Quando eravamo usciti, quel pomeriggio, non avevo grandi aspettative: dopotutto dovevamo andare a fare semplicemente la spesa per casa. Veloce, coinciso e facile. O almeno questo era quello che credevo, finché non mi ero ritrovata nel giro di dieci minuti, a braccia conserte e un disappunto stampato in faccia, a osservare Harry spingere Niall nel carrello e lasciarlo andare tra le corsie, rischiando di colpire qualcuno. Due bambini della stessa età mentale.
Da quando era arrivato Harry, Niall aveva trovato un nuovo migliore amico, s'era così affezionato che non potevo osare immaginare come si sarebbe sentito quando il lavoro di lui sarebbe giunto a termine. Ma mentre loro due facevano pappa e ciccia, io mi ritrovavo sola come un cane a doverli sopportare. Avevo Louis, sì, ma erano già due giorni che non si faceva sentire. L'appuntamento con quel ragazzo di cui mi aveva tanto parlato doveva essere andato a gonfie vele ed erano ancora insieme.
Mi ripresi dai miei pensieri e mi misi a guardare le varie scatole di cereali disposte sullo scaffale. Spostai lo sguardo sui vari tipi di cereali, scegliendo i classici cornflakes che non annoiavano mai. Camminai per le corsie, riempiendomi le braccia di cose necessarie, anche perché Harry e Niall erano scomparsi con il carrello. Non volevo neanche pormi il problema e il quesito di dove fossero andati a finire; me la potevo cavare benissimo da sola, anche se ormai i vari prodotti mi coprivano la vista ed erano diventati una torre di Pisa che si teneva in piedi miracolosamente. Ah, la torre di Pisa, quanto mi sarebbe piaciuto andare in Italia in vacanza.
Il mio desiderio di partire per quello stato, mi ricordò di aver dimenticato di prendere il lievito per fare l'impasto della pizza. Corsi, per modo di dire, nel reparto frigo, mi fermai davanti ai vari tipi di lieviti. Abbassai lo sguardo sul peso che stavo portando e capii che mi era impossibile prendere i cubetti di lievito senza far crollate tutto. Maledizione."Eccoti!"
Mi presi un colpo nel momento in cui Niall balzò toccandomi a sorpresa la schiena. Mi caddero dei pacchi di pasta e vidi qualcuno raccoglierli. Harry d'altro canto mi raggiunse con il carrello alla mia sinistra e scaricai subito le cose nel carrello.
"Tenga" parlò il tizio che aveva sollevato i pacchi. Sorrisi gentilmente e lo ringraziai.
"Harry, puoi andare a prendere della frutta, per favore?" gli chiesi.
Lui annuì e, con Niall al suo fianco, scomparirono dalla mia vista. Mi concentrai di nuovo sui vari lieviti, cercando di capire quale fosse il migliore da comprare."Arabella?" la voce del ragazzo di prima mi parlò di nuovo. Mi girai e assottigliai leggermente lo sguardo, non capendo chi fosse e come facesse a sapere il mio nome.
Continuò. "Oh sì, sei proprio tu! Ti ricordi me? Jason, il bagnino."
Cercai di collegare le informazioni e si accese la lampadina nella mia mente. Il bagnino che c'era nella piscina in cui eravamo andati una settimana prima. E il bagnino che mi aveva lasciato il suo numero. E che avrei dovuto chiamare. Merda. Gli sorrisi tra l'imbarazzata e il "devo svignarmela".
"La tua espressione mi dice che non sono poi così memorabile" rise di gusto, ciò mi mise più a mio agio. Adoravo le persone che facevano dell'autoironia. Avrei voluto rispondergli che la sua schiena, la carnagione di un marrone brillante e il corpo statuario in sé eccome se erano memorabili, ma non mi sembrava il caso. Gli sorrisi, non sapendo che dire o che fare.
"Scusami, mi hai presa alla sprovvista" mi giustificai. Lo vidi cercare le parole, come se stesse scegliendo quelle che sarebbero suonate meno impertinenti. E le vidi venire, quelle parole, le avevo previste e le aspettavo sfortunamente.
"Hai perso il mio numero? Perché posso ridartelo, se vuoi, ovviamente."
"Sì, certo, l'ho perso e non sapevo più come contattarti" ridacchiai. In realtà dovevo averlo lasciato prendere polvere da qualche parte, sempre che non fosse rimasto nella tasca dei pantaloncini e di conseguenza in lavatrice...
"Facciamo così, mi segno io il tuo" disse e poi tirò fuori il suo cellulare dalla tasca dei bermuda. Ci smanettò sopra per una decina di minuti e poi me lo porse, aprendo la facciata del tastierino. Scrissi il mio numero, anche se c'era la tentazione di dargliene uno falso, ma non lo feci, alla fine cosa avevo da perdere? Quando riprese il cellulare sorrise, per poi mettere il telefono al suo posto.
Aveva un bel sorriso luccicante e amichevole."Allora... Io dovrei andare a finire di fare la spesa."
"Oh, sì, certo. Anch'io."
"È stato un piacere rincontrarti. Ci sentiamo."Si girò e prese a camminare con la stessa destinazione di Harry e Niall poco prima. Inevitabilmente, un piccolo sorriso si aprì sulle mie labbra. Non era andata male dopotutto. Insomma, di solito ricevevo scenate, ragion per cui poi mi scappava qualche insulto. Mentre ero rimasta incantata a riflettere su quanto fossero cretini i ragazzi con cui interagivo, vidi Jason fermarsi e girarsi con il cellulare sull'orecchio. Dopo una frazione di secondo, la suoneria del mio cellulare – Wannabe delle Spice Girls, naturalmente – mi accolse e notai un numero non salvato. Accettai la telefonata, sapendo già chi c'era dall'altro capo della linea.
"Niente, volevo solo augurarti una bella giornata" o meglio: ho capito che tipetto sei e volevo assicurarmi che tu non mi avessi dato un numero falso, con tanto amore.
Riattaccò subito la telefonata e fece un inchino, sorrisi di rimando e lo vidi scomparire, poco prima che Niall e Harry mi raggiungessero. Quest'ultimo schioccò le dita davanti i miei occhi.
"Hey" disse con una voce calda.
"Hey" risposi altrettanto, per poi proseguire la spesa come se non fosse successo niente.Dopo una mezz'ora all'incirca, ci ritrovammo in cassa: ci era voluto un po' tra i due bambini che continuavano i loro giochetti e io che gli correvo dietro; ma ce l'avevamo fatta. Harry stava pagando il conto della spesa mentre io e Niall stavamo riempiendo i vari borsoni. Uscimmo dal supermercato e camminammo per qualche passo, finché non mi accorsi che Harry non era più al mio fianco. Io e mio fratello ci fermammo, ci voltammo e notammo che il nostro babysitter stava impalato davanti una vetrina o, più precisamente, davanti un cartellone pubblicitario. Ci avvicinammo e vidi, passo dopo passo, quanto Harry fosse concentrato nella lettura del cartellone. Mi misi affianco a lui e lessi anche io. Il cartellone pubblicizzava una mostra d'arte in un importante museo in città: conoscevo quel posto e avevano una stimata collezione di quadri e varie opere d'arte. Notai quanto Harry fosse preso dai suoi pensieri, forse scaturiti dalla scoperta. Mi segnai mentalmente il sito ufficiale del museo indicato sotto e che invitava ad accedervi per eventuali informazioni.
Tornammo a casa e, dopo aver aiutato a mettere al loro posto i vari prodotti, mi rifugiai nella mia stanza, sapendo che gli altri due erano, come al solito, sul divano a guardare la televisione. Caricai la pagina del sito visto sul cartone pubblicitario e decisi di comprare dei biglietti per la mostra, progettando di portarci Harry nei prossimi giorni.
Non ho revisionato il capitolo, I know. Ma ero impaziente di farvi leggere questo capitolo per cui vi ho fatto aspettare fin troppo. Spero vi sia piaciuto e sappiate che dal prossimo le cose si faranno più... interessanti.

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Babysitter ➵ h.s.
Fanfiction«Vedi, Harry, io non sono proprietà di nessuno, men che meno tua. Ho una vita e non la butterò nel cesso solo per soddisfarti. Cosa che del resto puoi fare benissimo da solo, con una mano, nel bagno più vicino.» © cercandounnickname, 2015/2017