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Che disastro. Che disastro. Che disastro. Judith non faceva altro che ripetersi ciò per tutte le ore che i professori avevano passato a spiegare. Era ancora decisamente zuppa ed era inutile dire che appena entrata in classe i compagni l'avevano squadrata, trattenendo una risata che a lei faceva solo girare i coglioni. Era nervosa e non aveva voglia di parlare con nessuno, tantomeno con quel coglioncello di Zayn che aveva lasciato che Harry prendesse il suo disegno. Solo a pensarci si sentiva male. Harry non doveva capire che lei lo pensava ancora, perché lei in teoria non doveva pensarlo più.

Quando uscì dalla classe venne bloccata per un braccio e girandosi notò Violet davanti a se.

«Mi dispiace Jo, non voglio litigare con te.» disse lei e Judith sorrise.

Almeno una cosa giusta stava succedendo.

«Lo so.» disse solamente.

Sinceramente non sapeva cosa dire se non quello.

«Bene, quindi, lo sai che Zayn... beh, correrà stasera e...»

«Verrò.» disse velocemente Judith.

«No no, cos'hai capito? Veramente io ti stavo dicendo che non importava e che saremmo potute benissimo andare a veder-»

«Verrò e basta, dovrò superare questa... questa cosa insomma.» borbottò Judith, cominciando a camminare verso il proprio armadietto.

Sì, ci sarebbe andata e avrebbe superato la paura di vedere nuovamente le corse. Doveva cercare di andare avanti, di iniziare una nuova vita.

Mentre Judith si stava dirigendo verso il Recall, Harry stava facendo un giro di prova con la moto. Non si aspettava certamente che Judith venisse dopo quello che era successo la scorsa volta, ma lui aveva conservato il suo disegno, portandolo con se persino nella tasca dei jeans. Gliel'avrebbe restituito al momento giusto. Dopo aver finito il giro si tolse il casco e "parcheggiò" la moto, per poi andare verso Zayn che gli stava facendo un cenno con la mano. Era cominciata a venire la gente e anche molta.

«C'è Judith, Haz.» lo avvertì.

Appena sentì il nome della ragazza venir pronunciato si guardò intorno, cercandola con gli occhi e, quando la vide mentre si spingeva tra le persone, gli venne in mente quando lo faceva anni prima, spettatrice consapevole e senza alcuna paura, contenta di vedere il suo ragazzo e il suo migliore amico correre insieme. Non avrebbe mai immaginato di poter rivivere una scena del genere dopo ciò che era successo.

«Piloti, ai vostri posti!»

Judith incontrò lo sguardo di Harry che già la stava osservando e sentì il suo cuore batterle forte nel petto quando la voce del solito trentenne urlò dal microfono per avvertire i piloti. Stava quasi per correre verso Harry, dicendogli di non andare, di non correre e che lei aveva una fottuta paura che lui si potesse far male. Ma non lo fece. Rimase semplicemente a guardare, come facevano tutti.

Così quando Harry si infilò il casco e salì sulla moto Judith non si accorse nemmeno che stesse trattenendo il respiro e poi lui partì. Rimase immobile, seguendo attentamente il percorso della moto e quando Harry fu il primo ad arrivare e a vincere Judith tirò un respiro di sollievo, ricominciando a vedere il mondo girare attorno a se. Non ci pensò due volte e corse verso Harry che si era appena tolto il casco ed era sceso dalla moto. Non pensò veramente a ciò che stava facendo, ma lo fece e basta. Così corse verso di lui, buttando le braccia al collo del ragazzo e abbracciandolo forte.

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