III

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"I think we're onto something, we can't run from fate but we can let it take us down.Down this road where all our colors run together.Let's take the worst and make it better, let's take this mess and make a home"

- Cinderblock Garden, All Time Low


Quel pomeriggio Louis lascia Sam alla lezione di danza con la promessa di invitare a cena Harry un'altra volta entro la prossima settimana. Sale in macchina sorridendo, le piace vedere sua figlia felice e non può farne a meno.

Guida fino al Sam's e deve ammetterlo, proprio non riesce a capire le sensazioni che gli ronzano nella testa e nello stomaco, si sente più leggero quel pomeriggio ma allo stesso tempo si sente in dubbio perché, una volta varcata la soglia del suo locale, non sa cosa immaginarsi.
Il pensiero che Harry possa essersene andato gli attraversa il cervello solo per qualche secondo, il tempo che basta per congelarlo e fargli mordere le labbra incerto. Scuote la testa e si sente stupido.
Stupido a dare tutto quel peso ad un suo dipendente, ad un ragazzo che ha appena conosciuto, al ragazzo che fa ridere sua figlia, al ragazzo che è riuscito a farle mangiare qualcosa preparato da lui.
Scuote la testa pensando che dovrebbe smetterla e basta di rendersi così ridicolo perfino ai suoi occhi.
Si ferma per un secondo davanti alla porta del locale e si impone di smetterla di comportarsi come una ragazzina quando ha venticinque anni, un locale da dirigere e una figlia da crescere.
Louis sente dei brividi corrergli lungo la schiena come ogni volta che nella sua mente affronta questo silenzioso discorso, sono inevitabili i flashback dei discorsi di Liam ma inevitabile è anche la sua solita reazione: ripensa alla prima volta in cui ha sentito Sam dire la parola "Papà" e tutto attorno a lui si annulla.
Sgombera la mente, sorride e raggiunge Liam che è già al bancone circondato da fogli e penne con il viso stravolto. Louis si guarda intorno curioso cercando Harry ma con suo disappunto non lo trova.
"Ehi" saluta Liam cercando di fare finta di niente, prende un penna e comincia a giocarci distrattamente mentre fischietta e continua a guardarsi intorno. Quando torna con lo sguardo su Liam lo trova a incenerirlo.
Gli occhi scuri del suo migliore amico sono piantati nei suoi e Louis sa di aver fatto qualcosa di sbagliato, per questo non perde tempo in altri ridicoli e inutili giri di parole. Lo guarda sfoderando prontamente la sua perfetta espressione angelica e "Che ho fatto stavolta?" gli domanda.
Liam alza gli occhi al cielo e riprende la penna dalle mani di Louis.
"Prima di tutto" inizia e il suo tono fa venire voglia a Louis di alzare lo sguardo e lasciarlo a parlare da solo, Liam lo nota e "Non mi ascolterai" lo accusa.
"Stai facendo tutto da solo, sono qui" gli dice ma Liam lo conosce meglio di così e anche Louis lo sa, per questo sbuffa e "Ok, se devi sgridarmi devi prima darmi una birra" gli dice.
Liam lo guarda per qualche secondo per poi allontanarsi dal bancone e tornare con una birra, Louis sbuffa, ne prende un sorso e "Vai" lo esorta.
"Prima di tutto ho deciso che assumeremo un commercialista perché, ti giuro, io non ce la faccio più a gestire quello schifo, ho mal di testa ogni giorno e-"
"Ok" Louis lo guarda come se fosse matto "Per la cronaca" prende un altro sorso di birra "Potevi dirlo anche prima" fa per alzarsi ma Liam lo ferma e "Secondo" lo richiama "Chi diavolo è il ragazzo nuovo che hai assunto?" gli domanda e nello stesso momento Louis si sente gelare il sangue.
Si volta di scatto e "E' qui?" chiede con un'urgenza che non passa inosservata a Liam che infatti si prende qualche secondo per guardarlo, alza un sopracciglio e "Louis?" lo richiama "Chi è?" gli domanda ancora e proprio mentre Louis sta per vomitargli un fiume di parole in faccia vede il ragazzo sbucare dallo scantinato con le braccia piene di due casse di alcolici.
"Louis!" lo richiama felice appena lo vede.
Il maggiore non può credere ai suoi occhi. Le gambe di Harry sono avvolte da un paio di skinny neri che lasciano davvero poco all'immaginazione, Louis riesce a riconoscere due gambe magre, lunghe e toniche. La camicia che indossa invece non avrebbe mai pensato di vedergliela addosso, Louis è sicuro che l'abbia comprata a qualche mercatino dell'usato ma addosso a lui sembra quasi essere un capo di alta moda, lo è nel modo in cui gli fascia le spalle larghe, nel modo in cui gli scopre il petto rivelando un piccolo tatuaggio che Louis muore dalla voglia di scoprire cosa sia.
Si prende un attimo per respirare e darsi un contegno perché si rende perfettamente conto di avere davanti un semplice ragazzo di diciannove anni, un suo dipendente e un perfetto sconosciuto in fin dei conti.
"Ciao" lo saluta Louis alzando una mano come un cretino, si, decisamente come un cretino.
Harry gli sorride per poi poggiare la cassa sul bancone e "Che altro devo fare, Liam?" domandare all'altro ragazzo che intanto non si è perso un attimo di quel teatrino. Guarda Louis consapevole, si morde un labbro per non ridere e "Tutto ok, Harry" lo rassicura "Il resto te lo spiegherà Louis, lui è quello che fa tutte le cose inutili" gli spiega prima di dargli una pacca sulla spalla e lasciarli soli.
Louis ride e "Non lo licenzio solo perché è il mio migliore amico" gli dice sedendosi su uno sgabello dall'altro lato del bancone rispetto ad Harry che lo guarda, gira su se stesso e "Che ne pensi?" domanda al maggiore.
Louis pensa che quei jeans non fascino bene solo le sue gambe ma anche qualcos'altro, vorrebbe dirgli questo ma "Sei abbastanza carino da lavorare nel mio locale" gli dice ridendo.
Harry ride con lui e "Abbastanza?" gli domanda alzando un sopracciglio.
Ah, beccato.
Il fatto che Louis voglia morire quando guarda quegli occhi è ormai ufficiale.
"Ci sono dei fenicotteri sulla tua camicia, amico" lo prende in giro Louis cambiando discorso, quello che davvero non si aspetta è che Harry gli sorrida e "A Sam piacerebbero un sacco" dica ridendo.
Louis sente lo stomaco rivoltarsi e l'aria bloccarsi nei suoi polmoni, l'ossigeno incapace di arrivare al cervello nel modo giusto. Scuote la testa abbassando lo sguardo e quando lo rialza sta semplicemente sorridendo ad Harry.
"Ti sei già sistemato in-" fa per domandare cambiando discorso e "Si, si" gli risponde pronto il ragazzo "In confronto alle panchine su cui ho dormito recentemente mi sembra il paradiso" ride grattandosi poi la nuca a disagio.
Louis lo guarda approvando con lo sguardo e "Bene" gli dice sentendo un'urgenza immediata di allontanarsi da Harry, perfino il profumo che gli sente addosso lo destabilizza e non può accettarlo.
"Porterò Philip dal veterinario oggi" gli comunica.
Gli occhi di Harry si illuminano e "Wow, grazie"
"Se deve stare in casa mia devo essere sicuro che stia bene e poi Sam lo adora, mi farò accompagnare da lei" lo informa "Per quanto riguarda il locale segui e fidati ciecamente di Liam, lui sa sempre cosa fare" dice al riccio con un sorriso un po' meno vero dei precedenti.
Harry sorride in risposta e "Grazie ancora" gli dice ma Louis scuote la testa e "A lavoro" gli dice prendendo una delle camicie per i camerieri da sotto al bancone "E non far cadere nulla" gli ricorda facendogli un occhiolino per poi andarsene.
Harry lo guarda andare via e Louis si volta solo un attimo prima di attraversare la soglia del suo locale, si perde un attimo nella silhouette di Harry che è già tornato a lucidare il bancone e non fa caso allo sgabello in cui inciampa e che fa un gran bel rumore.
Si tiene stretto per evitare di cadere.
"Tutto ok?" si sente chiedere in lontananza da Harry.
Gli mostra un pollice in su per non doversi voltare ed esce da quel locale una volta per tutte.
Dietro di lui Liam non si è perso un attimo di quel momento e sorride deliziato quando "Ne avrai di lavoro da fare" si ritrova a dire ad Harry che è davvero troppo ingenuo per capire che no, Liam non sta parlando solo del Sam's.
***

I'll make this feel like homeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora