Every

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Jamie è tornata a casa già da un'ora quando la porta di ingresso si apre e i miei genitori fanno il loro ingresso nella stanza. Io, Zayn e Jax stiamo costruendo una torre con i rettangolini di plastica colorati sparsi sul tavolo.

"Mamma!" esclama Jax, correndo ad abbracciare nostra madre. Lei lo saluta e gli stampa un bacio sulla guancia, poi alza lo sguardo verso di noi. Lancio un'occhiata a Zayn, che sta osservando la scena in silenzio, con un sorriso imbarazzato sulle labbra.

"Mamma, lui è Zayn!" Jax trascina mia madre verso il tavolo. Zayn si alza in piedi e si schiarisce la voce, poi le tende la mano. Fa lo stesso con mio padre, che entra in casa solo un momento più tardi.

"È un piacere conoscervi" dice loro con le guance leggermente arrossate, appena prima di concludere le presentazioni. Noto le espressioni sui visi dei miei genitori, mia madre è positivamente sorpresa, sono sicura che Zayn le piacerà. Non potrebbe mai non piacerle, è il genere di ragazzo che lei sarebbe felice di vedere al mio fianco. Ne ho la conferma quando con una veloce occhiata mi rivolge un segno di approvazione.

Mio padre sembra leggermente più diffidente verso il ragazzo dai capelli neri, ma sono certa che prima della fine di questa serata cambierà idea sul suo conto. L'aspetto di Zayn, i lineamenti spigolosi e lo sguardo profondo, potrebbe inizialmente dare un'idea sbagliata di lui, ma la sua personalità riesce a smentire i pregiudizi. È il ragazzo più educato e rispettoso che abbia mai conosciuto.

"Zayn rimane a cena da noi, lui e Jax sono diventati migliori amici" dico, quando sta per calare un silenzio imbarazzante nella stanza. Zayn ridacchia, mentre il mio fratellino sorride orgoglioso. Non capisco il motivo per il quale si è affezionato così velocemente a Zayn, ma dopotutto non posso biasimarlo. Io ho fatto esattamente lo stesso, sarebbe stato impossibile il contrario. Zayn è riuscito a entrare nella mia vita bruscamente e delicatamente allo stesso tempo, è diventato la persona a cui mi sento più vicina più velocemente di quanto pensavo fosse possibile.

E di questo non riesco affatto a dispiacermi.

"Ed è anche mio amico, cioè... Sì, siamo amici da un po'" aggiungo subito dopo. Siamo amici da un po'. Siamo solo amici da un po'. Purtroppo siamo solo amici. Da un po'.

"Beh, più tardi avremo occasione di conoscerci meglio" mia madre regala a Zayn un sorriso dolce, che lui ricambia educatamente. Non pensavo fosse possibile, ma è anche più carino quando si sente in leggero imbarazzo. Scommetto che cantare davanti a molte persone lo abbia aiutato molto in fatto di timidezza, ma nonostante questo le mani gli tremano appena e le sue guance sono più rosee del normale mentre parla per la prima volta con la mia famiglia. Forse significa che vuole fare buona impressione su di loro e spero che questo significhi che tiene a me. Mi chiedo se un giorno anche lui mi presenterà la sua famiglia, non mi ha parlato molto di essa e mi domando quando potrò saperne qualcosa di più. Mi piace così tanto sentirlo raccontare di sé, è come se condividendo qualcosa di personale con me mi rendesse partecipe della sua vita e questo mi rende felice. Mi rende davvero, davvero felice.

"Certamente" Zayn annuisce timidamente. Non riesco a trattenermi dal sorridere, vorrei tanto stringerlo tra le mie braccia in questo momento, ma sono consapevole che non sia quello più opportuno per farlo.

"Vado a preparare la cena. Jeremy, ti andrebbe di aiutarmi?" mia madre si rivolge a mio padre, che acconsente. Entrambi si dirigono in cucina. Io, Jax e Zayn, invece, rimaniamo soli in salotto.

"Jax, sistema le costruzioni in camera tua, per favore" dico a mio fratello. Lui assume un'espressione imbronciata e scuote la testa. "Voglio giocare ancora con Zayn" protesta.

"Io e Zayn dobbiamo parlare di una cosa da grandi" gli spiego, abbassandomi alla sua altezza.

"Ma io sono grande!" esclama il bambino, questa volta incrociando le braccia al petto. Si alza leggermente sulle punte per sembrare più alto e mi fissa con sguardo offeso.

"Ti racconterò tutto più tardi, piccoletto" Zayn gli rivolge un occhiolino, quasi convincendo anche me che crede in ciò che dice. Mi fido abbastanza di lui da sapere che qualunque cosa gli dirò, rimarrà tra noi. "Ma adesso ubbidisci a tua sorella".

"Va bene" cede infine Jax. Ho il sospetto che questa resa dipenda dal fatto che sia stato Zayn a chiedergli di farlo, ma preferisco tenere per me questo pensiero.

Faccio un cenno a Zayn, che senza fare molte domande mi segue in camera mia. Chiudo la porta dietro di noi e mi mordo appena il labbro inferiore, prima di pronunciare ad alta voce l'inizio del nostro discorso. "Lo hai scritto tu?".

Lo guardo annuire con occhi colpevoli. Sono sicura che non è sua intenzione essere così adorabile, ma lo è. Mi schiarisco la voce e abbasso appena lo sguardo. "È quella canzone? Quella che hai scritto?".

È la nostra canzone? Vorrei chiedergli, ma temo che in quel modo sarei troppo diretta. In passato ho riflettuto sul fatto che potrei essere stata io a ispirarlo per scrivere quella canzone, anche se non ho alcuna prova concreta. Una piccola parte di me vorrebbe che fosse così, ma ogni volta che ripenso a questo, una vocina mi ricorda che lui è tornato di nuovo con Perrie, di cui è stato e forse è ancora innamorato.

Vorrei che quella vocina la smettesse di assillarmi.

"Sì, piccola" conferma lui, ridacchiando.

"Come ci è finito quel bigliettino nel mio libro preferito?" e come ho potuto non accorgermi della sua presenza tra le pagine?

"Potrei avercelo messo io" risponde semplicemente, alzando le spalle con un sorriso innocente sulle labbra. Io sorrido a mia volta. Se è stato lui, ciò vuol dire che ha dedicato del tempo a scegliere una frase tra le tante presenti nel testo, a scriverla a penna su un piccolo post it e a nascondere quest'ultimo in posto dove lo avrei sicuramente trovato. Se non fosse che il destino è contro di noi.

"Potresti?" ripeto, ridendo. Lui mi segue, annuendo, e io vorrei chiedergli di più, ma ho una domanda più importante da porgli. Una domanda alla quale ho un assoluto bisogno di risposta.

"Cosa significa? Adoro quella frase, ma vorrei sentirlo dire da te" quasi mormoro. In un certo senso ho paura di cosa potrebbe replicare, ma in fondo spero che dica ciò che io voglio sentire.

"Beh..." inizia lui, passandosi una mano tra i capelli scuri "non c'è molto da capire, il fatto è che io...".

Lascia la frase sospesa a metà. Lo osservo mentre gesticola in cerca delle parole giuste da usare. "Cioè che tu mi...".

Esita ancora per un secondo, giocherellando con un filo che pende dalla sua felpa grigia. Schiude appena la bocca. "È che tu mi...".

"Ragazzi, la cena è pronta!".

Lovers by accident || Z.M.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora