Capitolo 27

637 61 124
                                    

Tre super-cattivi nel giro di poche ore


Inutile dire che l'entrata in scena del pirata più famoso di tutti i tempi ci aveva lasciati a bocca aperta. L'uomo continuava a scambiare sguardi sprezzanti con Beau, mentre Lady Lovibond lo fissava in modo quasi oltraggiato: probabilmente in passato il pirata le aveva sfregiato lo scafo o aveva tentato di affondarla.

- Me lo immaginavo più grasso. – borbottò Edo.

- Già, anch'io. – confermai.

- Io invece lo vedo uguale al Barbanera di Black Flag. – esclamò Elia. – Se solo avessi il telefono...

- Cosa? Ti ci faresti un selfie? – ironizzai.

Il pirata ci fissò. – Telefono? Selfie? Ma in che diavolo di lingua parlano i tuoi amici, Meriwether? Son tutti novellini?

Capitano in tutta risposta sfoderò la sciabola. – Estrai la tua arma e combatti, verme. – sibilò.

Barbanera rise, poi tirò fuori una pistola accuratamente decorata e sparò, veloce e preciso, nel punto esatto in cui Beau aveva la sua ferita mortale. Lui sussultò e fece un passo indietro, portandosi una mano allo stomaco.

- Non è divertente. – disse, digrignando i denti.

L'altro sorrise. – Tu dici? A me pare proprio di sì.

Detto questo, sfoderò anche lui la sua spada. Anch'essa, come quella di Capitano, era ricurva e affilatissima. La lama pareva di diamante tanto brillava, e l'elsa era di un bronzo molto regale.

- Sei davvero così impaziente di riassaggiare la mia fedele sciabola?

- Sono impaziente di farti provare la mia, piuttosto. – rispose lui, cercando di equilibrarsi tra la gamba rotta e il peso della spada. – Ti prego di salire a bordo, sei il benvenuto.

Lui sogghignò e fece qualche passo sulle rocce, saltando da uno scoglio all'altro fino a ritrovarsi appeso alla scaletta. Una volta a bordo, fece un inchino profondo. – Accetto l'invito, capitano.

- Bene. Ragazzi, state indietro. – ci disse Beau. – È una cosa abbastanza personale.

Noi ubbidimmo. Presi Edo e Nayela per mano e li trascinai con me a poppa, seguita da Elia e lady Lovibond, che teneva una mano sulla coscia, pronta ad attaccare in caso di emergenza.

- Oh, ma mio caro giovanotto. – sospirò Barbanera. – Io non combatto con un ragazzo... impossibilitato, ecco. Sfido il tuo compagno, sembra anche più robusto di te. – concluse, indicando Elia.

Lui deglutì, visibilmente spaventato.

Capitano si mise in mezzo. – Non sono affatto impossibilitato. Morii perché mi colpisti alle spalle, non avevi possibilità contro di me, farabutto. Se hai coraggio, incrocia la tua lama con la mia.

Farabutto. Aveva sul serio detto farabutto. Aaah, questi giovani d'altri tempi.

Barbanera gli guardò la gamba con aria apprensiva, prendendolo in giro. – Sicuro? Sai com'è, nelle tue condizioni...

Beh, a dispetto delle sue condizioni, in quel momento Capitano partì all'attacco. Con una mano teneva il bastone, reggendosi, con l'altra caricava il colpo, nonostante zoppicasse. Affondò, ma Barbanera parò con la sua spada. Il clangore delle lame che si scontravano risuonò contro le pareti della grotta. Beau tentò di attaccare di lato, dall'alto, dal basso, ma il pirata continuava a parare. Poi partì alla carica, e le cose si misero male. Barbanera iniziò ad affondare un colpo dopo l'altro, facendo indietreggiare Capitano.

La Scrittrice FantasmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora