La proposta

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Eccomi qua, sono viva! Scusatemi tanto, ma ho avuto del problemi con Wattpad; non riuscivo ad accedere al mio account e capite bene che senza quello non potevo pubblicare nulla. Per farmi perdonare pubblicherò non uno, ma ben due capitoli, perciò amatemi.

Detto questo, buona lettura tesori.


Sofia.

Matt mi riportò a casa, si assicurò che il mio stato d'animo non fosse proprio a pezzi, cercò di consolarmi con estrema gentilezza ed io non seppi dirgli di no.

Non riuscivo a eliminarlo dalla mia vita, ormai era troppo importante.

Passarono alcuni giorni, lui si teneva sempre in contatto con me e cercava di essere in ogni modo presente, i miei genitori erano contrari alla nostra relazione e sua madre dava la colpa a me di tutto questo. Il suo parere non cambiò neanche una volta saputa la storia, era come se trovasse una scusa a tutto ciò che faceva e aveva fatto il suo ex marito.
Le giornate al lavoro passarono normalmente visto che impiegavo più tempo a pensare ai miei problemi che alle copertine delle riviste, ma pensando che la mia disattenzione passasse inosservata spesso me ne stavo sul terrazzo dell'edificio dell'agenzia a osservare il panorama e a pensare. Peccato però che il mio capo notò anche questo dettaglio tanto che un giorno mandò addirittura Ed a farmi convocare immediatamente nel suo ufficio.
Quel giorno ero più pensierosa degli ultimi tempi, anzi ero particolarmente riflessiva.
Entrai nell'ufficio e con nonchalance mi accomodai sulla poltroncina posizionata difronte l'immensa scrivania della donna somigliante caratterialmente ad Hitler versione femminile:
- Allora Sofia, ultimamente ti vedo poco concentrata, te ne stai spesso in disparte e ti assenti spesso dal lavoro. Cosa succede?- chiese con molta calma.

Voleva farmi da psicologa?

-Nulla in particolare. Mi scuso per la mia superficialità sul lavoro in queste settimane. Mi ha chiamato per dirmi questo?- le risposi tranquillamente.

-No, mi servi per un servizio fotografico, devi farmi da modella e non è una richiesta.

Cosaaa? Sapeva che io non facevo quel genere di cose.

-No, assolutamente no-

- O lo fai o sei licenziata- disse con un tono che non ammetteva rifiuti.

- Perché proprio me? Ci sono miliardi di modelle in giro che cercano questo lavoro, non voglio far parte di tutto ciò- mi alzai furiosa dalla poltroncina.

- Ok, è stato bello averti con noi fino ad oggi ma sbrigati a liberare l'ufficio nel più breve tempo possibile. Sai, devo sbrigarmi ad assumere qualcun'altro per il design delle copertine. La lista è lunga- concluse guardandomi negli occhi con un sorrisino sulla faccia.

Era crudele, insensibile e approfittava del suo ruolo.

Ma non glie l'avrei data vinta. Oh no.

- Data, luogo e ora del servizio. Fammeli avere da Ed- detto ciò uscii dal suo ufficio perplessa.

Perché aveva voluto a tutti i costi me? Con le tantissime modelle dell'agenzia a disposizione voleva me, ciò era alquanto stano. Quella donna stava tramando qualcosa.


Uscii dal lavoro e mi diressi a casa mia. Al portone salutai la signora Nunzia,una graziosa vecchietta di 76 anni, la quale aveva uno strano sorrisetto nell'accogliermi. Arrivai davanti al portone, inserii la chiave ma stranamente essa girò una sola volta. Entrai lentamente nella casa buia e cercai cautamente l'interruttore della luce.

In quella casa c'era qualcuno.

Prima di accendere la luce presi la mazza da baseball che tenevo per sicurezza nel portaombrelli, misi le spalle al muro e con una mano tenetti la mazza mentre con l'altra premetti l'interruttore.

Il mio cuore trasali quando Matt urlò "sorpresa".

Per un momento avevo avuto paura.

- Sei un deficiente!- dissi con il battito del cuore accelerato mentre buttai la borsa sul divano.

- Anche a me fa piacere vederti!- rispose ironico lui.

- Avevo già pensato al peggio! Ma come hai fatto ad entrare?- chiesi levandomi la giacca.

- La signora Nunzia è proprio adorabile. Dopo avermi visto quel giorno mentre sfondavo la tua porta, ha avuto un colpo di fulmine. E' stata così gentile da indicarmi dove tenevi la chiave di scorta e pensa che è bastato un solo bacio sulla guancia. Devo dire però che ha il suo fascino, mi ha persino invitato a mangiare un bel pezzo di lasagna- disse buffamente stringendomi a se.

- Ah si?- quel ragazzo mi metteva sempre di buon umore.

- Si, ma le ho detto che sono fedele e lei ancora più innamorata mi ha dato una doppia porzione. Quindi, voilà, ecco a te la cena!- esclamò indicando il tavolo.

- Che latin lover, ma questo vuol dire che cambierò posizione alla chiave di riserva- lo baciai intensamente e lui non sembrò proprio rifiutarmi.


Mangiammo mentre mi raccontò un po' la sua giornata ma si accorse presto di quanto fossi strana.

- Cosa c'è?- chiese preoccupato.

- Il mio capo mi ha chiesto, anzi obbligato, di posare per un servizio fotografico.

- E cosa c'è di strano?

- Io non sono una modella. Fra tutte quelle che aveva a disposizione, perché quest'urgenza nel proporlo a me?

- Perché sei la più bella! E' ovvio- rispose Matt.


Sorrisi a quelle parole.

Quel ragazzo ci sapeva proprio fare.


- C'è qualcosa che non mi convince. Devo scoprire cosa- conclusi io.

- Per adesso puoi scoprire me!- propose Matt ammiccando e sbottonandosi la camicia.

Si intravedevano i suoi muscoli marmorei.

- Lascia che ti aiuti io- mi sedetti a cavalcioni sulle sue gambe.

- Volentieri.

Ci baciammo con passione, perlustrando ognuno il corpo dell'altro e ci lasciammo trasportare dal piacere.


Matt era la cura a tutti i miei sconforti. C'era sempre nel momento del bisogno.

Labbra rosso fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora