NARUTO SHIPPUDEN: AKATSUKI REVIVAL

Capitolo 1 L'Arrivo

La pioggia cadeva ininterrottamente, il vento soffiava forte, il mondo era stato trasformato in un campo di battaglia stasera.

Nell'aria l'odore del sangue persisteva senza sosta e il dolore per questa guerra non sarebbe finito finché uno di noi non fosse caduto.

Mai nella mia vita mi sarei aspettato di trovarmi in una situazione assurda come questa, io un semplice ragazzo pugliese a combattere contro uno dei personaggi del mio anime preferito, a combattere contro la forza portante del Villaggio della Foglia, Naruto Uzumaki, in una battaglia che avrebbe deciso le sorti di questo mondo e del mondo da cui provengo.

Immagino che vi stiate chiedendo tutti chi io sia e cosa ci faccio qui, beh diciamo solo che per uno strano scherzo del destino e per tutta una serie di scelte mi sono ritrovato nelle 5 Grandi Terre Ninja, nel mondo di Naruto.

Permettimi di raccontarvi la mia storia dal principio.

Mi chiamo Paolo, ho ventidue anni studio per diventare medico, sono alto 1 metro e 73 cm capelli e occhi castani (capelli corti), amo tutti gli animali eccetto gli insetti, faccio jogging e vado in palestra con regolarità (ho un fisico non molto muscoloso ma atletico), ho studiato recitazione ed ho una visione un po' anticonvenzionale della vita.

Stavo guidando su una strada di campagna con la mia Fiat 500 (lo ammetto non sarà una delle macchine più veloci o potenti ma io l'adoro), per tornare a casa dopo che i miei cosiddetti amici mi avevano dato buca per l'ennesima volta:"Ma porca di quella...ahhh al diavolo, giuro che questa è l'ultima volta che prendo appuntamento con quelli zotici e doveva pure mettersi a diluviare questa maledetta notte! Era meglio se me ne rimanevo a casa a vedere qualche anime."

Ero davvero nervoso come lo sarebbe un qualunque ragazzo ventiduenne quando qualcuno ti da un appuntamento e tu non solo lo aspetti da solo come un idiota per 2 ore, ma poi ti mandano anche un messaggio all'ultimissimo minuto dicendo che è tutto annullato; certa gente così incoerente proprio non la sopporto.

Mentre guidavo a un certo punto mi ritrovai sul ciglio della strada una persona coperta da un mantello nero per proteggersi dalla pioggia, seduta a gambe incrociate.

Ovviamente sapevo che non si dovrebbero dare dei passaggi agli estranei ma proprio non me la sentivo di lasciare quell'individuo sotto un simile temporale.

Accostai la macchina e scesi:"Mi scusi", dissi gentilmente alla figura incappucciata, "sta bene? Cosa ci fa qui fuori con un simile tempaccio?"

La figura non alzò la testa, immagino per non bagnarsi la faccia, però mi rispose con una voce calda e femminile:"Diciamo che sto cercando una persona, ma ancora non l'ho trovata", "beh non mi sembra proprio il caso di continuare la ricerca con questo temporale, se vuole posso darle un passaggio fino in città e poi continuare la ricerca li, sperando che il tempo migliori", le risposi porgendole la mano per alzarsi.

"Ti fideresti davvero a dare un passaggio ad una sconosciuta?", mi chiese un po' sorpresa, "non posso dire che mi fidi esattamente, ma non posso certo lasciarla sotto la pioggia, non crede? Che razza di persona sarei?", le risposi sorridendo.

La ragazza misteriosa non disse altro e prese la mia mano; vidi che aveva una mano con delicati lineamenti, una pelle pallida e delle unghie moderatamente lunghe ma curate, poi aprì la portiera del passeggero e la feci accomodare in macchina.

Ripresi la guida volgendole ogni tanto lo sguardo, aveva ancora il viso coperto dal cappuccio del mantello ma riuscivo a vedere alcuni lunghi capelli bianchi e candidi come la neve.

Non le volevo chiedere di togliersi il cappuccio perché pensai che se lo voleva mantenere doveva avere le sue buone ragioni, anche se la curiosità mi stava uccidendo; così per rompere un po' il ghiaccio:"tu non sei di queste parti vero?", le chiesi educatamente, "non proprio, in un certo senso viaggio da parecchio tempo in cerca di questa persona, così tanto che mi sembra un'eternità", mi rispose con un po' di malinconia nella sua voce.