Capitolo 35

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Mia si alzò, o meglio cadde dal letto nel tentativo di spegnere la sveglia.

Erano le sette di mattina e la scuola l'attendeva.

Avrebbe dovuto ricominciare a vivere la solita vita di sempre e sia scuola che studio facevano parte di questa.

-Diamoci una mossa- sospirò.

Si preparò velocemente, l'unica cosa a cui fece attenzione furono le lenti a contatto castane. Le riuscì a mettere con l'aiuto della madre, dopo tanti "ahi" e piccoli urli.

-Ti danno fastidio?- chiese Jessica sbuffando.

-No, tranquilla-

La mattina era cominciata in modo abbastanza movimentato, ma nonostante questo Mia sperava che la giornata non sarebbe continuata così.

Evitò lo sguardo di quasi tutti i ragazzi, quando salì sull'autobus diretto a scuola. Sapeva di avere sugli occhi le lenti a contatto colorate, ma l'istinto di abbassare la testa era più forte di lei.

Non raggiunse i suoi amici. Preferì mantenere le distanze sedendosi sui primi posti, piuttosto che sugli ultimi.

Non sentì la presenza del branco, nemmeno quando raggiunse le porte dello stabile. Pensò che fosse meglio così, non sarebbe riuscita a guardarli in faccia.

Un po' si sentiva in colpa, ma cercava di reprimere quel sentimento. In fin dei conti Luke la aveva aiutata molto e lei non aveva dato niente in cambio. Probabilmente aveva fatto bene ad andarsene, in questo modo non avrebbe tolto il posto di capo al ragazzo.

Raggiunse il suo armadietto e posò i libri che non le sarebbero serviti, sarebbe tornata a prenderli più tardi.

Una foto, le saltò all'occhio. La prese e la staccò dall'anta, poi la posizionò in mezzo a due libri e chiuse l'armadietto.

Si trattava di lei, Jasmine e Albert. Quella volta che erano andati al concerto di una band famosa. Era stata la mamma di Albert ad accompagnarli. Una donna sui quaranta, sportiva, e con dei capelli parecchio disordinati. Al contrario degli altri genitori non appena il ragazzo le aveva chiesto se voleva andare con loro ha acconsentito con la scusa che le piacciono i concerti. In realtà, la donna, cercava solo un modo di staccarsi dal lavoro.

Mia chiuse l'armadietto e posizionò i due libri che aveva preso all'interno della cartella.

-Non credi che dovremmo parlare?- Jack le si avvicinò, era stata troppo presa a pensare alla foto che non lo aveva sentito arrivare.

-Beh, starò qui ancora per poco,  sii svelto- il suono della campanella era vicino e lei sperava che suonasse prima della sua ora.

-Volevo parlare a proposito della luna piena...- lo sguardo del ragazzo si posizionò verso il basso.

Si stava vergognando di qualcosa, ma Mia non riusciva a capire cosa stesse dicendo.

-Jack, non ti seguo- era preoccupata del fatto che avesse visto qualcosa o che avesse visto lei trasformarsi.

-Il branco... Io non volevo di certo fare quelle cose!- il suo tono si era alzato ed era diventato improvvisamente nervoso.

Mia si guardò intorno -Vuoi dire che tu eri nel branco di Andreas quella sera?-

-Tu... Non te ne eri accorta?- deglutì.

-Decisamente no- rispose lei squadrandolo dall'alto al basso.

-Decisamente una pessima idea venirtene a parlare, allora-

La ragazza con conosceva benissimo Jack. Era stato l'ultimo ad entrare nel gruppo e certe cose di lui ancora faticava a comprenderle.

-Perché una pessima idea?-

Lui sospirò -Ero nel branco di Andreas quella sera. Ero seguito da un lupo più anziano, che mi diceva quello che dovevo fare e quando ho visto i cacciatori arrivare, beh... Mi sono sembrate delle facili prede e ho ucciso un uomo-

Mia sapeva che il ragazzo non era in sé quella sera, eppure non riusciva a non provare un senso di paura nei suoi confronti.

-Tu sei un licantropo?-

Lui annuì -È successo la stessa sera in cui anche tu sei stata trasformata...-

Mia lo bloccò.

-A questo punto diciamo le cose come stanno. Io non sono stata trasformata, in un certo senso il potere dentro di me è stato risvegliato-

-Fatico a capirci qualcosa- aggiunse lui -Io...- fu interrotto un'altra volta, questa volta dalla campanella.

-Ne parleremo più tardi-

La ragazza si girò e si allontanò il più velocemente possibile. Non avrebbe potuto fare da psicologa ad un nuovo lupo che non sapeva nemmeno come ci si muoveva a quattro zampe. Da quello che aveva capito ora lui faceva parte di un branco, qualsiasi suo dubbio lo avrebbe potuto chiarire con i suoi compagni.

Forse era troppo dura. Il fatto è che era gelosa, lo riconosceva.

Lui aveva un branco e non aveva sulle spalle vari strani bigliettini, una strana storia ed un padre che era il più famoso licantropo di tutti i tempi.

Lui avrebbe potuto vivere la sua vita tranquillo, ovviamente entro certi limiti, ma non avrebbe mai avuto il peso di capire le scelte dei suoi antenati e come fare anche lui quelle giuste.

Decise di concentrarsi sulla scuola, quella mattina escludendo qualsiasi problema "lupesco" le veniva posto.

Tutto procedette come qualsiasi altra mattinata scolastica, almeno finché non suonò la campanella. In quel momento un senso di panico quasi la paralizzò.

Jack la aveva guardata per tutte le cinque ore. Frequentavano gli stessi corsi, una strana coincidenza.

Jack le si avvicinò, mentre lei si sistemava i libri all'interno della cartella.

-Quando possiamo parlare?- le chiese con gentilezza.

Mia abbassò la testa e cercò di controllare il suo corpo. Si era dimenticata che anche lui ora poteva sentire le sue emozioni.

-Ci troviamo fuori dalla scuola... Intanto vai a sistemare i tuoi libri-

Mia aveva fatto suonare l'ultima frase quasi come un ordine, ma lo aveva fatto distrattamente.

Jack rispose con un semplice accenno del capo ed insieme uscirono dalla classe.

Mia corse al suo armadietto. Non avrebbe potuto addossarsi anche i problemi del suo amico.

Mise la combinazione, posò i libri e chiuse lo zaino. Fece attenzione a non urtare nessuno mentre percorreva il corridoio bianco.

Jack, però, la stava già aspettando.

Non c'era più niente da fare, gli si avvicinò.

-So che non vorresti che non te ne parlassi, ma ti giuro Mia ho bisogno di un aiuto e tu sei l'unica con cui possa confidarmi-

-Va bene, raccontami finché aspettiamo l'autobus-


La nuova lupa [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora