1 - Jupiter One

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La USS Oklahoma manovrò per adeguarsi al momento della colonia e scivolò dolcemente all'interno della darsena della Jupiter One.

Il capitano O'Neil attese il via libera della sala di controllo e scese seguito dalla sua giovane attendente, un guardiamarina fresco d'Accademia.

I due ufficiali della Flotta Stellare erano attesi e si fece loro incontro una ragazza che indossava un camice bianco sulla divisa cremisi dell'azienda.

"Capitano O'Neil, guardiamarina Yamanaka, vi stavamo aspettando" disse la ragazza, porgendo una mano al capitano. "Amber Hoshino."

Il capitano la squadrò velocemente da capo a piedi. Aveva i capelli rossi, corti, acconciati alla maschietto. Dai lineamenti del volto la si sarebbe detta una ragazzina. Era minuta e snella, il portamento grazioso, il volto spruzzato di lentiggini. Gli occhi, verdi, lo scrutavano con curiosità dietro le lenti degli occhiali.

O'Neil ricambiò la stretta.

“Mi aspettavo d'incontrare il dottor Hoshino. È sua figlia?”

Amber chinò il capo in un cenno d'assenso.

“Mio padre non sarà presente all’ispezione. È stato convocato a un consiglio straordinario dell’esecutivo dell’azienda e mi ha chiesto di sostituirlo.”

Amber intercettò il lampo di scetticismo che passò negli occhi del capitano, ma non si scompose.

“Se volete seguirmi.”

La colonia era stata costruita tra la fine del XXI secolo e l'inizio del XXII come base d'appoggio per lo stoccaggio e il trasporto di materiali per la costruzione dei cantieri navali orbitali di Tritone. Al termine della costruzione dei cantieri, intorno agli anni '50 del XXII secolo, la Horizon, una compagnia aerospaziale privata con base operativa a Tokyo e capitali giapponesi e americani, aveva rilevato la colonia.

La colonia era stata costruita utilizzando il cilindro di O'Neill come prototipo per il progetto, nell'arco di tre decadi, con l'ausilio della stazione orbitale Mars Three come base d'appoggio per il trasporto di materiali e risorse umane.

Un laccio maglev al centro del cilindro fungeva da metodo di trasporto per l'intera colonia.

Amber li condusse a un massiccio palazzo in vetro e cemento circondato da un basso muro di cinta, situato nell'area amministrativa/residenziale della colonia. Il perimetro ospitava anche un parco con varie attrezzature sportive, tra cui una piscina, una palestra, un auditorio, una biblioteca e quelli che dovevano essere gli alloggi dei soggetti sperimentali.

"In questa struttura ospitiamo e addestriamo i soggetti sperimentali."

"Soggetti sperimentali?" chiese Yamanaka.

"Noi ci riferiamo a loro come i nostri ragazzi" replicò Amber, nel tentativo di tranquillizzarla, ma la ragazza aggrottò un sopracciglio.

"Non siamo qui per mettere in difficoltà la nostra guida con domande inopportune, guardiamarina" la redarguì O'Neil.

Fece segno ad Amber di proseguire. La ragazza li portò nella sala comune della struttura, dove si trovavano una cinquantina di bambini.

Indossavano un'uniforme simile a quella di Amber, azzurra anziché rossa e si somigliavano un po' tutti, anche se variava il colore degli occhi e dei capelli. A O'Neil e Yamanaka non sfuggì la rassomiglianza con Amber. La scienziata avrebbe potuto essere una loro versione adolescente.

"Dott.ssa Hoshino, anche lei è…" O'Neil cercò la definizione giusta, "Una bambina prestrutturata del Progetto Ragnarok?"

Amber si sistemò gli occhiali sul naso.

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