54th: happy birthday (part two)

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A svegliarmi non fu il calore irradiato dal corpo di Harry né la luce soffusa che entrava dalla finestra.
Fu ben altro: il leggero bussare alla porta.

Grugnii stropicciandomi gli occhi. Harry accanto a me sembrava star facendo lo stesso.
La sua espressione era visibilmente seccata, così come la mia. Avevo sempre odiato i risvegli bruschi, gli unici capaci di spezzare un sogno a metà.

Harry sbuffò e l'aria leggera che uscì dalla sua bocca spostò il disordinato ciuffo che la mattina gli ricadeva sugli occhi.
Feci per sollevarmi su un braccio e godermi la simpatica scena di un Harry irritato alle prime ore del mattino quando mi ricordai: chi stava bussando alla porta? A casa c'eravamo solo io e Harry.

La persona ignota dall'altro lato della porta cercò di rimarcare la sua presenza e bussò ulteriormente.

Scossi animatamente il braccio tatuato di Harry che intanto era tornato a buttarsi a capofitto sui cuscini, con la testa nascosta nel buco creato dai nostri guanciali.

«Harry, posso entrare?» Non fui io a parlare, bensì una donna di cui riconobbi subito la voce materna: Gloria.

Al suono di quelle parole, Harry drizzò le orecchie come un gatto. Sapevamo entrambi perché: eravamo nudi come vermi.

La notte prima, dopo aver fatto l'amore, avevo avuto giusto la forza di andare a fare la pipì e lavarmi i denti, Harry si preoccupò solo di gettare il preservativo usato per poi addormentarsi prima che uscissi dal bagno. Niente di tutto ciò comprendeva i nostri vestiti, che ormai giacevano da ore sul pavimento.

«Merda.» Borbottò.

Scattammo in piedi nello stesso momento alla ricerca di almeno un paio di mutande.

Tirai fuori un paio di boxer puliti dal cassetto adiacente alla parte di letto in cui dormivo io, ne pescai un paio a righe grigie e nere - orribili - e glieli lanciai.

Lui prontamente li fece salire per le gambe, io intanto ero sul pavimento piegata a gattoni alla ricerca dei miei slip.

«Muoviti a trovare le mutande prima che mi torni una fottuta erezione a vederti così!» Inveì contro di me.

Le mie guance si colorarono di rosa, non ero abituata a quel tipo di linguaggio che usava con me e ogni volta era una sorpresa, ma non fermai la mia ricerca imperterrita.

Trovai ciò che cercavo sulla poltrona in un angolo della stanza, incastrato fra il cuscino dello schienale e quello della seduta.

Infilai le mutandine velocemente e indossai una maglietta di Harry trovata lì vicino senza preoccuparmi del reggiseno, mentre lui faceva lo stesso con un paio di joggers presi probabilmente dall'armadio.

Ci infilammo nuovamente nel letto, cercando di fare meno rumore possibile; a quel punto chiusi gli occhi fingendo di dormire mentre Harry mormorava con voce fintamente assonnata: «Gloria? Entra pure.» forse dopo un periodo di tempo troppo lungo dalla domanda.

Sbirciai ad occhi socchiusi curiosa di capire perché fosse qui. La sua espressione alla mia vista fu leggendaria: evidentemente non si aspettava di vedermi lì, soprattutto nel letto con Harry. Ad evitare l'imbarazzo, però, c'erano i vestiti.

«Interrompo qualcosa? Non credevo che lei fosse qui...» Pigolò con voce dispiaciuta Gloria.

«Tranquilla, stavamo solo dormendo.» La tranquillizzò prontamente lui.

Tenni le palpebre serrate e cercai di regolarizzare il respiro come se stessi veramente dormendo, in qualche modo sentivo gli occhi di Gloria addosso e non volevo che saltasse tutta la copertura.

month » h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora