La Bella e la Bestia

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In un tempo lontanissimo c'era una volta una città abitata quasi esclusivamente da mercanti. Quando dai porti vicini e lontani giungevano le navi cariche di merci era una festa per tutti. Uomini,donne, bambini si vestivano con gli abiti più belli, si ornavano con gioielli e ghirlande di fiori e si radunavano in piazza.
Nel centro della città, una grande casa si distingueva dalle altre; qui viveva un ricco mercante con la sua unica figlia Bella, una fanciulla semplice e buona. Sul suo bellissimo viso splendevano due occhi chiari e dolci, sull'ampia fronte cadevano riccioli bruni, il suo corpicino era snello e flessuoso. Fu perciò soprannominata da piccola «la bella bambina». E Bella fu il suo nome anche quando divenne più grande.
Bella amava tener compagnia al vecchio padre;per lui suonava il cembalo, leggeva le storie dei tempi passati. La sua bontà e la sua bellezza affascinavano tutti e molti sarebbero stati felici di poterla avere in sposa. Ma Bella rifiutava dolcemente:
«Vi ringrazio, sono troppo giovane e mio padre ha ancora bisogno di me»
Il padre era felice; la grande tenerezza che Bella gli dimostrava gli riscaldava il cuore e gli procurava tanta serenità. Né l'affetto della fanciulla mutò quando il mercante cadde in disgrazia. L'uomo aveva impiegato quasi tutti i suoi beni per acquistare una grande quantità di merci provenienti dal lontano oriente. Aspettava con ansia l'arrivo delle navi che dovevano consegnare la mercanzia comprata. Ma i giorni si susseguivano e l'attesa sembrava vana. Il mercante taceva la sua pena per non rattristare la figliuola. Quando fu certo che la sventura si era abbattuta sulla sua famiglia, pianse disperatamente:
«Figlia mia, siamo diventati poveri: tutte le nostre ricchezze sono andate perdute. Dobbiamo lasciare la città»
Bella, preoccupata per il dolore del padre, rispose senza esitazione:
«Non ti dar pena, babbo, andremo a vivere in campagna, lavoreremo e vivremo bene anche altrove»
Dopo alcuni giorni danno l'addio alla città e si recano in un piccolo villaggio. La casetta che li aspettava è piccola, bianca, circondata da tanto verde. Al pian terreno c'era una spaziosa cucina riscaldata da un camino, un tavolo, una madia, qualche seggiola. In un angolo una scaletta di legno un po' malandata portava alle camere da letto, anch'esse in cattivo stato: finestrelle piccole, soffitto basso. I guanciali dei letti odorano di foglie di granoturco, le pareti sono spoglie.
Il padre si sentì umiliato; Bella capì il suo disagio e, aprendo un'imposta, esclamò:
«Che pace, babbo, e quanto verde!»
Iniziò per Bella una nuova vita.All'alba andava nei campi, dissodava la terra, seminava, raccoglieva.A sera era esausta, ma continuava ad avere per il padre un sorriso,una parola gentile, un gesto d'affetto. Dopo qualche mese la ragazza aveva dimenticato la vita lussuosa della città. Era felice di vivere in campagna; il suo canto si diffondeva per la casa, per i campi e si univa al cinguettio degli uccelli.
Ma il vecchio mercante non si rassegnava, voleva per la figlia una vita diversa. Di tanto in tanto si allontanava e si recava in città. Sperava sempre che qualche nave si salvava e giungeva a destinazione con tutto il suo carico.
Una mattina, prima di partire per uno dei soliti viaggi, si risolse a Bella e, desiderando farle cosa gradita, le domandò:
«Avrei tanto piacere di portarti qualcosa in dono, cos'è che desideri?»
«Sei tanto buono babbo! Ma io ho tutto qui, non ho bisogno di nulla»
Il padre insistete e allora Bella, per dargli la gioia di recarle un dono, gli chiese una rosa. L'uomo sellò il cavallo, vi salii in groppa e parte. Ancora una volta arrivò in città e si diresse al porto. Come le altre volte ottenne le stesse notizie: le navi erano arrivate, il carico era andato perduto.Sfiduciato, si rassegnò a ritornare più povero di quando era partito.
Giunto al bosco, non molto lontano da casa, un forte vento scuoté con furore le cime degli alberi e lo sbalzò dalla sella. Il pover'uomo si smarrì e non riuscì più a ritrovare la via del ritorno. In preda al terrore si guardava intorno e da lontano vide una luce. Pensò ad una sua immaginazione, guardò perciò più attentamente: era proprio una luce.
Si avviò in quella direzione,il chiarore aumentava e apparve un castello. Nessuno gli impedì di entrare; l'uomo salì uno scalone ed entrò attraverso una porta intarsiata. Chiamò, ma nessuno risponde.
Arrivò fino ad una terrazza digradante verso un giardino. Era bellissimo: piante fiorite, alberelli di ogni tipo circondano prati verdi e lussureggianti. Al centro un lungo viale, fiancheggiato da cespugli di rose, il mercante lo percorse e, rammentando il desiderio di Bella, ne coglie un ramo. Un rumore assordante lo costrinse a voltarsi indietro e in quello stesso istante un essere mostruoso gli si parava davanti gridando:
«Così mi ringrazi dell'ospitalità che ti ho dato?»

Il vecchio cade in ginocchio: «Perdonami, ti prego. Ho colto il ramo di rose per esaudire il desiderio della mia figlia diletta»
Il mostro sembrava ammansirsi, ma con la stessa voce tonante aggiunse:

«Ti perdono, ma avrai salva la vita solo se tua figlia verrà a vivere con me, altrimenti dovrai tornare fra tre mesi e qui morrai»
Il poveretto certamente non voleva sacrificare la figlia, ma accettò perché in tal modo potrà restare ancora tre mesi con lei. Bestia, questo era il nome del mostro, lasciò che il mercante riprese la strada del ritorno, non appena la tempesta si placò.
Il vecchio arrivò a casa stanco e smarrito e Bella rimase impietrita nel vederlo. Allora egli le porge il ramo di rose e tra le lacrime le racconta la promessa fatta al mostro. Bella era addolorata, si avvicinò al padre con tenerezza e con voce dolce gli disse:
«Quando tu partirai fra tre mesi, io verrò con te.Non ti permetterò di morire, non andrai solo dal mostro»
Rapidamente il tempo passò... Giunse il giorno della partenza.
Il mercante e sua figlia si diressero verso il castello. Silenziosi attraversarono il grande bosco, in preda ai più lugubri pensieri. Dal fondo apparve la luce che, avvicinandosi inesorabilmente, diventava sempre più chiara. Il palazzo era ormai a pochi passi e la fanciulla lo guardava con angoscia.
Il mercante e la figlia tenendosi per mano entrarono nel castello. Al centro di una grande sala c'era una tavola imbandita per due. Il pover'uomo singhiozzò, ma Bella lo rassicurava: troverà il modo di convincere il mostro a lasciarli andare.
Ad un tratto si udì un forte rumore. Il vecchio avette un brivido, Bella si guardò intorno atterrita. Bestia apparve e con una voce orribile si rivolse alla fanciulla:
«Sei venuta spontaneamente oppure sei stata costretta da tuo padre?»
Bella, sempre più terrorizzata,rispose:
«lo ho voluto venire qui» e poi, cercando di mascherare il più possibile la sua paura, spiega che è sua la colpa di quanto era successo e che il castigo perciò spettava a lei. Infine lo pregò e lo supplicò di non separarli.
Ma il mostro non si lasciò impietosire e, rivolgendosi al mercante con tono deciso mentre si allontanava dalla sala, ordina:
«Partirai domani mattina di buon'ora. La fanciulla resterà qui con me»
Il vecchio era sconvolto, pianse disperatamente. Bella cercò di tranquillizzarlo:era sicura, il mostro avrà pietà di lei. Non sembrava poi tanto cattivo. Il momento del distacco era straziante, ma il padre era costretto a lasciare il castello.
Rimasta sola, Bella cercò di farsi coraggio. Vagò per le sale e guardava incantata gli oggetti rari che vi si trovano. Arrivò in giardino, ammirò gli alberi maestosi, i fiori colorati e, in particolare, le rose dal profumo intenso. Riprese a girare per il castello, avendo quasi dimenticatola triste sorte che l'attende quando, davanti ad una porta, apparve una scritta "Appartamento di Bella".
La fanciulla, incuriosita, aprì la porta.

***
Aprì la porta.

......

E sì ragazzi, vi lascio con la porta che si sta aprendo. Non so se a qualcuno interessa il commento che scriverò, ma io lo scrivo lo stesso. Allora

1. sinceramente non pensavo che fosse una fiaba questa che ho appena pubblicato;

2. è la fiaba che conosco meno di tutte;

3. voi la conoscevate?



Le fiabe di cui non sapevi la veritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora