Prologo

8.3K 345 57
                                    

Mi trovavo in un luogo oscuro e sconosciuto, con persone pericolose mai viste prima, senza ben sapere come fossi arrivata fin lì. Le pareti spoglie di quel posto erano tutte uguali, lisce e levigate, rigorosamente dipinte di azzurro, cosa che mi faceva sentire come se fossi stata proiettata in un labirinto senza fine di muri e corridoi che non mi volevano lasciar andare.

Ma non erano solo i corridoi labirintici che sembravano volermi intrappolare. Quelle persone avevano stabilito che sarei rimasta lì, decidendo della mia vita senza che nemmeno sapessero chi fossi, proibendomi della possibilità di poter tornare a casa alla mia vecchia esistenza, della quale solamente un giorno prima ero padrona.

Erano persone uguali a me, eppure sembravano così lontane e diverse. Quel posto aveva qualcosa di malvagio, lo sentivo, e le persone che vi abitavano rispecchiavano nel proprio animo l'oscurità che le aveva cresciute fino a farle diventare degli assassini.

Con gli occhi chiusi per la paura, riuscivo a vedere solo una sagoma nella mia mente, tanto familiare quanto sconosciuta. Era lui, il ragazzo che aveva causato tutto. Il ragazzo del quale mi ero innamorata, perché oramai dovevo ammetterlo che ero caduta ai suoi piedi.

Darrell riempiva la mia mente, con quel suo sorriso menefreghista che non avrei mai immaginato di potergli vedere sul volto, eppure sembrava tanto naturale per lui, quanto bere un bicchier d'acqua.

Non lo avevo più rivisto dopo quell'inaspettato senso di gelo che mi aveva fatto provare e non ero sicura nemmeno di volerlo rivedere. Gli volevo bene, era inevitabile, ma allo stesso tempo ne avevo una paura così estesa che mi allontanava da lui.

Lui mi aveva portato in quel posto, lui mi aveva fatto del male, e sempre lui mi aveva consegnata a quelle persone, mettendo in pericolo la mia vita, che ora si trovava sul filo di un rasoio.

Il rumore della porta che si apriva mi fece sobbalzare, aumentando nettamente il mio battito cardiaco. Ogni minimo rumore significava pericolo e il mio corpo sembrava averlo imparato bene, reagendo nel corretto modo al rischio imminente.

Un allarme si accese nella mia testa, lasciando i miei muscoli in tensione e il mio cervello in stato di allerta, nell'angosciante attesa che qualcuno varcasse quella soglia.

The Changers - EtereaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora