Partire è doloroso

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La pioggia cade incessantemente , copre le lacrime che solcano il mio viso , non riesco a trattenerle , la distanza da casa è molta ; siamo a Praga da circa tre giorni e scommetto che vi state chiedendo il perché di questo pianto , bhe ve lo racconto .
Una settimana prima
Casa nostra è immersa nel caos più totale , ovunque mi giro vedo scatoloni grandi , piccoli uno sopra l'altro , solo adesso mi rendo conto che tra sette giorni ce ne andiamo in un'altra città, un altro paese , vuole dire lasciare una parte di me qui , pensandoci bene questo posto mi mancherà in fondo ci vivo da sedici anni . La sveglia suona , prepotente come il sole che entra dalla finestra , metto i piedi fuori dal letto e con estrema lentezza mi alzo , questo è l'ultimo giorno che passo con i miei compagni , non frequentero più la scuola , i miei genitori hanno parlato con il preside prima di prendere quetsa decisione , sinceramente però non rivederli mi dispiace molto ; vado in bagno per levarmi dalla test questi pensieri , non voglio preoccuparmi , appena ho finito torno nella mia camera per vestirmi con quello che trovo nell armadio e alla fine dopo circa venti minuti scendo le scale per arrivare in cucina dove trovo la mia famiglia a fare colazione , velocemente gli dico << torno stasera , rimango a cena da Nina e quindi non aspettatemi , ciao >> loro sorridono ed io esco in fretta per raggiungere la casa della mia migliore amica .
Siamo appena arrivate a scuola , sento i nervi a fior di pelle , il cuore batte veloce e il respiro si fa più pesante fino a che non sento la mano di Nina prendere la mia , mi volto verso di lei e la vedo sorridere << tranquilla , va tutto bene , vedrai che non ti diranno nulla . Sai sei la persona più forte che conosco e credo lo sappiano pure i nostri compagni , ti faranno gli auguri e...>> non ha il tempo di finire che l'abbraccio , lei c'è sempre , sa come farmi stare meglio , cosi tranquillamente entriamo ; in classe vi è il silenzio assoluto , nessuno osa parlare e preferisce ascoltare l'insegnante di Letteratura italiana parlare di un autore ormai dimenticato , sotto terra, piuttosto che fare altro fino a quando non sento una voce dire << signorina Bianchi , i suoi genitori hanno firmato la liberatoria per cui da questo momento in poi lei non è più ammessa in questo istituto >> vidi tutti gli occhi puntati su di me , cosi con calma mi alza , lo zaino in spalla e rivolgendomi al preside dico << potrei , prima di andarmene , dire qualcosa alla mia classe >> , mi dà il permesso e con le lacrime che tentano in ogni modo di scendere inizio il mio discorso , improvvisato, << wow, so che forse non vi interessa minimamente, ma io mi trasferico a Praga , parto tra tre giorni ed oggi sono qui in piedi a dirvi addio e grazie per tutto ciò che avete fatto , nell'ultimo mese , non porto rancore per il passato , anche se mi avete presa in giro e fatta sentire inadeguata , ora sono qui senza corazza , fragile , me stessa bhe mi resta solo di augurarvi il meglio ad ognuno di voi e ... vi voglio bene >> lascio l'aula senza aspettare risposta , lentamente mi dirigo fuori dalla scuola con le lacrime che solcano il viso , vorrei poter dire che è stato meglio in questo modo , il cui scopo è quello di porre fine al vuoto che mi attanaglia lo stomaco ; mi ridesto dai miei pensieri quando sento qualcuno prendermi il polso , mi volto e vedo Giacomo davanti a me , il respiro affannoso per la corsa con gli occhi neri molto vitrei , più luminosi di quanto non lo sono mai stati , preda della confusione gli chiedo << cosa vuoi ? Perché sei qui ? >> non risponde , subito , contiuna a guardarmi quando <<Scusami , per tutto ciò che ho fatto , gli insulti , gli scherzi e i soprannomi poco carini , sei una persona speciale , l ho capito da che mi hai dato quel pugno Sara Bianchi, lasciatelo dire , non esiste ragazza al mondo che mi abbia fatto sentire uno stupido , tu sei l'unica che mi ha battuto , ora lo posso dire ho perso contro una ragazza ...>> lascia il discorso in sospeso , in questo modo pero mi rende difficile tagliare i ponti con il passato , con lui e tutta questa vita , dopo tutto quello che mi hai fatto passare ti presenti qui e mi butti giù , ridai al mio cuore una speranza ; l'unica cosa , la quale mi passa per la mente , gliela dico << grazie , per tutto quello che hai fatto e per quanto non voglia , te lo devo chiedere solo un piccolo regalo di addio , per dire che non sono proprio da buttare >> lui mi guarda , interrompendomi << tutto quello che vuoi e per dire tu non sei da buttare , sei speciale >> ormai preda di una crisi di pianto gli chiedo di esaudire il mio desiderio , all 'ultima persona che mi sarei mai immaginata lo potesse fare , << mi puoi abbracciare , cosi per sapere cosa si prova ...>> senza farselo ripeta mi tira per il polso per poi cincondarmi con le sue braccia , eccoci due nemici che si dicono addio , non si vedranno più e che per l'ultima volta si danno tregua solo per pochi minuti , io e lui siamo questo o meglio lo siamo stati , per tre anni , cio nonostante possa sembrare idiota , mi sento onorata e orgogliosa di essere stata la sua "nemica " posso dire di non essermi annoiata in questo periodo , quando mi lascia andare dopo un tempo che pare eterno , mi asciugo gli occhi con il dorso della mano e gli sorrido ricevendo in cambio un suo bacio sulla guancia , per poi sussurrarmi all' orecchio , come fosse un segreto << buona fortuna , grazie di esistere >> a quelle parole fuggo , perché non posso sopportare di rivedere i suoi occhi , cosi profondi , assomigliano molto all'oblio , sicuro e pericoloso al tempo stesso , arrivo davanti alla macchina dei miei e insieme partiamo per tornare a casa . Nei due giorni successivi , troppo impegnata ad aiutare i miei con gli ultimi scatoloni da impacchetare per ritrovarceli nella nuova casa , non ho visto nessuno dei miei compagni, ne tanto meno il mio lui , eterno nemico ; ed oggi sono qui all'aeroporto , finalmente si parte ma prima di salire su quel "coso" sento un messaggio arrivare , prendo il telefono e lo leggo " mi mancherai" due parole , che mi fecero salire le lacrime , un nome che mai avrei visto comparire sul mio telefono, Giacomo.

Prima odio . Dopo ...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora