26. Incomprensione

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Mentre salgo gli scalini dell'entrata della scuola scivolo sull'ultimo e perdo l'equilibrio.

Casco all'indietro, addosso a Demon. Normalmente a una caduta del genere dovrei cadere io addosso a chi mi sta dietro ma la mia "adorata", e tanto affezionata, sfortuna ha voluto l'incontrario.

Meno male che Demon, prima di precipitarmi addosso, mi stringe a se mettendo una mano dietro alla mia testa.

Quando entro in contatto con il terreno, che oltre ad essere solido è anche bagnato, al posto di urlare o arrabbiarmi scoppio a ridere e Demon si unisce a me.

Penso che visti dall'esterno sembriamo due matti ma non mi interessa.

«Non posso dire che ho avuto un atterraggio "comodo"» ironizzo.

«Non posso dire lo stesso a quanto pare...tu sei...come dire... Morbida e comoda ... significa che i miei calcoli erano giusti» mi dice con la sua solita espressione maliziosa.

Lo guardo in mal modo.

«Come scusa?» gli chiedo innervosita dalla sua esclamazione. Da lui ottengo solo risate su risate mentre io mi innervosisco sempre di più e metto il broncio.

Quando finisce di ridere mi dice «Dai su non te la prendere ho solo potuto confermare una mia supposizione ... poi è vero che tu sei sempre bellissima con tutte le espressioni, quindi anche adesso, ma sai ... ho come un brutto presentimento guardandoti ...» «Ma no! Non mi dire!» dico ironicamente.

«Se entro tre secondi non ti alzi ti assicuro che il tuo "brutto presentimento" potrebbe realizzarsi ... quindi LEVATI!» gli urlo.

Non ne posso più di stare per terra. Con tutta l'acqua piovana che è caduta sul suolo i miei indumenti si sono completamente bagnati, ed hanno assorbito più acqua che una spugna.

Lui si alza in piedi e mi porge la mano aiutandomi ad alzarmi.

«Grazie» gli dico goffamente, una volta in piedi.

«Tutto bene?» mi domanda avvicinandomi a lui. Lo guardo dritta negli occhi e prima di dargli una qualsiasi risposta mi perdo in quelle iridi blu.

"Che belli che sono i suoi occhi!... Demon sei bellissimo ma non te lo dirò mai! Sennò il tuo ego farebbe le capriole di vittoria e io non ti voglio dare questa soddisfazione" penso non realizzando quello che mi sta accadendo intorno.

Mentre penso, guardo un punto fisso, alle spalle di Demon, senza percepire immediatamente che questo "punto" si fa sempre più grande e più vicino.

Mi rendo conto di chi è solo quando sento la voce di Demon imprecare tra i denti « cazzo! Ora siamo nei guai fragolina!»

La persona alle sue spalle si avvicina, avvolta da un poncho blu, e dice «Ragazzi entrate IMMEDIATAMENTE dentro alla scuola!!».

La professoressa di Inglese mi sta guardando malissimo, cosa che non fa con Demon.

"Cosa ti guardi vecchia bacucca? Invidiosa? LUI È SOLO MIO!!" mentre penso a ciò, involontariamente, mi avvicino a Demon e gli pendo la mano.

Lo sento contrarsi al contatto. Porto subito gli occhi sulle nostre mani e noto che dalla mano di Demon esce sangue. Cerco di lasciargli la mano ma lui me lo impedisce stringendo ancora di più la mia mano nella sua.

Mentre entriamo, seguendo la professoressa di Inglese, chiedo a bassa voce a Demon «Ehy perché non mi hai detto che ti sei fatto male alla mano?».

Lui si gira verso di me e dice dolcemente «non ti preoccupare passerà, poi è valsa la pena farsi un "graffiettietto" per salvare te ... sei troppo importante per me». Appena sento le ultime parole sgrano gli occhi e mi fermo all'improvviso in mezzo al corridoio della scuola.

Take my Heart with youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora