1. Le cose belle accadono all'improvviso.

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ZALVEH!
Questa storia la sto scrivendo per un concorso yaoi...
Pene, spero proprio che vi piaccia!
Giudici, soprattutto a voi, buona lettura! :3

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-Hey Brian! Mi fai copiare i compiti?- Ecco, non lo vedeva da due giorni e quello che gli chiedeva il suo 'migliore amico' era questo.
Brian avrebbe volentieri fatto a meno di una persona così, ma quello che avrebbe ottenuto sarebbe stato rimare da solo.
Le poche persone con cui aveva un 'legame' erano quei bastardi che non facevano altro che approfittarsi della sua bravura a scuola.
-Oh, ciao Joy, c-certo... prendi pure.- Fu costretto a rispondere, passandogli un quaderno che finora aveva tenuto in mano.
-Grazie, sei un amico, ci si vede!- E si voltò, diretto verso il suo armadietto, mentre Brian lo mandò mentalmente a quel paese, cercando inutilmente di trattenere ogni tipo di insulto.
Si girò, avvicinandosi al suo armadietto, una volta lì compose il codice, aprì lo sportello e prese i libri necessari per la lezione che a breve sarebbe iniziata.

Brian era un ragazzo semplice ma maledettamente solo, con le ragazze non aveva mai avuto successo a causa del suo corpo esile e per di più, aveva un viso particolare, molto femminile e con dolci lineamenti. Era da tempo che Brian dubitava della sua eterosessualità; quando vedeva una ragazza carina non rimaneva a fissarla come qualunque altro ragazzo 'normale', trovandosi così a pensare di essere gay. Inizialmente cercava di ignorare questa cosa, convincendosi che quella era solo l'adolescenza e che cose così capitavano a molte persone. Ma col passare del tempo le cose non cambiarono, cominciò a provare attrazione verso altri ragazzi della sua età, ma ancora non riusciva ad accettare questo essere speciale. Dovette tenere per sé la cosa, perchè temeva che, se qualcuno l'avesse scoperto, avrebbe perso anche quelle poche e false persone che chiamava 'amici'.

Quel giorno però, accadde qualcosa di insolito; alla fine delle lezioni, nel suo armadietto trovò una busta che prima non c'era.
Preso dalla grande curiosità, l'aprì immediatamente, trovandovi un foglietto ripiegato in due.
Aprì il foglio e subito gli balzò all'occhio l'elegante scrittura che, ordinata, riempiva l'intera pagina.
Lesse e rilesse più volte il testo, incredulo, rigirandosi ripetutamente il foglio tra le dita.

"Probabilmente tu mi conosci, vengo in questa scuola e da tempo ti osservo, credo di provare qualcosa per te... sai, il colpo di fulmine? Ecco, credo di essermi innamorata perdutamente di te.
Ti scrivo, perchè per me non è affatto facile dire a voce i miei sentimenti.
Ti prego di non ignorare questa lettera perchè vorrei che accettassi il mio invito ad un incontro.
Desidero vederti oggi pomeriggio, verso le 16;45, davanti al parco vicino alla scuola.
La voglia di parlarti e di vederti che provo è immensa... grazie se terrai in considerazione la mia dichiarazione."

Ovviamente una cosa del genere non gli era mai capitata, si sentì euforico all'idea che qualcuno provasse dei sentimenti per lui.
E da quello che aveva capito leggendo la lettera, il mittente doveva sicuramente essere una ragazza.
Finalmente avrebbe potuto provare amore e attrazione verso qualcuno del sesso opposto e poter essere una persona come tutte le altre.
Richiuse la lettera e la ripose in una tasca, chiuse l'armadietto, avviandosi verso casa.

ANSIA. Brian provava un'immensa ansia, il tempo passava lento e lui non riusciva a calmare i nervi.
Si sentì un tremendo idiota a doversi disperare su cosa avrebbe dovuto indossare per quell'incontro.
Alla fine optò per una semplice
T-shirt blu e dei jeans chiari che gli arrivavano al ginocchio.
Il suo fisico magrolino si nascondeva sotto l'enorme maglietta, non riusciva a guardarsi allo specchio, non aveva un filo di muscoli e ancora non riusciva a capire come una persona poteva interessarsi a lui.
Sistemò alla meglio i disordinati e un po troppo lunghi capelli neri, si mise due forcine a tenere su il ciuffo che copriva i suoi occhi chiari, di un raro color oro.
Quando fu pronto, uscì di casa, dirigendosi svelto ed ansioso al piccolo parco dove nessuno metteva mai piede.
Giunto lì, non vi trovò nessuna ragazza, nessuna anima viva... quel parchetto, per non si sa quale assurdo motivo, era sempre vuoto e silenzioso.
Ad un certo punto, vide sbucare da dietro l'angolo di una casa vicina, un ragazzo vestito completamente di nero.
Sentì come una forte delusione pulsargli nel petto, dov'era la ragazza che gli aveva scritto quella lettera? Perchè al suo posto c'era un ragazzo?
Quando l'altro si avvicinò, Brian improvvisamente riconobbe la cresta bianca del ragazzo; quello non era altri che 'il Corvo', veniva chiamto così da tutti gli studenti.
Era un tipo veramente spaventoso; aveva piercing e tatuaggi ovunque, vestiva sempre e completamente di nero e per di più era un brutto soggetto a scuola.
Non stava mai con nessuno e veniva alle lezioni una volta su tre, era malvisto da tutti i professori, aveva circa una ventina d'anni e ancora stava a perdere tempo a scuola, essendosi fatto bocciare un'infinità di volte.
Non aveva mai parlato con il Corvo, probabilmente nessuno lo aveva mai fatto, apparte il preside, che non perdeva mai occasione per poterlo mettere in riga.
E adesso, che diamine ci faceva in quel parchetto? Era stato lui a scrivere quella lettera? Ma soprattutto, cosa avrebbe dovuto fare Brian?

Il sole splendeva nel cielo, stonando con l'oscura immagine del Corvo, Brian, sempre più impaziente, attese che egli aprisse bocca per dargli delle spiegazioni, che ben presto arrivarono.

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Eccomi qua!
Aspettatevi di tutto da questa storia, nella mia mente contorta ci sono una marea di idee!
Spero di essere stata abbastanza coerente e di aver rispettato i prompt.
Spero anche che la storia vi abbia preso, perchè il povero Brian ne passerà davvero tante!

Cià! ^-^

Niente è mai come sembra. [Concorso yaoi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora