1 - Dolce attesa

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ATTENZIONE QUESTA E' UNA FANFICTION RATING ROSSO a causa di un linguaggio a volte molto volgare e la numerosa presenza di scene di sesso, pertanto se questo genere di romanzo non vi piace vi consiglio di passare ad altro.

Il protagonista principale, Ethan l'ho immaginato fisicamente come Harry Styles  e James come Liam Payne ma, al di là dell'aspetto fisico, il carattere dei protagonisti non fa riferimento a quello dei personaggi reali. Sulla protagonista femminile sono ancora molto indecisa e si accettano consigli. ^_^ 

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Sei la mia schiavitù, sei la mia libertà

sei la mia carne che brucia

come la nuda carne nelle notti d'estate

(cit. tratta da Nazim Hikmet, Poesie d'amore)


Guardava stancamente il fumo andar su e seguire bizzarre traiettorie. Poggiò di nuovo la sigaretta sulle labbra e l'aspirò ancora una volta. Le piaceva il contatto del filtro sulla pelle, era come un bacio. Ancora uno svolazzo di fumo.

Era poggiata a un albero. Faceva molto freddo. Nelle sue condizioni non avrebbe dovuto fumare, quella sarebbe stata l'ultima.

Da un paio di mesi aveva preso l'abitudine di alzarsi presto la mattina e recarsi nel parco vicino casa sua. Le piaceva passeggiare da sola nel silenzio assoluto, era quasi liberatorio per lei. Quel vasto parco deserto, fitto di alberi, fin da subito le aveva ricordato uno dei primi versi della Divina Commedia.

«mi ritrovai in una selva oscura

che la diritta via era smarrita».

Anche il suo cuore era smarrito in una selva oscura, lo era da tempo e non c'era modo di trovare una via d'uscita, a dire il vero neanche l'aveva cercata.

Osservò il pacchetto di sigarette che aveva in mano. Sorrise leggendo la scritta a caratteri cubitali: "Il fumo uccide". Era una minaccia o una speranza, forse per lei era una speranza.

Quella mattina faceva davvero freddo, il paesaggio attorno era completamente congelato, come se tutto si fosse fermato in un istante preciso. L'unico rumore che si poteva avvertire era un tonfo sordo ogni tanto, il suono della neve che cadeva dai rami ghiacciati.

Si staccò dal tronco al quale si era appoggiata e iniziò a passeggiare, i pallidi raggi del sole cominciavano ad affiorare e quel bosco, avvolto da uno strano chiarore, sembrava quasi un paesaggio di fiaba. Non si sarebbe meravigliata troppo se, da un momento all'altro, fosse comparso un folletto, una bizzarra creatura. Sorrise a quel pensiero infantile. Lentamente si avviò verso il sentiero che conduceva fuori dal parco. La città cominciava pigramente a prendere vita.

Decise di fermarsi in un bar per acquistare un croissant, a lui di solito piacevano. Si rese conto di avere i piedi congelati. Guardò gli stivaletti da montagna che indossava tutte le mattine per poter passeggiare liberamente nel parco. Glieli aveva regalati James, le erano piaciuti molto ma si erano rivelati una vera fregatura, dopo un po' l'acqua passava e i calzini si bagnavano congelandole le dita dei piedi.

Sorrise del fatto che fossero pubblicizzati come scarponcini per escursioni estreme. Lei si limitava a banali passeggiate in un parco pubblico e tornava a casa tutte le volte con i piedi quasi da amputare.

Aprì il cancelletto che dava nel cortile del condominio dove viveva da quasi due anni. Si affrettò ad attraversarlo per accedere al portone che dava nell'androne del suo palazzo. Salì in fretta le scale ed entrò in casa. Si tolse gli stivali, sporchi di fango e neve, e li appoggiò in una scatola di cartone accanto alla porta. Gettò la giacca a vento su una sedia alla sua sinistra, che faceva da portaabiti. Lasciò il sacchetto con il croissant sul lungo tavolo di legno che dominava il salotto e si diresse spedita verso il bagno. Non fece in tempo ad aprire la porta, che si sentì afferrare da due calde braccia e avvertì delle labbra sul collo.

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