•4• Vier.

888 41 0
                                    

Sono sempre piú stanca di vivere questa vita, soprattutto in questo modo. Che spreco. 

Potrei dare cosí tanto amore, eppure, eccomi qui ad odiare il mondo e chi lo abita. Compresa me stessa. Soprattutto me stessa. E mi spiace,davvero tanto. Mi spiace di essere questo casino, questo problema per la mia famiglia. Sono malata e lo so, ma la cosa e' come un fantasma che aleggia su di me, quindi non e' davvero li. 

Sono chiusa nella mia stanza da piú di tre ore. Mia madre suona il violino incessantemente, e io la ascolto piegandomi alla sua tristezza. Mi guardo in giro, nella mia stanza non ci mai stato cosí  tanto casino. Sento che non mi appartiene piu', tutto mi disgusta.  Mi alzo e prendo un libro,lo sfoglio svogliatamente senza fare molta attenzione alle parole.

-Michelle, posso?- la voce di mio fartello attraverso la porta mi fa sorridere.
-entra pure.-

Christian entra nella stanza con cautela, quasi come se il pavimento fosse minato.
-come ti senti?- dice sedendosi sul mio letto, accanto a me.
-Sto bene. L'ho detto anche a mamma,me li avete chiesto tredici volte oggi.-
Mio fratello assume un aria colpevole.

-Mi spiace, ma lo sai che siamo preoccupati. Non mangi, e se mangi ti accontenti di due grammi di pasta. A volte nemmeno quello.-

-smettila. Non mi serve un'altro papá che mi controlla.- il mio sorriso svanice e Christian si rabbuia all'improvviso.

-lo faccio solo perche ti voglio bene.-

-non te l'ho mai chiesto. Io non mi preoccupo per te e tu stessa cosa. Dai, lasciami sola.-
Si alza dal letto e si avvicina la porta, afferra la maniglia e fa per uscire. Ma prima si volta verso di me.

-Michelle. Quando siamo usciti da scuola e siamo andati di corsa all'ospedale, il medico ha detto che stavi in gravi condizioni. Pensaci,anzi, rifletti almeno su questo. Non chiedo altro.-

Dopo ció, mi lascia sola. 

Sprofondo nel letto e mi viene da piangere. Ormai sono sola.

Qualche ora dopo mi sveglio. Sono ancora nel letto. Guardo l'ora e sono le due di notte. Ma qualcos'altro attira la mia attenzione, un messaggio su Messanger.

*Hi Michelle.*
Guardo il nome in alto e il sangue mi ribbolle nelle vene. É Viktor. Leggo l'ora in cui me lo ha mandato. Due ore fa, forse nemmeno risponderá piú. Ma ci provo lo stesso.
*Hi Viktor.* rispondo allo stesso modo.
Aspetto.Aspetto.
Passano i minuti, gli occhi che iniziavano a richiudersi per la stanchezza. Ma ecco qui che spunta un altro messaggio.
*How are you?* come stai? Come stavo? Unica parola che conoscevo, per mentire e non preoccupare nessuno.
*fine.* bene. Cos"altro potevo dire? Non volevo spiegare niente,non sarebbe servito e a lui non sarebbe interessato.

*Perche parli in inglese?* scrissi velocemente.

*Perche? É cosi strano?*

*Non sapevo parlassi inglese.*

*perche, tu sai qualcosa di me?*
Era vero, non sapevo niente di lui, assolutamente nulla. D'altronde nessuno lo sapeva.

*Non ti sei mai fatto avvicinare.*

*Sarebbe servito a qualcosa?*

A che gioco giocava?
*perche mi hai cercato?* scrissi ormai annoiata, aspettando la solita risposta del "vorrei conoscerti" o "perche non mangi" o meglio ancora "perche sei cosi magra?" Giurai dentro me che se usciva una di queste frasi, avrei chiuso tutto.

*Cosa c'e sotto la maschera che porti? Chi é la vera Michelle? Ho viso come ti comporti a scuola, mi sono incuriosito. *

Rimasi colpita da quella risposta. Non me la sarei mai aspettata. E fú per questo che continuai a scrivergli, e ancora,ancora e ancora.

Alle sei del giorno dopo, mi cedettero gli occhi e mi addormentai con il telefono in mano. Viktor si era un pó rivelato. Non aveva detto quasi nulla su di se. Ma avevo capito perche' si isolava dal mondo, dalle persone. Mi aveva chiesto perche' lo facevo anche io. Non ero stata del tutto sincera, avevo detto che non amo stare accanto alle persone. In parte era vero. Non volevo dirgli di essere sociofobica, che non potevo stare insieme alle persone. Non ci riuscivo nemmeno volendo.

Perche avrei dovuto dirglielo? Non sarebbe cambiato niente.

Quando mi svegliai a l'una e mezza del pomeriggio, mi accorsi che ero ancora nel letto,vestita, senza essermi struccata, e che avevo saltato scuola. E a quanto pare,non ero l'unica. Mi alzai di scatto e corsi in camera di Christian. 

-Chri!! Oh ma non ci sei andato a scuola?-

-mmh...- era ancora nel letto, con le coperte fin sopra la testa. Non rispose e quindi gli diedi uno spintone.
-Non ho sentito la sveglia...-

Alzai gli occhi al cielo e andai a cambiarmi. Scendo in cucina e ingurgito un caffé amaro. Mia madre in salone passa l'aspirapolvere facendo un baccano tremendo, ma appena mi vede,la spegne e mette le mani su i fianchi.

Oh..oh..il mostro sbarra la strada.

-Non sei andata a scuola?! E ti sei svsgliata a quest'ora?? -
-Sono andata a dormire un pó tardi..-
-sempre con quel telefono del cazzo! Sempre con quello e non fai mai un cazzo in casa! Che devo fare con te? -

Allargai le braccia in segno di resa. E ripensai a cosa mi aveva detto Viktor quando la madre gli faceva la stessa domanda.

-Uccidimi.-

Lo sguardo di mia madre cambió. Riaccese l'aspirapolvere e scomparí in un altra stanza. Ero talmente sicura di quello che avevo detto, che quasi mi feci paura da sola.

A pranzo non mangiai. Mi ficcai in bocca un pezzo di pane e salí in camera mia. Ma anche solo quel pezzetto mi fece sentire uno schifo. Non dovevo mangiare,la mia sofferenza doveva essere veloce, mi ero stufata di soffrire per chi non merita nemmeno una mia lacrima. In camera guardai il telfono,nessun messaggio.
Forse ancora dormiva.

Mi buttai nel letto e aspettai, ranicchiata in me stessa. Con la voglia di uscire, scappare lontana, ridere, avere una vita normale. Com'era ridere? Ed innamorarsi? Provare amore? Nemmeno lo ricordavo piu. Ricordo che il cuore mi batteva forte,le gambe tremavano e la bocca si piegava in un sorriso. E ridere con lui, com'era? Nemmmeno questo ricordo.

Avevo perso tutto. La voglia di vivere,la voglia di sorridere. Un'apatia totale. Orrenda, pesante, come un macigno che mi premeva dentro.

E sapevo, che prima o poi, mi avrebbe schiacciato del tutto.

Wonderwall.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora