3. Mio padre mi mette in imbarazzo.

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«Sono tornato!» la voce di mio padre nell'ingresso mi sveglia.
Apro gli occhi, accorgendomi di essere rannicchiata contro il petto di Zack: probabilmente mi sono addormentata durante la noiosissima partita di football che lui mi ha costretta a guardare.
La mia guardia del corpo mi sorride soddisfatta: «Spero che non farò le mie prossime nottate a farti da cuscino, Smoke.»
Non posso fare a meno di arrossire, mentre mi rendo conto che Sam è acciambellato sulle sue gambe. Sembriamo una doppietta di fidanzati.
Che schifo.
«Mi dispiace, ma é colpa tua e di quella roba che mi hai fatto guardare per tutto il pomeriggio. Se fosse stato il calcio non mi sarei addormentata, sai?» ribatto.
«Mi stai dicendo che segui il calcio? Seriamente?»
«Zack, non è che perché sono una ragazza allora non posso seguire nessuno sport eh. E poi i giocatori di calcio sono... Molto... atletici
«Certo. Sono sicuro che segui le partite per la loro bravura e non per il loro aspetto fisico...» scuote la testa, alzando gli occhi al cielo.
Mio padre entra in sala, sorridendo a Zack: «Vedo che hai conosciuto la tua guardia del corpo, eh, Cal?»
Gli lancio un'occhiataccia: «Sì, papà, e per colpa tua mi ha fatto prendere un colpo. Ma che ti salta in mente di lasciare la porta di casa aperta?»
I suoi occhi mi guardano divertiti. Mi accarezza i capelli biondi, sedendosi di fianco a me: «Faceva tutto parte del mio piano diabolico...» fa l'occhiolino a Zack. «Allora, è sexy come volevi tu?»
Sento Zack ridere alla mia sinistra.
Perfetto, la mia vita è ufficialmente finita.
Mi copro la faccia con una mano: «Papà, ma ti sembra il caso?!»
«No, lascialo fare, sono curioso della risposta.» interviene il diretto interessato.
«Zack, mi spieghi che cazzo ti prende?! Hai fatto il ragazzo super serio per tutto il giorno, rispondendo a monosillabi e dicendo che non potevi avere relazioni con le tue protette e ora invece fai quello amichevole?»
Ammutolisce di colpo.
Calamity 1, Merrick 0.
«Eh dai, Cal, stavamo solo scherzando...» cerca di difenderlo mio padre.
«Ti ricordo che sono un futuro avvocato, papà, non ti conviene metterti contro di me.» lo minaccio con un ghigno. «E ora se volete scusarmi, vado a preparare la cena, a meno che Merrick non voglia venire ad accertarsi che nel nostro frigorifero non ci sia qualche boss mafioso...» dico prima di andarmene.
Mio padre sospira: «Perdonala, a volte ha un caratteraccio...»
«Ti ho sentito!» urlo di rimando mentre sto accendendo i fornelli, provocando altre risate in sala.
Ma perché Zack è così simpatico di fronte a mio padre e così noioso quando siamo soli?

Sto apparecchiando la tavola, quando arriva qualcuno ad aiutarmi. Alzo lo sguardo, convinta che sia mio padre, ma ritrovandomi di fronte a Zack.
«Calamity...» oddio, sembra un cucciolo bastonato. Che vorrà da me? «...volevo scusarmi...»
Cosa?! Calamity, stai calma. Respira, inspira, respira, inspira. Stai calma e vedi che succede...
«Scusarti per cosa?» fingo indifferenza.
«Per oggi... È solo che... Non sono abituato ad avere un rapporto di amicizia con i miei protetti, ma con te è diverso: il modo in cui ti relazioni a me senza problemi, il fatto che ti sei addormentata su di me come se ci conoscessimo da una vita... Mi hai spiazzato, Smoke, e ti posso giurare che non è una cosa facile per uno come me.»
«Zack, non montarti la testa, d'accordo? Non cercavo di flirtare con te oggi, volevo solo socializzare. Passeremo molto tempo insieme e io sono sola. Credevo solo che potesse essere carino fare amicizia con te.»
Annuisce: «Hai ragione. Ti chiedo scusa.»
Sorrido, voltandomi per controllare la cottura della pasta: «Chi può dirlo, magari scopriremo di avere molte cose in comune, no?»
«Beh, dopo aver visto i film che guardi direi proprio di no...»
«Cosa?! Come fa a non piacerti Hunger Games?! È una delle saghe realizzate su pellicola nel modo più fedele al libro fra tutte quelle esistenti!» ribatto. Lui ridacchia.
Scolo la pasta, poi mi volto per preparare il sugo e lo scopro intento a cercare la salsa nella dispensa.
«Ehi, Gran Fusto, prova a guardare in frigo...» gli suggerisco divertita.
Dieci minuti dopo, Zack, mio padre ed io siamo seduti a tavola, intenti a mangiare.
Versandosi l'acqua, mio padre rompe il silenzio: «Volevo solo precisare che non sono per niente un uomo sbadato. La porta aperta l'ho lasciata di proposito, perché sapevo che sarebbe arrivato lui poco dopo che me ne fossi andato...»
Lo guardo allibita: «Papà!»
«Eh dai, sei ancora viva, no?» mi fa notare ammiccando.
Che senso ha cercarmi una guardia del corpo se poi è lui il primo a lasciare la porta aperta mettendomi in pericolo?
Notando quanto mi stia arrabbiando, Zack tenta di intervenire, cambiando argomento: «Da quanti anni avete Sam?» mi chiede con un sorriso.
Per qualche strana ragione, la voce del ragazzo appena conosciuto riesce a rilassarmi: «Da tre anni circa... Ho sempre desiderato un gatto, ma mio padre non lo voleva perché pensava che non fossi in grado di badare a lui. Poi sono andata al college e ad un Natale, Sam è arrivato a svegliarmi. Era il periodo in cui stavo leggendo Il Signore degli Anelli e chiamarlo come l'amico di Frodo mi sembrava un'idea geniale.»
«Sì, mi piace come nome, anche se io l'avrei chiamato Legolas... O magari Aragon...»
«Allora segui un po' di fantasy!» mi illumino.
«Certo, ma quello serio, come Harry Potter o Il Signore degli Anelli. Non libretti tutti zucchero e miele come Hunger Games...»
Aia, hai toccato un tasto dolente, Merrick.
«Davvero credi che una saga in cui i protagonisti vengono messi in un'area ad uccidersi l'un l'altro e poi catapultati in una guerra per la libertà siano libretti tutti zucchero e miele?» ribatto, imitando la sua voce nelle ultime quattro parole.
Alza le spalle, poco convinto della mia risposta. Mio padre gli poggia una mano sul braccio, mettendolo in guardia: «Amico, fidati di me, se non ti convinci subito che è una tosta te lo farà capire lei...»
«Staremo a vedere.» afferma lui guardandomi con aria di sfida.

«Beh, si è fatto tardi. Io vado a dormire...» si congeda mio padre, alzandosi dal divano per andare nella sua stanza. Prima, però, si volta verso di me: «Tesoro, gli cerchi una sistemazione tu a Zack in camera tua?»
«Sai, papà, da bravo padre apprensivo speravo che volessi farlo dormire sul divano...»
«Calamity, hai delle finestre in camera...» ribatte incrociando le braccia.
«Papà, sono sopravvissuta fino ad ora...» rispondo utilizzando il suo stesso tono.
Per alcuni interminabili istanti ci osserviamo dritti negli occhi, ma alla fine è lui a cedere: «E va bene. Zack, dormirai sul divano.» alza le braccia al cielo. «Tutto questo è ridicolo, sai, Calamity? Dovrei essere io a fare di tutto per farvi dormire lontani, non tu...»
Gli faccio una smorfia, poi, decido di andare anche io a dormire e, senza neanche pensarci, do un leggero bacio sulla guancia a Zack, augurandogli la buonanotte.
Una volta sdraiata sul letto, nel buio della mia camera, mi accorgo del gesto che ho appena fatto e sento il cuore fare una capriola. In un giorno Zack è passato dal ragazzo noioso che doveva badare a me, al giovane allegro con cui passare una bella serata, ma cosa penserà del mio gesto?
Mi giro e rigiro nel letto, con il pensiero di Zack che dorme in sala, disteso sul divano. Non posso fare a meno di sentirmi dispiaciuta per fargli passare in quel posto così scomodo la nottata e di pensare che ho un letto matrimoniale, quindi potrebbe anche dormire assieme a me. Scaccio in fretta quel pensiero, considerando il fatto che sarebbe solo molto imbarazzante e potrebbe metterlo a disagio. Chiudo gli occhi e mi compare di fronte l'immagine del suo sorriso, cerco di pensare ad altre cose e finalmente mi addormento.

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