Ci aveva quasi sperato. Era salito sul solito scuolabus e si era seduto nello stesso posto di sempre. Aveva guardato verso gli sportelli dell'entrata a ogni singola fermata. Quando il mezzo rallentava, saltava come un grillo e puntava tutte le persone che salivano.
Di lei, però, non vi era alcuna traccia.
Non era mai stato tanto ossessionato da qualcuno come con Drianna. L'ultima volta che si erano salutati, l'aveva vista fuggire a gambe levate. All'inizio aveva pensato fosse colpa sua: magari aveva detto qualcosa di sbagliato. Poi, però, aveva visto quell'uomo. Non l'aveva notato finché anche lui era sceso in fretta e furia.
Col senno di poi, Lucas si era dato dello stupido. Avrebbe dovuto chiedersi perché lo sconosciuto fosse sul mezzo: a volte dei vecchietti usavano lo scuolabus, ma mai delle persone grandi e grosse come quello lì. E poi... mentre l'autobus ricominciava a muoversi, aveva visto l'inseguimento. Oltre i vetri dei finestrini, aveva scorto i due impegnarsi in una corsa disperata. Li aveva persi dopo neanche un minuto, ma l'immagine di lei che cercava di seminare l'inseguitore gli era rimasta impressa nella mente.
Quando era tornato a casa, il chiodo fisso di cosa fosse accaduto lo tormentava. Aveva bruciato metà della cena e non era riuscito a disegnare nulla di decente. Era andato a letto con la speranza d'incontrarla di nuovo, di sapere se stesse bene.
La mattina dopo si era svegliato con l'ansia. Era saltato giù dal letto e si era precipitato ad adempiere alle sue mansioni il più in fretta possibile. Aveva preparato la colazione, aveva controllato che lo zaino contenesse ciò che gli serviva, si era lavato e cambiato d'abiti.
Allora, proprio allora, mentre si vestiva, l'aveva notato.
Avvicinandosi alla finestra aveva scorto, seduto alla panchina della sua fermata, lo stesso uomo di quella volta. Aveva strabuzzato gli occhi per la sorpresa: era sempre stato lì! Mentre lui si tormentava con mille dubbi, lo sconosciuto era a due passi da casa sua!
Era stato assalito da attimi di panico: non sapeva nulla di quella persona, probabilmente non era nemmeno una compagnia raccomandabile. Eppure doveva (doveva!) sapere cosa ne aveva fatto della piccola Drianna. Il pensiero che la ragazza fosse stata in qualche modo vittima di una violenza (una qualsiasi) lo accompagnava a ogni passo.
Era assurdo! Non la conosceva nemmeno, l'aveva vista solo tre volte (e una era stata nei suoi sogni). Non c'era motivo per cui dovesse preoccuparsi della sua incolumità.
Eppure, in qualche modo, era proprio così.
Doveva sapere cosa le era accaduto.
Era uscito di casa con l'intenzione di chiedere spiegazioni al diretto interessato. Era un rischio, lo sapeva bene: per questo si era portato dietro lo spray al peperoncino. Glielo aveva regalato sua madre prima di morire. Gli aveva detto che se un bullo l'avesse minacciato, avrebbe dovuto usarlo. Era il suo primo anno di liceo. Fortunatamente, non ne aveva mai avuto bisogno: quando i ragazzi si erano resi conto che era troppo distaccato per reagire alle loro scaramucce, l'avevano lasciato in pace. In quel momento, però, le cose erano ben diverse.
Si era incamminato rigirandosi lo spray tra le mani. Gli tremavano per il nervosismo. Quando aveva raggiunto la panchina, però, l'uomo non c'era più. Lucas l'aveva cercato nei negozi e nel bar affacciati sul marciapiede, senza riuscire a trovarlo. Alla fine aveva dovuto arrendersi: era salito sullo scuolabus all'ultimo secondo (aveva quasi rischiato di perderlo).
Allora aveva accantonato il problema "uomo misterioso" e aveva iniziato a cercare Drianna a ogni fermata. Della sua presenza non trovò traccia. Al capolinea, la speranza di vederla si era affievolita del tutto.
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Il Velo di Drianna #Wattys2016Winner
FantasyAVVISO AI LETTORI: la storia (ex esperimento stilistico) è in fase di profonda revisione per adattarla allo stile corrente ed eliminare le incongruenze e i punti di criticità. Questa versione è la prima stesura e contiene alcuni elementi da migliora...