Capitolo 18.

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Chiunque abbia detto che l'alcool fa male... ne sapeva qualcosa

L'odio è una bella cosa. Non fraintendetemi: non mi sono messa a predicare la guerra e la discordia nel mondo per andare contro Albus. Sto solo facendo una pura constatazione: l'odio è una bella cosa.

Di sicuro più bella dell'amore, comunque.

Perché l'odio ti dà delle certezze. L'odio ti dà delle fondamenta solide e sicure su cui costruire tutto quello che sei e in cui credi. L'odio, se non ti distrugge dentro, assunto in piccole dosi giornaliere ti rende più forte. Perché l'odio non è qualcosa che può essere messo in discussione, per il semplice motivo che la maggior parte delle volte c'è ben poco da mettere in discussione, a parte un paio di pregiudizi e qualche litigio.

Non ti fermi mai a chiederti perché odi qualcuno: lo odi e basta. E il tuo odio diventa il più forte degli scudi, perché una persona che detesti non può ferirti, nemmeno se lo vuole.

Mentre l'amore... l'amore cambia tutto. L'amore ti fa svegliare una mattina scoprendo di aver perso di colpo tutte le tue certezze. Ti fa mettere in discussione tutto quello che sei e che sei stato. Ti fa mettere in discussione persino quelle fondamenta d'odio che credevi niente avrebbe mai potuto corrodere.

***

E prima che avessi il tempo di ricominciare con le mie seghe mentali sulla felicità, mi era letteralmente crollato addosso. E le sue labbra erano sulle mie, e mi stavano baciando come se non avessero fatto altro per tutta la vita.

Se fino a cinque secondi prima mi avessero chiesto come avrei reagito, avrei risposto – dandomi dell'idiota, certo, ma senza esitazioni – che sarei rimasta immobile per un secolo o due prima di realizzare che stavo davvero baciando Scorpius Malfoy. O meglio, che lui stava baciando me, perché sarei stata attiva come una margherita in vaso.

Invece, nel preciso istante in cui le nostre labbra si sfiorarono, dischiusi la bocca e trovai la sua già pronta ad accogliere la mia lingua, come se mi avesse aperto la porta di casa. E mi sembrava veramente di essere a casa, perché non mi sentii spaesata nemmeno per un secondo: mi sentii sicura, salva, come un naufrago che ha trovato uno scoglio a cui aggrapparsi durante una tempesta; mi sentii – per una volta – giusta, giusta e nel posto giusto, come solo a casa avrei potuto esserlo. Nella nostra vecchia casa di Godric's Hollow, dove vivevamo con Hugo e papà. E forse in un'altra situazione quel pensiero mi avrebbe fatto salire le lacrime agli occhi, e una sgradevole spina di nostalgia dallo stomaco al cuore, ma in quel momento sentivo solamente un gran calore avvolgermi dall'esterno e penetrarmi dentro, fin nelle viscere, come quando ero piccola e la notte papà si alzava borbottando improperi a bassa voce, e veniva a rimboccarmi il piumone che avevo fatto cadere dal letto nel sonno.

Mi allontanai da Scorpius per un istante, ma senza perdere totalmente il contatto con le sue labbra, per incamerare l'ossigeno che mai prima di allora mi era parso meno importante. Anzi, considerato che mi aveva separata da Scorpius, lo presi pure in antipatia.

Ma l'attimo seguente la sua lingua stava di nuovo seguendo il contorno delle mie labbra, con la gentilezza vagamente cavalleresca di chi si presenta e ti stringe la mano, prima di dirti che hai un bel vestito, e t'invita a ballare, prima di posarti le mani sui fianchi. Se sorridere non mi avesse impedito di intrecciare la lingua alla sua, probabilmente al momento avrei avuto un enorme sorriso ebete stampato in faccia.

"Forse, in fondo, è meglio così..."

Feci un passo all'indietro, per salire sul gradino del portone che, con l'ausilio dei tacchi, mi fece arrivare alla quasi dignitosa altezza del suo mento. Scorpius si sbilanciò e dovetti stringere più forte le braccia attorno alla sua schiena per evitare che si rovinasse quell'adorabile faccino sull'asfalto del marciapiede.

Perchè sul campanello di casa mia c'è scritto Weasley-Malfoy?!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora