IV

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"Don't you see me now? I think I'm falling, I'm falling for you.Don't you need me? I think I'm falling, I'm falling for you.And on this night and in this light I think I'm falling, I'm falling for you"- Falling For You, The 1975


Quando quella mattina Harry apre gli occhi si ritrova a storcere il naso per l'odore nauseabondo che arriva dalla cucina. Nasconde la testa sotto al cuscino e vorrebbe davvero poter rimanere lì sotto ma il suo raffreddore perenne gli impedisce di catturare quel minimo di aria che gli serve per poterci vivere.

Tira fuori la testa dalle coperte e sente il freddo attaccarsi al suo corpo ancora una volta.
Ci è abituato, davvero, ha dormito per le strade di Londra per quasi un anno e ormai è diventato piuttosto bravo a trattenere il suo calore e a non sprecarlo, così doveva essere per strada.
Ma non dentro casa, non tra quelle quattro mura che condivide e che paga anche più di quanto dovrebbe. Si alza e fa per sbadigliare ma viene interrotto da un violento attacco di tosse che sembra quasi aprirgli il torace in due. Chiude gli occhi cercando di non pensarci per poi sospirare e girarsi verso il suo telefono che si sta illuminando proprio in quel momento.
È Louis.
È Louis e la sua giornata è già migliore, sente le labbra cercare di spaccargli il viso e non perde altro tempo, afferra velocemente il telefono e risponde.
"Buongiorno" si sente salutare dall'altro lato del telefono e Harry fa per rispondere ma si rende conto di non avere voce così si limita a lasciar uscire un "Buongiorno" gutturale e un po' inquietante.
Sente Louis ridere e "Raffreddato? Ancora?" gli domanda.
Harry storce il naso e "Termosifoni rotti" articola a fatica sentendo la gola andargli a fuoco ad ogni tentativo di parlare.
Louis, dall'altra parte del telefono, si morde un labbro e scuote la testa piano per poi "Vestiti, ti passo a prendere e andiamo a lavoro insieme" dirgli tranquillo e Harry quasi non riesce a crederci, sente un calore tutto nuovo – e che sicuramente non ha a che fare col riscaldamento – irradiarsi per tutto il suo corpo e arrivare dritto al cuore facendolo battere un po' più forte mentre sorride e come un idiota e "Ok" gli risponde semplicemente con un filo di voce.
Chiude la telefonata, si alza immediatamente dal letto e corre in bagno a prepararsi mentre il suo coinquilino se ne rimane fermo su quella poltrona davanti alla tv, impassibile come sempre, incapace di interessarsi ad Harry, troppo perso nel suo mondo, troppo freddo per riconoscere quel piccolo cambiamento negli occhi di Harry, quella piccola sfumatura che ora parla d'azzurro, del sorriso di Louis, dei disegni di Sam e di quella piccola favola che Harry spera di poter continuare a scrivere e a vivere.

Trenta minuti dopo entrano entrambi al Sam's.
Harry tiene un braccio sulle spalle di Louis che sembra essere la persona più felice del pianeta mentre lo guarda e gli stringe quella mano che si poggia sul suo petto. Alcuni si voltano a guardarli, alcuni sorridono, alcuni pensano che ci abbiano messo anche troppo, alcuni riescono a prevedere la promozione di Harry a caposala e ne ridono.
Cosa ne vogliono mai sapere di quello che succede nella testa di Harry nel momento in cui Louis gli sorride e "Siediti qui, mi occupo io di te" gli dice? Cosa ne possono sapere della sensazione che si prova ad avere una persona come Louis accanto?
Harry obbedisce e si siede su uno sgabello davanti al bancone osservando Louis di spalle lavorare e preparare qualcosa.
Lo guarda e non riesce a staccargli gli occhi di dosso, non riesce a smettere di guardare le linee fiere e sicure delle spalle e quelle decisamente più morbide dei fianchi e della fine della sua schiena. Lo guarda e, nonostante sia raffreddato, riesce a sentire il profumo di quel ragazzo dentro di sé e lo adora, adora quella sensazione dolce e fresca. Adora il modo in cui Louis si muove, il modo in cui si morde un labbro mentre finisce di preparargli quel cappuccino, l'amore che ci mette e quel piccolo sorriso che non riesce a cancellare dalle sue labbra.
Harry lo guarda, ancora, e non riesce a smettere di pensare al fatto che Louis non gli è mai parso così ad agio come in quel momento dietro a quel bancone.
"Dovresti tornare a lavorare qui, sei felice" gli dice stringendosi nel cappotto.
Louis alza gli occhi al cielo e come ogni volta Harry rimane quasi a bocca aperta, nessuna parte del corpo di Louis può competere con quei due occhi che al riccio parlano di così tante cose che potrebbe stare ad osservarli in silenzio per un tempo infinito.
Il ragazzo sorride scuotendo la testa e "Liam è più bravo" gli spiega "E poi mi piace stare a casa con Sam" gli spiega scrollando le spalle e porgendogli il suo cappuccino.
Harry stringe la tazza tra le mani per scaldarsi, scrolla le spalle e "Certo che ti piace" conviene "Non parlavo di tutte le sere, qualche volta magari, hai un sorriso bellissimo in questo momento" ammette abbassando lo sguardo per prendere un sorso del suo cappuccino.
"Smielato" lo prende in giro Louis poggiandosi una mano su un fianco e guardandolo senza distogliere lo sguardo.
Harry ridacchia e "Non fingere che non ti piaccia" lo prende in giro facendogli un occhiolino.
Louis sente le guance avvampare e "Non mi piace" mente altezzoso.
Harry lo guarda divertito e "Sei sexy dietro questo bancone" gli dice poggiando entrambi i gomiti sulla superficie lucida.
Louis avvampa ancora di più e distoglie lo sguardo distrattamente per poi scuotere la testa e guardarlo divertito.
"Che c'è?" domanda Harry "Credi che io stia scherzando?" gli domanda "Guarda che Liam mi ha detto che anni fa eri il più richiesto qui dentro e non sto parlando dei tuoi cocktail" lo prende in giro.
Louis sgrana gli occhi e "Liam parla troppo" gli dice ridendo "Ma si" si concede "Ero piuttosto richiesto" ricorda con un sorriso in volto.
Harry lo guarda alzando un sopracciglio e "Eri?" domanda scettico "Credi di non poterlo essere più?" gli domanda incredulo.
Louis lo guarda, scrolla le spalle e "E' passato tanto tempo e-" fa per dire ma Harry lo ferma avvicinandosi ancora di più e "L'unica ragione per la quale non potresti essere più richiesto adesso è perché sei già occupato con me" gli prende il colletto della maglia e si tira ancora solo un pizzico più su per poi approdare sulle labbra fine del maggiore che sorride approfondendo quel bacio come si deve agganciando una mano dietro la nuca del ragazzo e diavolo, Louis si sente così voluto, si sente così bello tra le mani di Harry da sentirsi vivo, creatore del suo destino e non più in balia di qualche tempesta che non riesce a fermare.
Harry è il suo sole dentro quella Londra piovosa.
Harry è la sua scarica elettrica.
Harry è così tante cose che Louis non sa come descriverlo per rendergli giustizia.
"A lavoro voi due!" vengono richiamati da un Liam tutto sorridente appena entrato che si avvicina e "Dovrei diminuirvi la paga, sembrate due adolescenti in preda agli ormoni" li prende in giro ridendo.
Louis si volta a guardarlo e "Sono io il capo qui" ricorda al suo migliore amico che però non ha ancora finito di divertirsi a prenderli in giro, si gira verso Harry e "Parla così anche a letto?" gli domanda.
Harry lo guarda sgranando gli occhi e senza sapere bene cosa rispondere, Louis accanto a lui ride tranquillo, afferra il suo migliore amico per la camicia e "Vai a lavorare!" lo sospinge senza smettere di ridere.
Louis si volta verso Harry e lo trova ancora interdetto, imbambolato nelle parole di Liam, perso in immagini lontane da Louis, immagini che lo fanno sorridere e che gli fanno venire voglia di ringraziare il cielo per aver pagato il parchimetro di Louis quel giorno.
Torna alla realtà quando Louis gli pizzica il sedere e "Pausa finita, ragazzo!" gli dice prima di rubargli un altro bacio e poi sparire dentro il suo ufficio.

I'll make this feel like homeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora