozio stava preparando il locale per le svendite ed era talmente intento nell'ordinare le ultime casse di munizioni che non si accorse che il suo ladro di fucili preferito gliele stava sgraffignando da sotto il naso. Quando si girò e lo vide aggiustarsi qualche pistola in delle fondine rubate sempre da li non riuscì a dire altro che un energico:

-EHI!

-Salve, senta la ringrazio moltissimo per tutti i suoi prestiti di questi ultimi anni ma ora come ora ho proprio bisogno di un po' di roba, appena possibile la risarcirò, arrivederci!

Detto questo il giovane se ne volò praticamente via, come era entrato era uscito lasciando allibito il povero venditore.

Un altro boato fece tremare le mura. Sopra di esse, con una bella spada in ferro tagliente stavano Lucas e il nonno.

Le sfere magnetiche sparate contro le mura dai cannoni a repulsione termo-compressa non avevano apportato tanti danni, la struttura che circondava la città era progettata per resistere a diversi tipi di attacco e vantava di variegate tecnologie energetiche-meccaniche tali che qualunque colpo subito sarebbe stato assorbito dalle mura intere e non soltanto dalla piccola sezione colpita.

La voce del vecchio comunque si sentiva poco in quel baccano ma Lucas capì ciò che doveva capire.

-ragazzo, questa è la spada usata da tuo padre nella grande guerra e da me prima di lui e così come fu mio padre a consegnarmela nel momento del bisogno io la consegno a te. Questa è la tua occasione per rendere onore alla tradizione della nostra famiglia. Sii saggio e sovrasta il nemico.

-certo nonno, darò tutto me stesso e tornerò sano e salvo.

In quel momento arrivò John che saltando dal tetto di una casa vicina salutò i due.

-bene, eccoti finalmente. In ritardo ma ben attrezzato a quanto vedo. Tieni ho una cosa anche per te

il nonno aprì la protesi del suo braccio destro e ne tirò fuori due bracciali metallici e una pistola particolare. Era molto più ergonomica delle comuni pistole, era nera con striature violacee e sfoggiava una sagoma aerodinamica e accattivante grazie a degli indicatori luminosi posti sulla canna e sul calcio.

-quest'arma è frutto di molte ricerche e tante fatiche. In molte occasioni salvò la vita di vostro padre e sicuramente salverà anche la vostra.

-Caspita! grazie nonno, come funziona?

-tenete.

Il vecchio diede ai due i bracciali.

-questi bracciali appartenevano a chi entrava a far parte della compagnia dei cavalieri. È uno strumento della guerra, non un giocattolo. Sul fronte ha una capsula che contiene una pietra particolare. Vi aiuterà a tenere in equilibrio le vostre energie. Quella pistola John funziona come tutte le altre ma non ha bisogno di essere caricata. I suoi colpi non sono fatti per uccidere ma per stordire. Ricordate ragazzi, il valore di un guerriero non si misura dalla quantità di vittime ma dalla quantità di persone che riesce a salvare. Ora andate è salvate questa città.

I tre fecero un inchino tra di loro in segno di rispetto e di gratitudine per poi allontanarsi, il nonno si recò in un punto di vedetta mentre i due giovani raggiunsero il piccolo gruppo di persone armate posizionate dietro le porte delle mura.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 01, 2016 ⏰

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