Capitolo 1: Fuori di qui

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La porta del negozio, in quella fredda domenica mattina, non si era ancora aperta, se non quando lui arrivò all alba per terminare dei lavori che aveva lasciato incompiuti la sera prima. Ogni qualvolta sentiva la porta, con il suo leggero cigolio, aprirsi, il sentore di un nuovo lavoro lo eccitava. Non era sempre stato così per lui, non fraintendetemi, negli anni addietro non posso dirvi che ogni volta che gli veniva affidato un nuovo lavoro fosse triste, ma neanche felice come poteva esserlo ora. Il fatto è che quella maledetta crisi, oltre che ad altri mille problemi, aveva portato la gente a rivolgersi sempre di meno a lui, e alle sue mani. Così quella pochezza di lavoro che stava vivendo da molti mesi ormai lo portava a galvanizzarsi anche solo nella speranza che quella porta nell' aprirsi avrebbe rivelato un nuovo potenziale cliente. Ma quella volta, quel sottile rumore avrebbe inteso solo ed unicamente una cosa, guai. Ma lui non lo sapeva ancora.

 Sull' uscio del suo negozio andarono ad affacciarsi due uomini, con due facce che eviterei di raccontarvi, l unica cosa che posso dirvi è che il nostro amico non si ricordava di aver mai visto in giro per le strade del quartiere quei volti. Ma erano lì. Nel suo ambiente. Ed ora non gli restò che aspettare per sapere cosa volessero. Non sapé spiegarselo, ma si sentì convinto fin da subito che quei due non avrebbero portato niente di buono.                                                                                                                               Pochi minuti dopo, ahimè, si poté render conto di avere ragione.

Ancor prima che il nostro uomo potesse dire qualcosa, il più alto dei due prese la parola e disse: 

" Signore le dispiace condurci nel retro del negozio, dobbiamo parlarne e non vorremmo esser interrotti da nessuno, sa poi e' spiacevole doversi ripetere."

 Il negoziante rimase basito dalla fermezza e dalla glacialità che riscontrò in quelle parole, restò immobile e senza dire una parola si avviò nel retro. Sperò che i due lo seguissero per non dover esser costretto a tornare indietro e obbligato a parlargli. Ma i due fortunatamente si dimostrarono due tipi "svegli", anche perché' se fosse stato il contrario non avrebbero di certo fatto quel mestiere per campare, e lo seguirono. Lui li condusse in una stanzetta che aveva nel retro del negozio che utilizzava spesso come ripostiglio.

Volete proprio sapere l utilità di quei due uomini appena introdotti nella nostra storia? A loro, DOBBIAMO questa storia, nel bene e nel male, perché senza la loro entrata in scena ora non sarei qui impegnato nel narrarvi il tutto, e voi non stareste con gli occhi puntati su queste labili parole, con l' intento di leggerle. Ah si, mi stavo quasi scordando di dirvi cosa volevano. La richiesta, anzi, l' ordine che loro impartirono nell angusta stanza del retro al nostro commerciante, è un qualcosa di molto diffuso nel Paese da dove vi scrivo e di dove è originario il nostro sfortunato amico. Gli dissero che lui, dal mese corrente fino al suo pensionamento avrebbe dovuto pagare a loro una somma, che sarebbe stata l' equivalente di una parte dei suoi ricavi mensili. Praticamente, gli stavano chiedendo il "pizzo". Il tutto, giurarono i due, sarebbe avvenuto in maniera semplice, lineare e senza particolari "pressioni" da parte loro, sempre se lui non avesse dato particolari problemi. Loro sarebbero passati in negozio ad ogni fine del mese e avrebbero ritirato i soldi, gli dissero che il suo denaro, se versato ogni mese con puntualità, avrebbe fruito da protezione per il suo negozio da "EVENTUALI" danni... Ecco, qui preferirei fermarmi un attimo. Vorrei dirvi, che la persona che si trovava in quel momento nel minuscolo sgabuzzino di quel piccolo negozio di periferia, reagì a quelle parole rimanendo semplicemente basito, immobile e con una salivazione ridotta al nulla oramai. Mai, MAI, avrebbe pensato di trovarsi in quella situazione, mai avrebbe pensato di dover pensare anche solo per un attimo una frase di senso compiuto con la quale rispondere ad un qualcuno che gli si sarebbe piazzato davanti dicendogli quelle cose. Sapeva bene in cuor suo che non era impossibile che un giorno, qualcuno gli si sarebbe presentato in negozio e gli avrebbe potuto dire quelle fatali parole. Ormai, la sua attività era in vita da qualche anno e forse ingenuamente si sentiva quasi al sicuro da quel pericolo, dicendosi che se fosse dovuto succedere sarebbe successo già da un pezzo. Questo aveva pensato. Ingenuo. Stupido. La risposta che riuscì a formulare, o quantomeno che provò a far fuoriuscire dalle labbra, l' avrebbe ritenuta, per i giorni a seguire, avventata, e incauta. Ormai riusciva ad ascoltare solo il tambureggiante battito del suo cuore, che sembrava quasi spronarlo nel parlare. Finché quasi per magia, prendendo fiato e tentando quantomeno di avere una voce autorevole o almeno ferma, disse: 

"Non ho intenzione di riempire le vostre luride tasche con i miei soldi, andatevene ora."

 Concluse la frase, alzando anche leggermente la voce, cercando il più possibile di rendere quel "ora" il più marcato possibile. Delle parole che disse, gli sembrò perfino di sentire il loro eco per alcuni secondi, anche dopo aver finito di pronunciarle. Ci vollero ore, se non giorni per far si che si rendesse conto realmente di quello che era riuscito a dire in quel frangente, e si dispiacque di non poter tornare indietro nel tempo. In tutta la sua vita, ogni singola azione che aveva compiuto l aveva realizzata con l ansia per le conseguenze che ne sarebbero potute scaturite. La paura che se non avesse timbrato il biglietto dell' autobus avrebbe preso la multa. L angoscia che provava, quando aveva circa venti anni, ad ogni rapporto sessuale. Temeva di diventare padre, era troppo giovane e gli avrebbe sconvolto la vita, quindi ad ogni rapporto controllava ogni due per tre se il preservativo si fosse rotto o meno. Una scocciatura davvero. Soprattutto per la ragazza, che doveva sopportare il tutto, e il più delle volte se ne andava dicendogliene di tutti i colori mandandolo in bianco. Quindi, capirete da voi, come quella frase, così diretta, così forte, in quel contesto, ma soprattutto a quelle temibili persone si rivelasse completamente contraria al suo vivere. Il perché di quella risposta? Non saprei dirvelo. Penso, che neppure lui vi saprebbe rispondere. Insomma, sia a voi che a me resterà il dubbio sulla molla che riuscì a far scattare quella mezza-specie di ribellione nel suo animo da sempre pacifico e riflessivo. Amo definirlo, l' urlo della brava gente e dell onestà di chi lavora, rivolto direttamente in faccia a chi fa di tutto per rendere il nostro Paese sempre peggiore. Cosa risposero i due uomini? Beh, semplice, nulla. Gli voltarono le spalle e se ne andarono. Senza dire una sola parola. Questa reazione, fu ancor peggiore di una coltellata. Appena quei due varcarono la porta per uscire, si dileguarono tra il traffico. Il nostro commerciante, oramai rimasto solo tra gli scatoloni dello sgabuzzino, si pentì amaramente della frase che gli aveva rivolto, e non riuscì a non pensare a come (e quando) gliela avrebbero fatta pagare. Quella gente non accetta i "no". E quando ( raramente) se ne trova qualcuno davanti, fa di tutto, DI TUTTO, per far si che diventi un bel "si". Si era sentito violato nell' animo, con la loro improvvisa e sporca intrusione nel suo ambiente. Aveva fatto moltissimi sacrifici, acceso dei prestiti per aprirsi quel buco di negozio, ed ora quei due nullafacenti cosa gli andavano a chiedere?? Non penso sembrerà strano se io vi dica che in lui si andò mischiando una paura cieca ad un ira funesta.



















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